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IL BUON CUORE 53


nare dal suo spirito maligno. Ingiustamente quindi si addebita a Dio ciò che non è opera sua, che anzi è opera del suo nemico. Si potrebbe però dire: questo nemico è però op,-2:-a dì Dio: è Dio che ha creato l’angelo buono, che divenne poi cattivo; quindi il male, tutto il male che l’angelo cattivo fa, e fanno i suoi seguaci, si deve imputare a Dio: non poteva Dio tralasciare di creare, l’angelo buono, che divenne poi cattivo, e fu causa di tutti i mali sulla terra?, Quì si affronta l’altro quesito fondamentale: non era meglio che Dio non creasse nulla, o creando non desse alle intelligenze angeliche e umane, la facoltà del libero arbitrio, la terribile facoltà del bene e del male? Problema divino che Dio solo può risolvere, e da sua parte ha creduto bene di risolvere nel modo attuale: intanto è certo che un ossequio a Dio, portato dagli angeli e dagli uomini, sprovvisti di libero arbitrio sarebbe stato un ossequio materiale, obbligato, l’osequio meccanico delle creature non intelligenti senza merito in chi lo dà, senza compiacenza, in chi lo riceve. Secondo anche il nostro debole modo di vedere, secondo ’un criterio puramente umano, a noi sembra che un atto, libero di amor verso Dio, sia compenso a Dio di tutte le opere dei malvagi. Si legge nella vita di S. Teresa che un giorno Cristo, preso d’amore per l’amore che la santa le portava, dicesse: Teresa, se non avessi creato il inondo, lo creerei apposta per te. La gran differenza che passa fra le opere buone dei buoni e le opere dei malvagi, è questa, che i malvagi non sono obbligati a fare il male che fanno; lo fanno perchè lo vogliono fare, e qiiindi non si può far risalire a Dio il male, che fanno; e il bene, che fanno i buoni, liberi anch’essi, riveste tutta la bellezza dell’atto spontaneo, è una dedizione tutta d’amore, che desta infinitamente la compiacenza di Dio. La compiacenza che Dio prova det bene dei buoni in confronto col (Male dei malvagi, non toglie però che i. buoni molte volte soffrano della persecuzione dei Malvagi: per la compiacenza propria che Dio prova pel bene che i buoni fanno, può permettere che i buoni siano afflitti e perseguitati? perchè Dio tollera i malvagi? La risposta a questa domanda mi permetto di prenderla da un distinto scrittore ecclesiastico, vissuto col secolo XVIII, il padre Cattaneo, i di cui volumi il Manzoni teneva sul suo scrittoio, facendone lettura abituale. «Perchè mai, potendo Dio purgare il mondo con togliere tanti malvagi, li lascia vivere insieme coi buoni? Perchè? E’ un quesito non meno curioso che utile: eccone le ragioni ed i motivi. «Primo. I cattivi con le, loro stesse passioni servono alla istruzione dei buoni. Un appassionato si perde dietro ad una vile creatura: questo è un documento ai buoni, con quale intenzione di affetto devo’no amare Dio. Un interessato va per minuto studiando e cercando ogni piccolo guadagno temporale: e

che devo fare io per acquistare i beni etei-ni? Un ambizioso fa gran capitale della gloria umana, che sparisce come un fumo: impara, ptiò dire un uomo dabbene, quale stima tu devi fare della gloria celeste. «Secondo. I cattivi servono di istruzione ai buoni coll’esempio dei loro castighi. Un giovane che sta sugli, amori, attacca una rissa, viene a parole e alle mani e riceve una percossa, o resta coinvolto in un processo; i buoni hanno occasione di imparare e di dire: ecco i frutti del peccato, ecco dove conduce una rea ’.ssione. Un altro fa una perdita enorinéal giuoco, onde resta senza danaro, senza credito, e per soprappiù con le beffe del mondo;.e il buono impara, e dice tra sè medesimo: se invece delle carte, quegli maneggiasse i buoni libri, non avrebbe poi a piangere ed a far ridere gli altri., Un mercante fa delle ingiustizie nei suoi contratti: un altro nel suo ufficio usa frodi ed inganni, questi alla fine si scoprono, e il miserabile non ha più volto da comparire con quella maschera, e il giusto impara: ecco come una finalmente le paga tytte, e come Dio lascia fare e non sopraffare. «Terzo. -I cattivi danno ai buoni una lezione esemplare dell’umana debolezza. Imperocchè, quando si vede un giovane discolo, sviato e perduto, un giovane timorato di Pio deve dire così: gran misericordia-di Dio, ch’io non sia peggiore. Quando si vede un negoziante così immerso nei guadagni, che non pensa nè a Dio,, nè all’anima, come se non l’avesse, dica un altro tra sè:- bontà di Dio, che mi dà un poco di conoscimento, altrimenti io sarei’ più di lui accecato dall’interesse. «Quarto. Dice Sant’Agostino che Dio mantiene i malviventi in mezzo ai buoni, ut per eos iusti exerceantur, acciocchè i cattivi siano materia di eser, cizio di virtù ai giusti. Osservate dunque come si trovino in noi due generi di virtù: alcune sono virtù pacifiche, altro sono virtù guerresche. Virtù pacifica è la religione, l’orazione, la temperanza, la modestia. Virtù guerriera è la fortezza, la magnanimità, la tolleranza, il perdono delle ingiurie. Queste virtù guerriere non vi sarebbero, se non vi fossero i malviventi. Avrebbe forse la Chiesa tanti martiri, se fossero mancati i tiranni ed i persecutori? Sarebbe Susanna ascesa a tanta gloria, e nel mondo e nel cielo, se non avesse avuti i vecchi indegni per tentatori? ’Il patriarca Giuseppe sarebbe egli arrivato a tal grado di virtù e grandezza,, se avesse avuto fratelli più amorevoli?» Un altro motivo, qui non accennato, ma recato dall’odierno vangelo, con quelle’ parole: non sradicate la zizzania, perchè non avvenga che sradichiate anche il frumento, è che alcuni che- ora sono cattivi, potranno un giorno diventare ed essere buoni, anzi santi: chi avrebbe osato dire a Pio: recidete Saul persecutore, quando avesse saputo, come sapeva Dio, che sarebbe divenuto Pasto Apostolo? Chi avrebbe osato dire- a,Dio: recidete Maddalena, scandalosa peccatrice, quando avesse saputo, come sapeva Dio, che sarebbe divenuta Maddalena penitente, amata da