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Bisogna riconoscere, che la Commissione, composta delle più spiccate personalità di oltre una ventina di associazioni, americane ’del genere non sta risparmiando fatiche, per far di questa mostra una grande e I indimenticabile gioia dei sensi e.diell’intelletto. Tra i ciuffi arborei e tra le fiorite ’multicolori del convegno di detta mostra olezzante e meravigliosamente presentata, si avrà una visione raccolta e deliziosa della poesia del creato. E qui che si fermerà con piacere, chi ama l’orto ’pingue, la ’tavola gustosa e la freschezza ’delle belle frutta; chi ammira le coloriture varie di verdi teneri e di verdi intensi, di rosei diafani e di TOSSI crudi. E’ qui che l’appassionato potrà aspirare con gioia il profumo di una molteplice flora sua prediletta, godere artifiziosa •e strana bellezza delle orchilee, gialle, rosee o variegate, tutte inspiranti sensi di delicatezza e di lussuosità molle; deliziarsi alla vista dei gerani dai’ ’colori smaglianti, dei garofani, cresciuti con lungo studio, incrociati, affinati con intelligenze e con sapienza, meravigliosi per gran ’ezza e per varietà di colori, di quelli, ad esempio, violacei, di quelli tinti di solferino, di ’quegli altri rossi del cupo torbido rosso del sangue arterioso; di tutti i trionfi delle rose, di quelle aspre, appena dischiuse, di quelle dai colori indefiniti e di quelle dai coloni vivacissimi; delle azalee, dalla fioritura abbondante e dalla vivacità delle tinte; dei che, per le loro tonalità varie, Fanno pensare a certe mezze ’tinte di paraventi giapponesi dell’ibride gerbera, fiore di moda, decorativo per ecollenza, colorato variamente, in rosso, in giallo, in aranciato, variamente sfumato; come pure delle piante ornamentali, delle palme, dei capelvenere e delle felci, che esaltano tutte le gamme del verde, tutti i frastagli del Fogliame, tutta la varietà delle fresche chiome. Ed essendo. la California il paese eminentemente produttore di frutta, che hanno innondato oramai quasi ’tutti i mercati mondiali. l’anno venturo una gita a San Francisco Frutterà certamente vantaggi inestimabili non salo al ’fiorista ma anche all’orticoltore. E tanto i coltivatori quanto gli esportatori, nella futura gara universale, e nei diversi congressi, che ivi si terranno, parranno acquistare nuove vedute e nuovi amaestramenti, da servirsene poi nella gran lotta, che, per il congresso articolo, si è,generalizzata ed e diventata di moda in ogni paese del mondo. Insomma, questa prodigiosa mostra dell’orticoltura sarà l’esponente maggiore della california, la quale, per mezzo delle sue produzioni e delle sue specialità, dirà loro del suo clima quasi perfetto, e della fertilità e della estensione dei suoi terreni: dirà loro della fragranza sorprendente e della vista incredibile dei suoi moltiSsimi milioni id’alberiquan do sono fioriti: dirà loro infine dei profumi soavi e della fantasmagoria di colori, dei suoi g iardini. Avv. Prof. R. Giorgio.

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Dopo il temporale w Non piove più: finito è il temporale E dalle rotte nubi occhieggia il sole Vivi color pingendo nel trionfale Arco dell’iri fra topazi e viole. Come Najade uscita fuor dell’onda E’ rorida 1.1 terra, ed è fragrante L’aria detersa nella luce inonda. Umido ride fresco delle piante Tutto stillante il Verde: le cascate Riversan l’acqua, garrule cantando L’inno giocondo dell’ardente estate. Gli augelli in alto volan gorgheggiando, E, svanito il terror dell’uragano Placata l’ira della rea tempesta, In pace si conforta il monte e il piano, E a vita nova l’anima si desta. Torino Nic

Contessa Rosa di s. Marco..114.

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21.3,

Per la pace Appello a tutte le Donne del Mondo Per la pace. Ne più, ne meno. Per la Buona Pace! Alle Donne di tutte le Nazioni; di tutte le classi sociali; di tutte le Religioni, sia rivolto questo appello. Non vogliamo essere nè femministe, nè suffragiste, nè altro: vogliamo essere semplicemente noi:

Donne! Noi, coi nostri cuori di Madri, di Spose, di Figlie, di Sorelle; noi, le Donne di tutti i Paesi, che invochiamo insieme il ritorno della Pace.

E perchè questo? Perchè in tutte noi c’è un chè di Buono, Dolce, di Santo, di Amorevole; un chè, ’il quale ci fa odiare la violenza e ’la forza brutale; un che, il quale ci fa provare dolore per chi soffre. Facciamo dunque sì, che le nostre voci abbiano ad unire insieme, e che da ogni parte del mon Io s’innalzi un coro, che si elevi al disopra del rombo assordante della Guerra! Che questo CUPO, simile a voci di Arcangeli, possa dominare ogni altro suono, ogni altra voce, che non sia quella del Bene, dell’Amore vicendevole fifa i Popoli. M. E. B’. Milano, 26 agosto 1914.