Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 39 - 28 novembre 1914.pdf/5

E’ invalso ora l’uso di tenere nei giorni delle Quarant’Ore un breve discorso sui misteri dell’Eucaristia, per risvegliare la fede e la divozione dei fedeli. Quest’anno, a S. Ambrogio, i tre discorsi furono tenuti dai Monsignori Rosina, Vitali e Meregalli. • Riportiamo qui sotto il discorso tenuto da Monsignor Comm. Vitali. L’Eucaristia e le virtù teologali. Noi siamo cristiani pel possesso e la professione delle virtù teologali, la fede la speranza, la carità. L’Eucaristia è la. causa, l’aiuto, la perfezione di queste tre virtù. Le fede è l’atto col quale noi crediamo alla parola di Dio. L’atto specifico della fede dove sta? Nel credere che una cosa è vera perché l’ha detta Dio, solo perchè l’ha detta Dio. L’Ostia consacrata è là su quell’altare: quill’Ostia è Cristo! Io credo che quell’Ostia è Cristo; perché credo? Perchè lo ha (letto Cristo. «Io sono il pane vivo disceso dal cielo.. l l mio corpo è veramente cibo, il mio sangue è vei amente bevanda». Queste.parole, esclama l’autore della Imitazione di Cristo, sono state dette da Te, o Cristo, e perchè tu le hai dette sono la verità, e devono essere da me senza alcuna difficoltà credute. I sensi dicono diversamente; i sensi si ingannano. Si sensus deficit, sola fides sufficit. Quale conseguenza, o miei fratelli, nel poter dire: quell’ostia è veramente Cristo; è Cristo qui in mezzo a noi, vivo e presente in mezzo a noi, come un giorno era vivo e presente là nella Palestina: quel!’ ostia è il bambino Gesù che nacque nella capanna di Betlemme, che la Madonna strinse nelle sue braccia, e coperse de’ suoi baci; quell’ostia è il bambino Gesù che disputò coi Dottori nel Tempio; quell’ostia è quel’Gesù che si assise al pozzo di Giacobbe e convertì la Samaritana; quell’ostia è Gesù che entrò nella casa di lletaniace consolò le due sorelle Marta e Maria: quell’ostia è Gesù che portò la croce sul monte Calvario, oche morì sulla Croce, ché risuscitò, che ascese al Cielo, ed ora trovasi in cielo alla destra di Dio Padre onnipotente. Quell’Ostia è tutto il Vangelo riassunto; quell’Ostia è tutto Gesù nella vita, nella morte, nella gloria! All’annuncio di questa verità fatta la prima volta da Cristo, molti si allontanarono da Lui, dicendo: questo linguaggio è troppo duro. Cristo, ciò vedendo, rivolto agli apostoli, disse: volete tinidare anche voi? Pietro si fece innhnzi, e gridò: dove andremo noi, o Signore, lontani da te? Tu solo hai le parole di verità e di vita. Queste parole, a dodici secoli di distanza, le raccolse Tomaso d’Acquino, e le tramandò ai secoli futuri come atto di fede, e come ragione dell’atto di fede: Credo quidquid dixit Dei filius, Nikil hoc verbo veritatis venior.

Queste parole facciamole nostre, ripetiamo altche noi: Credo quanto ha detto il figlio di Dio; Nessuna parola è più vera di questa parola [di verità.

  • **

A questo punto può tornare a noi difficile il dire che l’Eucaristia è il fondamento della nostra speranza? La nostra speranza sta nel possesso e nell’uso.dei mezzi più diretti, più efficaci, più numerosi, che la grazia di Dio ci porge per ottenere il per-. dono delle nostre colpe, per praticare il bene, vincere il male, sopportare i dolori della vita, meritare il Cielo. L’Eucaristia, su quell’altare, è Cristo. Ma sotto quale aspetto? Con quale carattere, con quale missione? L’Eucaristia è Sacrificio, l’Eucaristia è Sacramento. L’Eucaristia è la rappresentazione, la rinnovazione del Sacrificio della Croce; il Sacrificio della Croce fu cruento, il sacrificio dell’altare, nella Santa Messa, è incruento. Ma i caratteri dell’uno, sono caratteri dell’altro; gli effetti dell’uno, sono gli effetti dell’altro. Il sacrificio Eucaristico, il sacrificio della Santa Messa, come quello della Croce, è sacrificio espiatorio, imploratorio, eucaristico, latreutico. Sacrificio espiatorio: sono infiniti i mezzi che la bontà di Dio ha posto nelle nostre mani per ottenere da lui il perdono dei nostri peccati; ahimè, tutti siamo peccatori! I nostri peccati, diceva Davide, ci stanno sempre dinnanzi agli occhi: peccatum meum contra me est semper. Manzoni diceva che il terrore più grande che gli invadeva l’anima, era quando dinnanzi a Dio pensava ai suoi peccati. Sono molti i mezzi coi quali possiamo chiedere a Dio il perdono dei nostri peccati, coi quali possiamo espiarli: le nostre preghiere, le nostre lagrime, le nostre penitenze, i nostri dolori, le nostre opere buone, le preghiere dei Santi, le ’preghiere dei morti, e sopratutto le preghiere della nostra Santa Madre Maria, chiamata con frase che tutto abbraccia l’opera sua di redenzione: Refugium peccatorum! Ma vi è un mezzo di espiazione a tutti superiore nella sua efficacia e nelle sua universalità: è Cristo che muore sulla croce per espiare i peccati di tutto il mondo, è il Crocifisso! Io non dimenticherò mai una scena che risale all’epoca della mia gioventù, quando io era ancora in cura d’anime. Mi trovavo dinnanzi al letto di un moribondo; era un’anima desolata, disperata nel ricordo de’ suoi molti e gravi peccati: gli pareva impossibile di poterne ottenere il pendono: dopo molte esortazioni senza risultato, gli posi innanzi il Crocifisso; gli dissi: chi deve dare iì perdono? Il Signore, il Crocifisio: ella non ha meriti; i meriti li ha Cristo; i meriti di Cristo sono infiniti: i meriti infiniti di Cristo, Cristo li dà a lei, li fa suoi, sono suoi; e per mostrarglielo. Cristo muo