Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 41 - 12 dicembre 1914.pdf/2

E così, da queste torri dove un tempo si combatteva con archi e con balestre e poi con colubrine.e con spingarde, oggi si puntano potenti cannocchiali verso il cielo e si studiano le meraviglie dell’universo! Uno spettacolo superbo Saliamo la scala a spirale che dalla palazzina conduce alle prime torri. Uno spettacolo superbo, indimenticabile si offre ai miei occhi. Sotto un cielo trapunto di stelle, cullata quasi timidamente al pallore lunare, Roma si stende ai miei piedi con tutto lo spettacolo fantastico delle sue mille luci, tremolanti, indistinte, che nella lontananza oscura sembrano lucciole erranti nella notte. E a volte pare che un immenso riflettore gigante lanci i suoi fasci vividi sulla città sottostante, dove la vita febbrile del giorno dà gli ultimi segni, con gli stridii dei trams e i suoni assonati degli ultimi organini. Ma vicina giganteggia la cupola di Michelangelo, lanciata nell’immensa oscurità, non profanata da alcuna luce indiscreta che ne turbi il mistico raccoglimento. E una gran macchia oscura sono al pari i giardini che ora domino dall’alto della torre e dove si ode solo di tanto in tanto il passo cadenzato del gendarme che vigila. Nient’altro; io sono entrato ora nel santuario più riposto della scienza. Ecco la cometa! In alto le costellazioni splendono della loro luce tranquilla; il mio buon amico mi indica qualcuna di esse: ecco il quadrato di Pegaso, la costellazione di Andremeda, Cassiopea, l’Orsa Minore, l’Orsa Maggiore Non vedi ora nulla d’insolito — mi dice d’un tratto l’Emanuelli — sotto la coda dell’Orsa Maggiore? Io fisso le sguardo nel punto del cielo indicatomi e scorgo facilmente una stella opaca, simile ad una piccola chiazza bianca, seguita da una coda. E’ la cometa Delavan: ora la vedrai meglio col cannocchiale. L’astro capelluto non è molto alto sull’orizzonte e si trova a poca distanza della stella chiamata Arturo. Traversiamo il primo ponte sospeso — fatto costruire dalla munificenza di Pio X — che conduce alla piccola torre che è nel mezzo tra i due grandi torrioni laterali e dove si trova mi magnifico cannocchiale. Lo strumento, che è molto buono e preciso, è posto parallatticamente sotto una cupola girevole. Il prof. Emanuelli apre il Fettore della oupola, punta il cannocchiale e, dopo al( uni momenti necessari per la ricerca dell’astro, esclama: Ecco la cometa! E’ bellissima; ha un `nucleo perfettamente stellare ed una coda abbastanza lunga: vieni a vedere. Mi avvicino al cannocchiale e pongo l’occhio all’oculare.

La visione, sia pure per l’occhio di un profano, è. magnifica. Sembra di vedere un gran fascio di luce emanata da un riflettore. Scorgo con facilità, pur non essendo abituato a simili osservazioni, il nucleo che appare simile ad una stella, circondata da una nebulosità che i tecnici denominano chioma. Questa — mi dice il prof. Emanuelli — è la cometa Delevan, scoperta l’anno scorso, il 17 dicembre, dall’astronomo americano Pablo T. Delavan, dell’Osservatorio, di La Plata, nella Repubblica Argentina. Secondo i calcoli dell’astronomo belga Felix de Ray — mio carissimo amico e del quale non ho più notizie dalla presa di Anversa colcoli confermati dal nostro illustre Millosevich, direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano — la cometa Delavan potrà vedersi fino al 1918 con un equatoriale cioè simile a quello che possediamo noi. Questo è un caso eccezionalissimo in astronomia. E ad occhio nudo fino a quando si vedrà? Fino al 1915. Presentemente la cometa si trova nella costellazione chiamata Cani Levrieri, poi entrerà in quella del Bifolco e poi in quella del Serpente. Ma ancora per pochi giorni potrà ’vedersi la sera, perchè in seguito non si potrà osservare che la mattina prima del levar del sole. E quando scomparirà? — Questa — mi risponde il prof. Emanuelli — è una domanda alla quale è molto difficile dare una risposta. Sino ad ora, e per quel che è a mia conoscenza, sono state calcolate tre orbite della cometa Delavan: una nell’ipotesi che descriva la parabola e una terza nell’ipotesi che descriva l’iperbole. Le osservazioni si accordano molto con l’orbita parabolica calcolata dall’astronomo Van Biesbroeck, ma questo non significa che l’orbita descritta dalla cometa sia realmente la parabola. Se descrivesse una parabola non ritornerebbe più: potrebbe tornare in vista dei popoli della terra, solo se essa percorresse la ellisse. E dove andrebbe? Nello spazio. siderale forse, di sistema in sistema. (Continua)

  • I

-X1>3+33<-13f430

Un aneddoto sconosciuto di Yitt, Emanuele II narrato dal Ministro Visconti Venosta. Questo aneddoto mi venne raccontato alcuni anni or sono, sotto condizione del silenzio, dall’amico Abate Giulio Tarra, al quale l’aveva confidato il Ministro Emilio Visconti Venosta, suo cugino per parte di madre. L’aneddoto risale all’epoca fortunosa dell’andata degli italiani a Roma. Viscoiti’ Venosta era allora ministro degli Affari Esteri. Era vivamente agitata in quei giorni la questione se l’Italia dovesse o non dovesse andare a Roma.