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IL BUON CUORE

Maccabei giacciono vittime immacolate, tutti in posizioni diverse e difficilissime. Un altro è ferito mortalmente sulla schiena. Accanto un altro dei fratelli si divincola fra le mani di un moro che con le tenaglie cerca di strappargli là lingua. A sinistra, assiso sul trono, il fiero monarca Antioco, circondato da’, suoi scherani, addita al superstite•Maccabeo il simillacro di Apollo. In mezzo a tanta strage, la madre. addolorata, ma senza versar lacrime, serena nello sguardo, esorta l’ultimo dei suoi figli ad incontrare coraggiosamente la morte, ripetendogli le parole bibliche: Peto, nate, ut aspicias ad Coelum. Un terzo quadro posto a destra del presbiterio rappresenta San Brunone che fa scaturire l’acqua dalle rocce del monte Chartreuse, quando, negli albori *della vita religiosa, i suoi compagni soffriva• no la sete. Meglio riuscito e più movimentato è il quadro che sta di fronte, riproducente Mosè che opera lo stesso miracolo di S. Brunone. La maestosa figura di Mosè: raggiante di luce e di maestà, forma come’ il centro di tutta la scena. All’intorno un popolo numeroso si muove e si agita: quel medesimo popolo che, poco prima, aveva sparlato del suo duce, perchè l’aveva tratto in quei luoghi a morir di sete. Bellissima tra le altre la figura di una madre che, seduta a terra, in dolce atto di amore, sorregge un bambino, lo accarezza e lo guarda con rara espressione di. sentimente. Quanto affetto in quelle sguardo! Altri quadri numerosi sono sparsi qua e là nelle pareti della chiesa, che si presenta come una vera pinacoteca. Fra le altre, le tele del cavalier d’Arpinò (1560-1640), mirabili per l’armonia delle tinte e l’espressione dei volti. Accanto alla chiesa sorge il cimitero della Certosa di dimensioni non molto vaste (18 per 13 e mezzo). E’ composto di quattro grandi loculi sepolcrali, ove si tumulano i religiosi senza ’Alcuna distinzione. Nel mezzo da una gran croce dritta e immobile nell’aria, scende una pace mistica, una dolcezza pura che dà all’anima un sensó di riposo dolce e soave! Terminiamo la nostra visita con un’occhiata al chiostro. Oltremodo gaio si presenta allo sguardo del visitatore il chiostro della Certosa, pieno di sere- ’ nità e di misticismo. Il lungó e maestoso porticato, l’architettura severa ed elegante, le aiuole, ricche di erbe e di fiori, le fontane fluenti acque saluberrime, tutto concorre a renderlo amenissimo e incantevole. Il suolo è ricoperto da una vera esuberanza di fiori smaglianti e vani, che prodigano all’aria l’ali* to voluttudso del loro profumo delicato e penetran- ’te. Dovunque- è un tripudio di vita e di vigore. E la vita quotidianamente.si rinnovella: si vedono cadere delle foglie secche e altre, turgide di linfa, aprirsi; dei fiori appassire ed altri sbocciare. Foglic, e fiori cademo per disolversi e alimentare nuove ge nerazioni di fiori e di foglie. E’ tutta una laude arcana e innamorata che dal seno della gran madre si slancia veemente incontro al sole che la feconda..

Questa è la meravigliosa Certosa di Trisulti. Qui, più che altrove, si sente la verità delle parole di Jean-Francois Ducis, il poeta tragico della Francia: «Che calma! che deserto! In una pace profonda non sento più muggire le tempèste del mondo.... Il mondò è sparito, il tempo si è fermato: Eternità sei tu che cominci per me?..... VINCENZO QUATTROCIOCCHI.


Religione


Domenica prima d’Avvento Testo del Vangelo.

Uscito Gesù dal Tempio, se n’andava. E se gli appressarono i suoi discepoli per fargli osservare le fabbriche del tempio. Ma egli prese a dir loro: Vedete voi tutte queste cose? In verità io vi dicci, non, resterà qui pietra sopra pietra senza essere scompaginata. Ed essendo Egli a sedere sul monte Oliveto, se gli accostarono i discepoli di nascosto, e gli dissero: Di’ a noi quando succederanno queste cose? e qual segno avremo noi della tua venuta e della fine del secolo? E Gesù rispose e disse loro: Badate che alcuno non vi seduca. Imperocchè sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre. Badate di non tufbarvi: conciossiachè bisogna che queste cose succedano; ma non finisce qui. Imperocchè si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno; e vi saranno delle pestilenze, e carestie, e terremoti in questa e in quella parte. Ma tutte queste cose sono il principio dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi faranno morire; e sarete.odiati da tutte le nazioni per causa del nome mio. E allora molti patiranno scandali, e l’uno tradirà l’altro, si’ odieranno l’un l’altro. E usciranno fuori molti falsi profeti, e seduranno molta gente. E per essere soprabbondata l’iniquità, raffredderassi la carità in molti. Ma chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvo. E sarà predicato questo Vangelo del regno per tutta la terra, per testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine. Quando ailunque vedrete l’abbominazione della desolozione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge comprenda): Allora coloro che si troveranno nella Giudea, fuggano ai monti, e chi si troverà sopra il solaio, non iscenda per prendere qualche cosa di casa sua, e chi sarà al campo, non ritorni a pgiliar la sua veste. Ma guai alle donne gravide, v che avranno bambini al petto in quei giorni. Pregate perciò che non abbiate a fuggire di verno o in giorno di sabato. Imperocchè grande sarà allora la tribolazione, quale non fu dal principio del mondo sino a quest’oggi, nè mai sarà. E se non fossero accorciati quei giorni non sarebbe uomo restato salvo; ma saranno accorciati que’ giorni in grazia degli eletti. Allora se alcuno vi dirà: Ecco qui, o ecco là il Cristo: non date retta. Imperocchè usciranno fuora