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IL BUON CUORE 35


Giunte leviam le mani, Regina, arando, a Te, Per le remote sponde Dei risonanti mari; Per ogni suol che altari, Profumi e fior Ti diè. Deh, se laggiù in profondo V’ha gente che T’ignora, V’ha gente che Ti accora, Se il mondo è reo così, Tu per gli error del mondo, Santa Maria, intercedi, Tutti ne stringi ai piedi Di Chi per noi morì. Ascenda più sublime Nella Tua occulta sfera Dei bimbi la preghiera Che del peccato il suon; Qual vér le aeree cime Più da casali e ville Salgono lai di squille Che dei torrenti il tuoi,. Madre del Ciel, soave Regina! Ogni terrena Eco risuoni: Ave Maria, gratia piena. (*). (*). — Antonio Fogazzaro, Opera citata; pag. 297 * (Continua)

PIERO MAGISTRETTI.

La via delle Chiese in Milano

Il lupo cambia il pelo ma non il vizio. Fu mia antica abitudine nella preparazione del numero di Natale del «Buon Cuore» di comporre un ’articolo intorno a qualche argomento edilizio artistico cittadino, per abbellire o recare qualche comodo e vantaggio alla città. Ne ricorderò tre principali: il vialone nel Parco tta, l’Arco della Pace e la facciata del Castello, l’abbassamento del piano della piazza del Duomo, e il collocamento al suo posto del Monumento di Napoleone III. Furono voti rimasti insoddisfatti; rimarrà prot babilmente insoddisfatto anche il voto esposto _nell’articolo presente: ma che importa? E’ già una seduzione, una specie di voluttà, di godimento intellettuale, il pensare una cosa che sembra bella, che aggiunge decoro alla città, che tende a soddisfare qualche nobile sentimento dell’animo, di ricordo o di ri• conoscenza., E poi, chi può dire che ciò che non fu accettato ed eseguito nel passato, non possa trovare favorevole accoglienza nel futuro? Sono così vari e mutevoli i gusti degli uomini! Uno dei voti che non ha

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ancora perso nell’animo mio tutta l’aspettazione di vederlo un giorno realizzato, è quello del vialone nel Parco: tutte lé volte che io leggo nei giornali — e quanto spesso avviene! — la notizia di qualche aggressione, di qualche grave offesa al costume, di ferimenti, e talvolta anche di assassinii, spontaneo, irresistibile, mi sorge dall’animo il grido: oh, se ci fosse il vialone che portando un’onda di persone, di carrozze, di automobili, in mezzo alla solitudine del parco, rischiarando coi suoi sprazzi di luce la oscurità dei viali, rendesse umano, cittadino, quello che oggi è luogo deserto, non sarebbe tanto di guadagnato per la sicurezza delle persone, per la comune tranquillità? Io non so se questo progetto particolare possa trovar posto nel programma socialista: dovrei senz’altro.rispondere affermativamente, quando penso che programma dei socialisti è quello di pronmovere il bene generale dei cittadini. Il progetto attuale della grande via delle Chiese non riveste il carattere di immediata e urgente utilità pubblica: non manca però di vantaggio nell’ottenere lo sventramento di alcune parti, che costituiscono una vera ostruzione nel centro della città, come la via Valpetrosa, il Bocchetto, le Cinque vie, ne:le vicinanze della chiesa di S. Sebastiano e di S. Sepolcro: astraendo da ciò, quali e quanti altri vantaggi di indole elevata, di coltura cittadina, di istruzione delle masse, di bellezza prospettica visiva nelle vie interne della città? La Via delle Chiese costituirebbe, nel centro di Milano, una grande arteria di comunicazione da un capo all’altro della città, abbellita su l’un dei fianchi dalle facciate successive di belle Chiese, alcune anche monumentali, da richiamare, — mi si permetta il confronto — in mezzo a Milano, il grande Canalone di Venezia. Questa grande via comincierebbe colla Chiesa di S. Maria presso S. Celso, per finire alla Chiesa di S.:Maria delle Grazie, una bella linea lunga, curva, maestosa, che passerebbe successivamente dinnanzi alle seguenti ’Chiese: Santa Maria, presso S. Celso, S. Paolo, S. Eufrmia, S. Alessandro, S. Sebastiano, S. Sepolcro, Santa Maria Porta, il Monastero Maggiore, e da ultimo, splendida chiusa di splendido principio: la Chiesa di S. Maria delle Grazie! Quanti tesori di architettura si troverebbero raccolti nelle facciate di queste Chiese, quanti di scultura e di pittura nell’esterno e nell’interno, quante memorie storiche cittadine, religiose e civili! Senza esagerazione si può dire che una parte notevole della storia della città di Milano lungo i secoli si vedrebbe ricostruita. I genitori, i maestri, conducendo ad una passeggiata lungo questa via, i loro figli, i loro scolari, avrebbero gradito e facile compito di fare ad’essi una interessante ed utile lezione di storia cittadina: Milano parlerebbe ai suoi figli dalle pietre, dalle linee architettoniche, dalle tele, dalle statue; i figli, gli scolari, tornati in famiglia, tornati alla scuola, si sentirebbero ricreati igienicamente.nel corpo, moralmente nella niente e nel cuore.