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Anno XIV. 10 Gennaio 1915. Num. 2.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione Istruzione. —«Per amare la musica» «Auspice Te!» (Continuazione vedi n. 1). — Pel fausto Natale di S. A. R. Maria di Savoia. (Poesia).
Religione. —Vangelo della domenica prima dopo l’Epifania. Prefazione al Guglielmo Tell (Bozzetto).
Beneficenza. —Opera Pia Catena. — Provvidenza materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. - Diario.

Educazione ed Istruzione


“Per amare la musica „


Per amare la musica, o meglio, per amarla di più, per intenderla nelle sue manifestazioni sinfoniche od operistiche, strumentali o canore, in,rapporto all’ambiente in cui si è maturata, alla scuola onde deriva, all’intelletto che ne ha colta l’eco nell’immensità del silenzio sonoro, e l’ha resa sensibile agli altri, è necessario non solo avere una conoscenza sia pure generale del cammino storico percorso da quest’arte, ma esservi iniziata da un punto di vista critico-estetico, al di sopra delle strettoie di un freddo tecnicismo.

Eppure tali studi sono affatto manchevoli, quando non sono addirittura assenti, in buona parte di coloro che compongono od eseguono la musica, ma specialmente ’in, coloro che l’apprendono, ed ai quali i misteri dell’arte divina vengono rivelati senza l’ausilio di quelle discipline più adatte a farne conoscere la mirabile evoluzione.

Gli studi storico-musicali sono certo, rispetto alla musica; ancora allo stato di prima infanzia. Non sono due secoli da che l’autore del «Contratto sociale» imprendeva ad indagar sull’origine e l’essenza di questa arte ammaliante; non è ancora un secolo da che veniva intrapresa la pubblicazione dei primi dizionari biografici di compositori di musica, ed è assai meno di cento anni da quando musicisti riformatorie creatori, come Berlioz, Schumann, Wagner, pensavano di trasformarsi in scrittori di critica storico-musicale per propagare il loro verbo, per alimentare le novissime tendenze da essi pro-

pugnate, per collegare i frutti della propria ispirazione all’opera dei loro predecessori più degni.

Pure, da qualche tempo a (mesta parte, lo studio della storia della musica è andato assumendo un fervore più vivo, non diciamo all’estero, ove tale disciplina ha già avuto tutto lo sviluppo che la sua fondamentale importanza richiede, ma anche in Italia, ove, mentre sino a pochi anni fa i cultori di essa erano rarissimi, tale materia di studio va trovando ora divulgatori ed insegnanti. Costoro però sono sopratutto dei tecnici, specie dopo che in recenti concorsi governativi, si è voluta un’accertata conoscenza della musica, tecnicamente intesa, in chi aspira all’insegnamento di storia della musica nei nostri conservatori.

Ma giova tale conoscenza tecnica alla divulgazione e alla scuola? O non serve piuttosto a restringere il campa, senza eliminare affatto il pericolo che sulla cattedra pesino predilezioni troppo spinte o ancora troppo in ritardo, odii troppo palesi, dispregi troppo esagerati e, spesso, infondati?

L’insegnamento storico comporta una serenità ed una superiorità sulle varie tendenze e sui vari gusti, che assai di rado possono riscontrarsi in un tecnico. E certa recente letteratura musicale, pullulata fra noi, raccolta in volumi o sminuzzata in articoli, ne è una riprova poco lieta, nei suoi preconcetti, nella sua asprezza, nella sua irriverenza, che mal cela a volte l’invidia, confessione di una ispirazione sorda o d’un successo mancato.

Questo risveglio di studi, nell’indirizzo che è andato assumendo in Italia, non può riuscire che di beneficio assai scarso alle giovani piante di musicisti che, nei conservatori e nei licei, vanno addestrandosi alle difficoltà degli strumenti e delle teorie e van formando, oltre alla conoscenza tecnica, la loro coltura. Si dimentica, il più delle Volte, dai nuovi cultori di queste discipline storico-musicali, quale dovrebbe essere l’insegnamento, e come svolgendosi facile ed attraente, esso dovrebbe significare pei giovani, affaticati da studi tanto ponderosi, una parentesi di diletto e di sollievo ber’più proficuo di quel che possa riuscire una trattazione tutta tecnica. Insegnamento storico, dunque, che additi le gloriose tappe dell’arte divina, e insegnamento estetico, nel