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Religione


Domenica terza d’Avvento

Testo del Vangelo.

Avendo Giovanni udito nella prigione, le opere di Gesù Cristo, mandò due de’ suoi discepoli a dirgli: Sei tu quegli che sei per venire, ovvero si ha da aspettare un altro? E Gesù rispose loro: Andate e riferite a Giovanni quel che avete udito e ve-; duto. I ciechi veggono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono, si annunzia ai poveri il Vangelo, ed è beato chi non prenderà in me motivo di scandalo. Ma quando quelli furono partiti, cominciò Gesù a parlare di Giovanni alle turbe. Cosa siete’ voi andati a vedere nel deserto? una canna sbattuta dal vento? Ma pure, che siete voi andati a vedere? Un uomo vestito delicatamente? Ecco che coloro che vestono delicatamente, stanno nei palazzi dei re. Ma pure, cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sti, vi dico io, anche più che profeta. Imperocchè questi è colui pel quale sta scritto: Ecco che w spedisco innanzi a te il mio angelo, il quale preparerà la tua strada innanzi a te. In verità io vi dico: Fra i nati di donna non,venne al mondo chi sia maggiore di Giovanni Battista: ma quegli che è minore nel regno de’ cieli, è maggiore di lui. Ora, dal tempo di Giovanni Battista infin adesso, il regno dei-cieli si acquista colla coloro che usano violenza. Imforza; ed è preda perocchè tutti i pròfeti e la legge hanno profetato sino a Giovanni: e se voi volete capirla, egli è quell’Elia che doveva venire. Chi ha orecchie d’intendere intenda.

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(S. MATTEO, Cap. ii).

Pensieri. Consideriamo anzitutto, nel Vangelo d’oggi, l’elogio di Giovanni, fatto da Gesù davanti alle turbe, appena partiti i discepoli che Giovanni gli aveva indirizzati. «Cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? No. Ma chi siete andati a vedere? Un uomo vestito mollemente? Ecco, que’ che vestono mollemente, stanno ne’ palazzi de’ re. Ma chi siete andati a vedere? Un profeta? Si, vi dico, anche più che profeta». Osserviamo come Gesù ammira in Giovanni specialmente quelle virtù che Egli non esercitò visibilmente in modo da attirare, come Giovanni, la attenzione dei contemporanei. Egli loda nel Precursore la penitenza, l’austerità della vita, la sua fermezza, mentre Egli, Gesù, si alimentaVa e vestiva come gli altri uomini. Rientriamo in noi stessi, e, lealmente, dornandiàmoci: siamo noi cristiani, disposti ad ammirare, anche solo a riconoscere, le virtù degli altri, sopratutto quelle virtù che noi non abbiamo? Quante volte noi mettiamo la perfezione in quel punto, al quale

siamo giunti noi, in quella forma di pietà che aggrada a noi! E, come siam facili a giudicare e riprovare chi non vede, non opera come noi! Quante di queste mancanze di carità noi ci dobbiamo rimproverare! Riconosciamolo e proponiamo di non peccar più così nell’avvenire. Gesù e Giovanni annunziano tutti e due la vicinanza del Regno di Dio, e cercano disporre gli uomini predicando la penitenza, Hanno lo stesso fine Gesù e Giovanni, e quali metodi diversi usano per raggiungerlo! Si rispettano, si ammirano, ma si riserbano la libertà più grande, la massima, nell’esercizio del loro Apostolato. Giovanni rimprovero Erode, non ha riguardo a nessuno, non cerca gli uomini, sono essi che accorrono a Lui. Gesù, all’opposto, pare ceda sempre. Iisidiato da Erode, fugge, e alle turbe concede prodigi. Anche qui troviamo oggetto di meditazione, e stimolo di riforma interiore. 1 cristiani devono essere liberi, prendere il bene dove è, e attuarlo ognuno secondo l’impulso dello spirito di Dio. La strada dell’uno non è quella dell’altro; ma tutte possono condurre a un termine comune. Gesù e Giovanni si differenziano anche nel modo di attendere il Regno di Dio. Giovanni nella sua attesa è impaziente. Ha consacrato tutta la sua vita alla persuasione del trionfo della giustizia... e ormai la sua vita sta per finire, e la giustizia non trionfa nel mondo... manda suoi discepoli a interrogare Gesù. Gesù ha la stessa persuasione di Giovanni, ma sa che l’Avvento del Regno è il segreto del Padre.e si riposa in Lui. L’unico modo suo di affrettare queste venute è l’esser paziente, umile, mansueto. E’ un altro insegnamento di cui dobbiamp profittare, un altro esempio divino che noi dobbiamo imitare. Alle anime affamate di giustizia e di verità, e sature di dolori, si offre specialmente l’esempio di Cristo. Quando tutto vien meno e pare che uomini e avvenimenti si volgano contro di noi... allora è il momentO d’imitare la pazienza e l’umiltà di Gesù. E la causa della Giustizia, del bene trionferà più per la virtù nascosta, dolorante nel segreto e nota solo a Dio, che non per moti incomposti di violenze e di ribellione. Questo il rimedio insegnato da Gesù; uno migliore non c’è. Come frutto di quest’ultimo punto di meditazione, imprimiamo bene nella nostra anima, nel nostro cuore quelle parole cosi belle e profondamente cristiane: Buono è aspettare nel silenzio la salute da Dio.

PENSIERI Ciò che vi è di più generoso nel cuore umano è la pietà..... Dopo il suo sangue ciò che l’uomo può dar di più, LAMARTINE, è una lacrima.