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è il giovane professore dottor Trezzini del Seminario di Pollegio, uno dei più studiosi sacerdoti ticinesi, già allievo delle Facoltà di teologia e di legge di Friburgo. I cappellani vengono eletti dal Consiglio federale su proposta del Dipartimento federale militare: devono perciò conoscere le lingue parlate nei rispettivi reggimenti e lazzaretti, essere atti al servizio ed aver fatto il corso di recluta, essere raccomandati dal rispettivo governo cantonale ed avere il consenso del comandante di reggimento o del corpo cui vengono addetti, col grado di ca‘to maggiore del reggimento o del lazzaretto: seguono pitano (come già si è accennato). Fanno parte dello Stale truppe nei corsi di’ ripetizione e nelle manovre, ma non vengono chiamati che eccezionalmente durante il servizio d’istruzione, o corso di reclute. L’articolo 14 del decreto federale 21 luglio 1882, cosi ne traccia il compito. «Le funzioni dei cappellani militari consistono nel celebrare l’ufficio divino, nel dare le cure spirituali agli ’infermi ed ai feriti, ai doloranti cd ai moribondi e nel soddisfare tutti gli altri bisogni religiosi dei soldati. Inoltre si adopreranno colla parola e coll’esempio, coi consigli •e coi conforti, a far regnare fra i soldati uno spirito buono. Secondo le circostanze li esorteranno a fare il loro dovere, ad applicare l’animo a cose serie, a mantenere strettamente la disciplina; ne rialzeranno il coraggio nelle fatiche e nei pericoli; impediranno con ogni possa le violenze e gli eccessi, interverranno nelle contese e faranno appello ai sentimenti d’umanità fra amici e nemici». E l’articolo 20 stabilisce: «Durante un servizio di lunga durata o in caso di guerra si darà ai soldati l’agio di comunicarsi e di ricevere i santi Sacramenti secondo il rito della loro co-nfessione».

La Società dei cappellani militari si è costituita precisamente al fine di studiare in comune i mezzi migliori di applicazione e di sviluppo di questi due articoli, ed ha la soddisfazione di poter constatare che l’opera sua non è rimasta sterile. L’accordo ha giovato, fra l’altro, al suo prestigio in alto ed in basso, e proposte di modificazioni e di miglioramenti presentate all’autorità militare vennero accolte e tradotte in pratica. Gli uffici divini celebrati in campo hanno conservato e quasi si direbbe aumentato la loro imponenza. Di essi così scrive il generale francese Langlois, direttore della Revue militaire generale ed ora membro dell’Accademia di Francia, a riguardo delle manovre svizzere del 1907: «Domenica, I settembre, in ogni raggruppamento un maestoso servizio religioso viene celebrato in piena campagna dai cappellani militari; esso è, naturalmente, facoltativo, si può tuttavia dire che.. non vi sono astensioni.» La forza militare della Svizzera è sopratutto morale, e quanti sentono profondamente la superiorità delle forze morali sopra tutte le altre comprenderanno perchè io ammiri il suo esercito». Si noti che il servizio od ufficio divino in campo non si limita alla celebrazione della messa: sempre il cap pellano militare tiene un discorso dimostrante l’indissolubilità dei sentimento religioso e di quanto profitto questo torni a quello; da qualche tempo vi si è aggiunto in dati reggimenti — •e l’uso viene generalizzandosi - il canto dei soldati in corpo, sull’esempio della Germania. La Società dei cappellani militari si’ è occupata anche del libro delle preghiere per il soldato e nel 1889 il pastore Alfredo Cèresole, ex-cappellano d’un reggimento vodese, provvide pei soldati protestanti della Svizzera francese coll’opuscolo Aux soldats suisses che esercitò un’influenza benefica; e nel 1908 il cappellano militare Widmer d’Argovia ne compose uno pei soldati cattolici della Svizzera tedesca: Der Schweizer Soldat, che subito fu tradotto ed adattato pei soldati della Svizzera francese dal cappellano militare Savoy di Friburgo e del quale sento che è prossima anche l’edizione italiana pei soldati ticinesi. Il libro del Widmer - Savoy è riuscitissimo; i competenti lo dicono migliore assai del Gebeltbuch (libro in preghiere) del soldato dell’impero tedesco. In non molte pagine si trovano condensate succosiss’imamente lezioni di religione, di storia e di civica: lo si direbbe uno di quei libri piccoli di mole ma che davvero rifanno la gente. I Cappellani militari del Canton Ticino sono due: uno pel reggimento ticinese e l’altro pei forti del San Gottardo: questo ultimo l’ho già accennato; il professore dottor Trezzini, càppellano del reggimento fu per lunghissimi anni il sac. Raffaele Gianora, antico alunno dei Seminarii diocesani di Milano, morto nel 1910, come assistente dell’Ospizio bleniese di Maria Ausiliatrice all’Acquarossa; a lui successe l’attuale parroco di Moribio Inferiore, don Alfredo Noseda, che è uno dei migliori sacerdoti d’azione e di carità ed insieme uno dei più colti della nostra diocesi. I Cappellani militari del Canton Ticino sono due: gionese fu pure per molto tempo l’attuale vescovo di Coira mons. dottor Giorgio Schmidt von Gruuneck, prelato eminentemente sociale, amatissimo anche nella parte italiana della sua diocesi. g. b. tn. --•.jz. "o•.l’.•

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LA VITA AL POLO NORD

Gli Eschimesi Sono selvaggi, ma non crudeli; non hanno governo, ma non mancano di regole sociali; sono incredibilmente ignoranti, ma pur posseggono una più che notevole intelligenza. Il loro temperamento è fanciullesco ed essi come i fanciulli si deliziano di piccole cose. Ma sono forti d’animo, come possono esserlo gli uomini civili più maturi e i migliori tra essi sono fedeli fino alla morte; dividono il loro ultimo bocone con chiunque sia affamato; non mancano mai di provvedere ai bisogni dei vecchi e dei deboli della tribù. Sono sani e di sangue puro; non hanno vizi, non bevano, non uccidono, non hanno abitudini cattive, non conoscono