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IL BUON CUORE 69


prima di tutto, ne’ suoi elementi più elevati e puri? La natura è l’intelligenza, la natura è la volontà, la natura è il libero arbitrio, la natura è la forza morale, la natura è l’amore, la natura è il coraggio, la natura è l’entusiasmo, la natura è l’eroismo; la natura è l’uomo, l’uomo in tutta la sua grandezza, in tutta la sua bellezza, l’uomo fatto originariamente da Dio a sua immagine e somiglianza. Cos’è la grazia? E’ un elemento divino che eleva la natura ad un ordine superiore: l’uomo fatto da Dio apparve così bello al suo creatore, che lo elevò ad un tratto all’ordine soprannaturale. La grazia non è già la sostituzione, la negazione della natura; è la elevazione della natura; natura e grazia non sono due beni che si elidono; sono due beni che si sommano e si completano, formando un assieme di perfezione ideabile. La natura, pel peccato, in parte è d’ecaduta. L’opera della grazia non cessa, diventa doppia; è_opera di riparazione e di elevazione della parte conservata. Nell’un caso e nell’altro, la grazia è sempre elevazione della natura, elevazione nel togliere la parte cattiva, elevazione nel far più buona la parte buona. La grazia è la completa ristorazione dell’uomo per ricondurlo alla grandezza primitiva, quale era uscito dalle mani di Dio. Quanta ragione, parlando della grazia, ha quindi il Cristo di esclamare: oh, si scires donum Dei! All’intelligenza la grazia è luce, alla volontà, la grazia è forza, al libero arbitrio la grazia è agilità e slancio, all’amore la grazia è purezza e fiamma, al coraggio la grazia è sostegno, all’entusiasmo, all’eroismo, la grazia è ad un tempo freno e spinta, la grazia è santità; è considerata in tutta la vita dell’uomo, la grazia è merito, merito di nuova grazia, merito di premio. La grazia riassùme tutta l’opera di Cristo; è per darci la grazia che Cristo venne sulla terra; è per darci la grazia che Cristo divenne nostro maestro; è per darci la grazia che Gesù Cristo patì, morì sulla Croce; è per darci la grazia che Cristo si perpetua con un miracolo quotidiano nel Sacramento dell’Eucaristia! Chi ha la grazia è sapiente, è innocente, è forte, è felice, dà valore di merito infinito a tutto il bene che fa. Oh, se tu sapessi il dono di Dio, o anima traviata nell’errore, come cercheresti nella grazia la verità; come cercheresti nella grazia il perdono e la pace, tu, o anima afflitta dalla colpa e dal rimorso; come nella grazia cerchereste la rassegnazione, voi, anime oppresse dal dolore; come in un pensiero di speranza al -cielo, voi, anime disilluse dalle miserie della terra, cerchereste, in momenti di supremo abbandono, la forza morale, la pace! Ci furono le anime che udirono questo grido e lo ascoltarono; sono le anime dei santi: santi innocenti, santi penitenti: Maddalena, Giovanni, Paolo, Ambrogio, Agostino, Bernardo, Orlo, Teresa, Luigi; siete voi, o anime buone che leggete, se la grazia di Dio è con voi 1

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Si sale di grandezza in grandezza. La Samaritana ha udito la grande parola di redenzione, ma è necessario che ella abbia una prova che colui che le parla abbia l’autorità di pronunciarlo, abbia il potere di compiere il prodigio che la parola esprime. Va, chiama tuo marito, le dice Criàto. — Io non ho marito, risponde la donna. — Dicesti il vero, soggiunse Cristo, tu hai avuto cinque mariti, e quello che ora hai, non è tuo marito... La donna è dinnanzi a una rivelazione e ad un rimprovero; una rivelazione che attesta una sapienza divina, un rimprovero che nasce dalla santità. La Samaritana ne è doppiamente colpita; ella comprende che ha dinnanzi a sè un essere superiore; lo sente, lo esprime: Signore, veggo che tu sei Profeta! Allora, con volo sublime, la donna, alla presenza di chi le manifesta di esere in possesso della verità, sente il bisogno di sciogliere un grande quesito. I nostro Padri, ella dice, hanno adorato Dio su questo monte- (il monte Garizim), e voi (Giudei), dite che i il luogo dove bisogna adorarlo è in Gerusalemme. E la brama della verità, che parla nella Samaritana; la grazia già compie i suoi preziosi effetti nell’anima" sua. Quanto prontamente Cristo soddisfa quella brama! La donna è entrata direttamente nella elevatezza dei suoi disegni. Gesù Cristo risponde; e la risposta di Cristo è una delle enunciazioni più elevate e comprensive che si trovino nel Vangelo; è un programma; è una dottrina che caratterizza il culto che Gesù Cristo vuole sia reso dell’uomo a Dio, culto puro, spirituale, universale, che si differenzia da tutti gli altri culti materiali, esclusivi, ristretti a un popolo solo. — Credimi, o donna, dice Cristo, che è venuto il tempo, in cui nè su questo monte, nè in Gerusalemme adorerete il Padre.... verrà il tempo, anzi, è venuto, in cui adoratori veraci adoreranno il Padre in ispirito e verità.... Iddio è spirito, e quei che l’adorano, adorar lo debbono in ispirito e verità. La grande parola è detta: universalità, spiritualità del culto, ecco il culto solo veramnete degno di Dio. Universalità, non sono più solo i Giudei e i Samaritani, privilegiati nel pregar Dio nei templi di Garizim e Gerusalemme; Iddio avrà templi in tutte le parti della terra; è la Chiesa Cattolica in vista.... Spiritualità; non son più le cerimonie esterne, che costituiscono l’omaggio principale a Dio e il bene maggiore dell’uomo: il primo culto, l’altare più accetto per la Divinità, è il cuor dell’uomo, sono i sentimenti di fede, di adorazione, di conformità alla sua volontà, di amore, che destano la compiacenza del suo cuore divino, e formano la sua gloria. Il culto esterno è necessario, perchè l’uomo deve onorare Dio con tutto sè stesso; il culto esterno è necessario, perchè è per l’opera dei sensi che l’uomo si eleva alle cose spirituali; il culto esterno è necessario perchè l’uomo è un essere sociale, e perciò ha il bisogno e il dovere di associarsi cogli altri nel culto della divinità. Ma il culto esterno è soltanto l’involu