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Anno XIII. 19 Settembre 1914. Num. 32.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —I cavalieri di S. Antonio del Fuoco.
Religione. —Vangelo della domenica III e IV dopo la Decollazione.

Una squadra di giovanetti ciechi dell’Istituto di Milano sul Monte Generoso.

Le colonie dello Stato di S. Catherine
Beneficenza. —Società Lombarda «Pro Ciechi»
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


Passeggiate in Ciociaria

I cavalieri di S. Antonio

del Fuoco


Un prezioso ricordo dei cavalieri laici di S. Antonio del Fuoco, esistiti nei secoli XI e XII, si trova in una meravigliosa chíesetta di Leccano, in Ciociaria; ed è tanto più notevole in quanto la notizia di quei cavalieri è diffusa solo come leggenda.

S. Maria del fiume, che noi dovremo esaminare per spiegarci la presenza del documento nell’affresco, ove si trova, sorge presso la riva sinistra del fiume Sacco, fuori del paese, in luogo amenissimo; ed è tale gioiello d’arte architettònica, da reggere bene il confronto — così per la fortunata completezza, come per la squisitezza dell’opera d’arte persino con i celebri monasteri di Casarnari e di Fossanova, che facilmente furono edificati dalle stesse maestranze che eressero questa chiesa di Ceccano..

La facciata di questa è ricca di un magnifico porlale’ di sesto tondo che mostra di singolare la mensola destra sorreggente l’arco, perchè invece di portar scolpiti i gigli come il corrispondente, mostra curiosamente i simboli dei Quattro Evangelisti. Le colonnine della porta, parimenti a quelle che adornano i pilastri — quasi a sorreggere le facciature delle volte — sono fregiate di elegantissimi anelli dai fini disegni, semplici, squisiti e tutti differenti, Come i graziosi capitelli e le relative basi. Il finestrone rotondo della facciata, ben conservato come tut-

ta la chiesa. non possiede delle colonnine tanto ricche di lavoro da poter gareggiare con certe di altri monumenti dello stesso stile; ma è bello. Vi sono tuttavia le grandi bifore ai lati della abside, che si mostrano assai fini ed elaborate anche a chi, per esempio, ha veduto in Fondi il ricamo meraviglioso delle bifore del Castello.

Ciò che assolutamente si mostra superiore, a sua volta, è il pulpito; altro stupendo gioiello, perfettamente conservato e ricco di ogni eleganza e di ogni ricercatezza. Singolare è la colonna tortile, situata nell’interno superiore dell’ambone, ad uso di candelabro — come in S. Maria in Cosmedin a Roma — e interessanti e suggestivi — prospicienti dalla deliziosa balaustrata di colonnine spirali — i due leggii, dei quali quello per il Vangelo ha un viso d’uomo curiosamente freddo e insignificante, e quello per il messale porta il giglio. Di tanta eleganza esiste anche una squisitissima vaschetta acquasantiera; però nel resto non vi è altro che di notevole.

Sul centro delle volte fermano la fasciatura decorativa gli stemmi della famiglia del fondatore: il cardinale Giordano del quale la chiesa possiede scolpito in marmo un grande e rozzo stemma cardinalizio, singolarmente semplice nella fioccatura del cappello. I fregi e le decorazioni sono costituite dalle fasciature dotate negli angoli delle pareti, dai rosoni che spesso le interrompono, e dalle corone elegantemente scolpite, le quali, con i capitelli e le esili colonnine, adornano semplicemente i pilastri.

In tutte le pareti, e sui pilastri, e nell’ampia abside, si scorgono dei numerosissimi affreschi

Questi — che costituiscono le ricchezze più notevoli ed interessanti della chiesa — furono dipinti, in varie epoche, dal secolo XIII in giù, e furono più volte imbiancati durante vari secoli.

Ognuno ricorda che i vescovi, dopo le visite episcopali, ordinavano che la chiesa visitata fosse imbiancata a loro spese. Fra questi riferimenti, si legge, mi pare, nei vecchi libri: Episcopus mandavit dealbari.

Il fatto dello spessore della calce che copre le pareti, è dovuto quindi a tale usanza episcopale, che