Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 39 - 28 novembre 1914.pdf/1

Anno XIII. 28 Novembre 1914. Num. 39.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Franz Brandts.
Religione. —Vangelo della terza domenica d’Avvento ambrosiano.

La battaglia (poesia). — La divozione delle SS. Quarant’ore

Due processioni (corrispondenza africana).
Beneficenza. —«Pro Ciechi» — Provvidenza materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


Franz Brandts


il fondatore del “ Volksverein „


Mentre in Bordeaux spirava il conte Alberto de Mun, l’antesignano dell’azione cattolica sociale in Francia, a München Gladbach, divenuta il centro dell’azione sociale cattolica in Germania, moriva l’uomo che di questa azione poteva dirsi l’incarnazione più perfetta: il grande industriale Francesco Brandts. La Provvidenza ha disposto che questi due personaggi, altamente benemeriti nelle rispettive nazioni, e nei quali al profondo sentimento patriottico si disposavano convinzioni cristiane, meravigliosamente salde e fattive, scomparissero nello stesso momento tragico per le rispettive patrie e pel mondo. Non è giusto però che il fragor dell’armi attenui in noi la memoria dei grandi servigi che essi hanno reso alla causa e l’espressione della nostra ammirazione e della nostra riconoscenza.

Franz Brandts io lo vidi nel Congresso generale dei cattolici tedeschi a Wuerzburgo (Baviera), dell’agosto 1907, al quale intervenni insieme col rappresentante dell’Unione Popolare fra i cattolici italiani. A quel Congresso ero delegato dell’Unione economico sociale, alla quale auguravo di ispirarsi così nella teoria come nella pratica, all’esempio dei nostri confratelli di Germania. Ricordo il Brandts, specialmente come presidente del Volksverein, la cui adunanza generale del 28 agosto fu forse la più imponente ed entusiasmante del Congresso. Di lui

scrissi allora: «la neve sui capelli non ha punto raffreddato il suo cuore; con frase che attinge la sua eloquenza nella schiettezza e nella praticità dei pensieri, espone lo scopo dell’associazione che è quello di diffondere l’idea cristiana dappertutto, in ogni ramo della vita, e specialmente della vita pubblica. Se non si fosse lavorato come s’è lavorato, se alla diffusione della coltura ed allli formazione delle coscienze non si fosse atteso di serio proposito, le cose in Germania sarebbero pei cattolici un poco diverse da quelle che fortunatamente sono. Uno sguardo alla Francia dice sufficiente a quale punto si giunga quando si trascura l’educazione cristiana pubblica delle masse».

Dei Congressi cattolici il Brandts era frequentatore assiduo; faceva parte della Commissione permanente per la loro organizzazione; sulla loro importanza egli condivideva in tutto l’opinione del suo grande amico Luigi Windthorst, il quale, ideando la fondazione del Volksverein, per tradurla in pratica, non credette di poter fare appello per primo a forza più efficacemente sicura che a quella dell’industriale Franz Brandts, proponendolo, o meglio, imponendolo come primo presidente: «in via provvisoria soltanto», disse il Brandts, piegandosi ad accettare l’incarico; e fu un provvisorio che durò mezzo secolo ed oltre, con sommo vantaggio dell’Associozione che all’occhio perspicace ed alla mano avveduta e sicura di lui, dovette il continuo e rapido suo progredire e nel numero degli ascritti e nella molteplicità provvidenziale delle opere figliate con una fecondità meravigliosa.

Nel 1872, di ritorno dall’Inghilterra, dove aveva fatto un noviziato industriale dei più fruttuosi, Franz Brandts, che allora aveva 32 anni — e politicamente figurava nel campo progressista, — iniziava, nella nativa München-Gladbach, un cotonificio che (essendo egli stato dei primi ad introdurre la tessitura variocolore meccanica) non tardò ad assumere le proporzioni di un vasto quartiere, al quale non manca neppure una chiesa, un edificio elegante e devoto, sulla cui facciata un angelo regge in un nastro, la frase significantissima: connubio in-