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71 IL BUON CUORE


presso, e l’affarismo trionfò sempre dovunque, deturpando e Snaturando il vero sentimento della patria. I cattolici per i quali siffatto patriottismo affarista appariva come era di fatto, in antagonismo ad ogni sentimento morale; come la negazione di ogni principio religioso; come un’arma contro la Chiesa ed il Papato, sentirono una invincibile ripugnanza per ciò che per sè stesso avrebbe avuto in essi i più sinceri e fedeli sostenitori, cosicchè sino dal suo inizio, tale deturpazione del patriottismo fu condannata ad una precoce decadenza! Giustamente l’onorevole Salandra, e con lui gli ’ uomini più autorevoli del’partito liberale, videro che con un sentimento di patria che non guarda che all’interesse personale, o a quello del proprio partito politico, o, al più, della propria generazione, non si possono affrontare i gravissimi problemi che agitano attualmente la politica italiana, e si fa appello a tutti indistintamente i cittadini, perchè facciano sorgere in se stessi e nelle loro anime un sentimento superiore, che comprenda il bene della patria come una cosa tanto alta, da sorpassare la generazione presente,.e possa abbracciare anche le generazioni che verranno e che raccoglieranno quello che noi avremo seminato. Però evidentemente se l’amor di patria deve sorpassare la vita di una generazione, tanto più deve sorpassare quella di una setta, di un partito politico, che durante una generazione possono mutare molte volte indirizzo r che possono morire e risorgere trasformati ad ogni stagione che volge; quindi affinché il monito giustissimo del Presidente del Consiglio possa diventare una realtà, bisogna che il sentimento di patria riacquisti il suo carattere universale, lontano dalle lotte intestine e dalle gare, e che cessi di essere una prerogativa dell’anticlericalismo e del massonismo, ma che divenga il patrimonio di tutti. Si comprende che se il partito anticlericale e quello massonico cessassero di promuovere guerra alla Chiesa, ed alla religione, cesserebbero di esistere, e ciò sarebbe tanto di guadagnato anche pel sentimento della patria, che non può essere partigiano del diavolo. Certo che i nemici della patria bisogna ora andarli a trovare nell’estrema sinistra sociale e non all’estrema destra, come si pretendeva di trovarli un 30 o 4o anni fa. Ed è appunto per ciò, ’e approfittando di quella giustizia che la storia imparziale accorda sempre a quelli che hanno ragione, che noi oggi possiamo con piena coscienza e conoscenza, fare nostre le parole dell’on. Salandra incitando i nostri concittadini a coltivare sentimenti di patria, che sorpassando gli angusti interessi e le anguste vedute di una generazione, e sorvolando sugli scopi del momento presente cerchino e vogliano il bene d’Italia nel senso’ che essa sia elemento di civiltà e di coltura in nlzzo agli altri popoli. Civiltà e coltura che invano si cercherebbero fuori del cristianesimo.E’ ambito tanto vasto, questo, che in esso possono trovare ricetto tutti i sentimenti di patria onestamente professati ora e per Dall’Osservatore Romano del 22 corr. sempre!

Le colonie dello Stato di S.ta Catharina (Continuazione del numero 41

MINAS. Le miniere di carbone. La zona dei nuclei coloniali di Nuova Venezia, che si stende alla base della Serra, si prolunga a nord, est fino a raggiungere il piccolo nucleo italiano di Nuova Palermo, nelle vicinanze di Minas. Minas de Carao, distante da Nova Belluno 34 chilometri,’ da Jordao 29, da Treviso 22, è capolinea della Ferrovia Donna Teresa Cristina, la quale fu costruita 3o anni or sono, espressamente per favorire lo sfruttamento dei giacimenti carboniferi che ivi si trovano. Ma lo sfruttamento delle miniere non fu, si può dire, neppure incominciato, per le diffcoltà sorte; è riconosciuto prima di tutto che il carbone quivi esistente, sebbene un po superiore alla lignite di S. Jeronimo nel Rio Grande do Sul, pure non è gran cosa: contiene una forte quantitg di zolfo ed altri elementi che ne rendono impossibile l’uso immediato nell’industria; occorrerebbe prima sottoporlo ad un processo di raffinamenti, riducendolo, in mattonelle, come si usa fare dei carboni consimili. Si dice inoltre che per procedere allo sfruttamento delle miniere, manca sul luogo una mano d’operi capace. Il fatto è che sul luogo non si vedono attualmente che tre o quattro pccole gallerie scavate nel monte appena pochi metri, che non hanno altra importanza che di saggi. ’ La zona carbonifera di Minas è di proprietà della Società brasiliana Lages, la quale vi tiene qualche impiegato ed impedisc eil disboscamento pei dintorni, poichè il legname costituirà una risorsa importante per fare le armature delle gallerie, in caso di ripresa dell’industria. Questi giacimenti carboniferi non si limitano alterrit orio di Minas, ma si estendono per larghissimo tratto ai piedi della Serra e se ne trovano traccie tanto al nord fino al Paranà, come a sud fino sotto NuoVa Venezia ed Araranguà. Certamente quando queste miniere venissero aperte, la zona coloniale italiana ne risentirebbe un vantaggio economico notevole, non solo per la valorizzazione dei fondi, ma per il movimento di lavoro e. di denaro che si verificherebbe in tutta quella parte. In tal caso si vedrebbe tutto il fiore della gioventù italiana delle colonie, assorbita nei lavori minerari; ciò che, de da un lato porterebbe alle colonie miglioramenti economici, non mancherebbe di causare anche tutti quegli inconvenienti che si lamentano nella vita delle miniere. Credo che ad ogni modo, i nostri coloni che possedessero nei propri lotti coloniali, giacimenti di carbone, non potrebbero avvantaggiarsene o venderli, poichè ho notato che in tutti i titoli di concessione di lotti, le Compagnie ed il Governo, supponendo