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Vi meravigliate, dice Gesù, che io faccia festa pel ritorno dei peccatori? non è che io li anteponga ai giusti pei quali sento gioia abituale: la gioia straordinaria che sento per quelli è cosa naturale spontanea. E’ questione di conoscere la natura umana. Il peccatore pentito, ha gli stessi diritti del giusto? Parteciperà ai beni del Regno, come i giusti che non hanno offeso Iddio? Pare che una differenza fra il peccatore convertito, ed il giusto, si debba fare e noi la facciamo nelle cose umane. Qui sta il grande problema religioso ed il punto principale di divergenza fra Cristo ed i Farisei. Anche questi ammettevano che si dovesse perdonare ai peccatori pentiti, ma che acquistassero col pentimento gli stessi diritti dei giusti, no. Come, dicevano, noi che ci siamo affaticati tutta la vita ad osservar la legge, saremo messi alla stregua dei peccatori, dei pubblicani, che non curano la legge e questo perchè si sono convertiti? Il problema si affaccia alle nostre menti anche oggi e la grande rivelazione di Gesù è questa: che anche i peccatori pentiti, hanno gli stessi diritta al Regno dei giusti. Ce lo ha rivelato Gesù. Gesù solo ebbe il sentimento di Dio Padre, e come Padre, ce lo ha manifestato la paternità di Dio riguardo agli uomini. Il peccatore quando ’ha pianto il suo peccato, non reca più nocumento alcuno. Dio dimentica intieramente suo passato. Non fa più distinzione tra giusto e peccatore pentito. Tutt’e due hanno diritto ai beni del Padre, al Regno di Dio. Ricordiamo la parabola dei lavoratori! Nutriamo grande riconoscenza per Gesù che ci ha rivelato la sua grande vera esperienza Divina. Abbiamo bisogno tutti di questa dottrina, di questa speciale rivelazione di Gesù, poichè chi può dire: io mi sono sempre mantenuto giusto? Io non sono mai venuto meno ai miei doveri? Se è cosi, se tutti più o meno siano peccatori, quale sorgente di gioia nelle parole di Gesù: «il peccatore pentito, è riammesso ai beni del Regno.» Per quanto male sia stato speso il nostro tempo, non iscoraggiamoci, purchè cominciamo da questo momento a servire Iddio con sentimento di umiltà e di amore. •li•-gar

Domenica

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dopo Pentecoste

Testo del Vangelo. In quel tempo, mentre intorno a Gesù si affollavano le turbe per udire la parola di Dio, egli se ne stava presso il lago di Genezaret. E vide due barche ferme a riva del lago: e ne erano usciti i pescatori, e lavavano le reti. Ed entrato in una barca, che era quella di Simone, lo richiese di allontanarsi alquanto da terra. E stando a sedere, insegnava dalla barca alle turbe. E finito che ebbe di parlare, disse a Simone: Avanzati in alto, e gettate le vostre reti per la pesca. E Simone gli rispose, e disse: Maestro, essendoci noi affaticati’ per tutta la notte, non abbiamo preso nulla: nondimeno sulla tua parola getterò

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le reti. E fatto che ebber questo, raccolsero grande quantità di pesci; e si rompeva la loro rete. E fecero segno ai compagni, che erano in altra barca, che andassero ad aiutarli. Ed andarono, ed empirono ambedue le barchette, di modo che quasi si affondarono. Veduto ciò, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: Partiti da me, Signore, perchè io son uomo peccatore. Imperocchè ed egli, e quanti si trovavan con lui eran restati stupe fatti della pesca chè avevan fatta di pesci. E lo stesso era di Giacomo e di Giovanni figliuolo di Zebedeo, compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: Non temere: da ora innanzi prenderai degli uomini. E tirate a rivai le barche, abbandonata ogni cosa, lo seguirono. S.

LUCA. Cap

5.

Pensieri. Abbiamo nel S. Vangelo il racconto di una pesca miracolosa, che, senza dubbio, è simbolo di pesca spirituale; perchè Gesù dice: d’ora innanzi sarai pescatore di uomini. Che cosa vuol dire? Certo il desiderio di renderci. utili ai fratelli, di divenire causa di bene, è inseparabile della vita e della professione di cristiani. In quanto tali, dobbiamo tendere, adoperarci perchè i nostri fratelli si avanzino nella via iella vèrità e della giustizia: andiamo dunque alla scuola del Vangelo, per conoscere il segreto della buona riuscita della nostra pesca spirituale. Gesù dopo avere dalla barca ammaestrato le turbe, dice, a Simone: Prendi il largo e cala le tue reti per la pesca. E Simone risponde: Maestro, tutta la notte abbiamo preso nulla; però sulla tua parola calerò la rete. Che cosa c’insegna l’inutilità degli sforzi, delle fatiche di Pietro e dei compagni? Tutta la notte senza prender nulla! Che cosa mancava a Pietro? l’attività? l’esperienza? l’arte? No certo. Conosceva il lago, e la sua era arte da maestro. Gli mancava tuttavia qualcosa, una cosa che solo la parola di Cristo poteva dargli. Pietro nonostante la sua esperienza, la sua arte nella pesca, dice: Signore, capisco che non riesco a nulla». Il primo sentimento che deve riempire l’animo di chi vuol essere pescatore di uomini, dev’essere la convinzione dell’inutilità dei mezzi umani, per la riuscita, il sentimento sincero della propria incapacità naturale. Perché? perchè l’uomo per quanto grandi, elevate siano la sue attitudini, per quanto sapiente, non può dare che idee; ora non sono le sole idee che migliorano il mondo, ma sono le realtà celesti, trascendenti che sfuggono alle forze naturali dell’uomo. Nè crediate che questo sentimento sia proprio esclusivo di quelli che si sentono ignoranti; no, questo sentimento cresce in noi, a misura che in noi cresce la scienza. Alcuni cre ’otto che la scienza faccia insuperbire. Sono genti questi che noh hanno mai studiato. Che il sacerdote addottrinato debba invanirsi! Non hanno alcuna esperienza! Non c’è come chi conosce tutti i mezzi umani, che conosce come la pesca spirituale trascende tutte le forze umane, per umiliare, anzichè insuperbire. Disprezzeremo dunque tuttte le attitudini umane? Sarà dunque indifferente esser dotti o ignoranti? l’avere