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di un affetto vero e tenace, pronti a darle non chiacchiere, ma fatti. Che dei giornalisti arrestino un istante l’attenzione del pubblico, in mezzo al turbine incalzante doi tragici avvenimenti dell’ora, su questa morte che nella macabra falciatura ii— ane di tante giovani vite potrebbe anche sembrare un episodio insignificante non parrà singolare nè strano. Questa nostra fatica quotidiana è cosi spesso tenuta a vile, questa professione nostra che potrebbe essere apostolato, è cosi spesso mestiere, l’opinione pubblica, in parte a torto ed in parte a ragione, è cosi propensa a considerare il giornalista come un venditore di fumo, che il sacrificio di una nobile esistenza come quella di Guy de,Cassagnac è un po’ motivo di legittimo orgoglio per tutta la classe, per tutti i giornalisti. La leggenda repubblicana ha additato nel deputato Bau+in, caduto sulle barricate sorte contro il colpo di Stato del due dicembre, come i rappresentanti del popolo sapevano morire per venticinque franchi al giorno. La realtà dell’oggi designa nel giornalista volontario vittima del suo amore per la patria, come si sappia morire per confermare coi fatti la parola sempre altamente predicata. E se oggi fosse possibile un augurio noi vorremmo far voti perchè la morte di questo valoroso giornalista fosse doppiamente utile al suo paese; restituendogli non solo la sua libertà politica, ma anche la libertà morale. Che lo straniero ripassi le frontiere è certo un beneficio per la Francia; ma un beneficio non meno grande sarebbe per essa se entro i suoi confini i migliori •ed i più generosi dei suoi figli non fossero più sottoposti ad un regime odioso di sospetti, di soprusi, di vessazioni ora subdole ora sfacciate. Per questa liberazione, non meno che per l’altra, Guy de Cassagnac deve avere, serenamente, versato il suo sangue. Il suo paese comprenderà, intero, il significato del suo sacrificio? G. M.


Religione


Domenica la d’Ottobre

Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù se n’andò al Monte Oliveto: e di gran mattino tornò nuovamente al tempio, e tutto il popolo andò da Lui, ed Egli stando a sedere insegnava E gli Scribi e i Farisei condussero a Lui una donna colta in peccato; e postala in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna or ora è stata colta che commetteva peccato. Or Mosè nella legge ha comandato a noi che queste tali siano lapidate. Tu però che dici?». E ciò essi dicevano per tentarlo, e per avere onde accusano. Ma Gesù, abbassato in giù il volto, scriveva col dito sulla terra. Continuando quelli però ad interrogano si alzò e disse loro: «Quegli che è tra voi senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei». E di nuovo chinatosi scriveva sopra la terra. Ma coloro, ud;to che ebbero questo, uno dopo l’altro se ne andarono, principiando dai

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più vecchi: e rimase solo Gesù e la donna che si stava nel mezzo. E Gesù alzatosi le disse: «Donna, dove sono coloro che ti accusavano? nessuno ti ha condannata?» Ed ella: «Nessuno o Signore». E Gesù le disse: «Nemmeno io ti condannerò; vattene e non peccar più». S. GIOVANNI, cap. 8.

Pensieri. Due grandi verità morali ci vengono ricordate da Gesù Cristo nell’odierno vangelo ecco la prima: innanzi di censurare i peccati altrui, pensiamo a correggerci dei nostri. Ciò non vuol dire impunità o connivenza del male; no. Ecco la seconda: Dio perdona anche i peccati più gravi, ma alla condizione di riconoscerli, di riprovarli, e di promettere con serio pròposito di non più ricadervi nell’avvenire. • •

E’ assai importante la’circostanza ricordata in principio dell’odierno vangelo. Cristo verrà chiamato giudice riguardo ad una grave colpa di disonestà. Or bene; Gesù se ne andò al monte Oliveto, e di gran mattino tornò nuovamente nel Tempio. L’Oliveto è il monte dove Gesù Cristo, quando era in Gerusalemme, recavasi a pregare. La preghiera, ecco uno dei mezzi più efficaci per tenerci lontani e farci superiori alle passioni del senso; la preghiera e il digiuno, che in senso largo può essere applicato al ritiro ed alla fuga delle occasioni cattive. La preghiera e il ritiro, allontanandoci dal mondo e avvicinandoci a Dio, deprimendo il corpo ed elevando l’anima, danno in noi il predominio alla parte spirituale, rialzano le forze morali, e diventano validissimo presidio a sentir meno e a vincere, ancorchè si sentano, le tentazioni del peccato. Grave insegnamento per coloro che, al ailontanare il rimorso e là riprovazione delle proprie debolezze dinnanzi alla coscienza, vorrebbero trovare un attenuante, una scusa nella forza irresistibile della passione. Pregate voi?... E sopratutto, fuggite voi le occasioni del peccato?... Gli Scribi e i Farisei conducono dinnanzi a Gesù Cristo una donna colta in adulterio, e lo richiedono del suo parere, ricordando che Mosè per tali colpe aveva stabilito nella legge la pena della lapidazione. Questo essi facevano, non tanto per zelo delle virtù per rispetto della legge, ma per aver occasione di accusare Gesù Cristo; perchè o egli assolveva la donna, si sarebbe gridato al trasgressore della legge; o egli la condannava, e avrebbe perduto in faccia al popolo quel carattere di indulgenza e di benignità, del quale gloriavasi e che tanto contribuiva ad acquistargli il favore del pubblico. A subdola interrogazione, Gesù Cristo non risponde; fa il distratto, e chinatosi scriveva per terra, quasi a dire: chi chiede con intenzione non retta non merita risposta. Ma continuando quelli a interrogarlo, si alzò disse: Quegli che è fra di voi senza peccato scagli il primo la pietra contro di lei. E tornò a scrivere per terra. Qual lezione racchiude questa solenne risposta?