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signore e signorine benefattrici dell’Asilo Infantile dei Ciechi, ed ora ci riunisce qui per una festa di carattere quasi direi famigliare. Si tratta della inaugurazione e della benedizione di un’artistica bandiera, che le signore e signorine componenti il Comitato pro Asilo donano alla istituzione pietosa, coltivata con amore materno ed ora da tutti ammirata come una delle più belle fioriture della beneficenza milanese. Felice il pensiero del tricolore per l’Asilo che porta il nome di un sacerdote intemerato, di un sacerdote che ha assistito con santo entusiasmo alla grande epopea nazionàle ed ha di poi consacrato la sua vita, il suo ingegno e il suo cuore alla assistenza dei ciechi e alle più belle battaglie per il trionfo dei più nobili ideali religiosi e patriottici. Ma se fu felice il pensiero del vessillo, poco felice fu quello di rivolgersi a me ultimo gregario del Comitato, per la presentazione. Mi sento però onorato e mi compiaccio di poter aprire il mio cuore qui dove abbiamo tanto lavorato, qui dinanzi a voi, gentili e laboriose benefattrici, a voi, onorevole e benemerito Consiglio reggitore di questo grande e benefico Istituto. Mi valga il buon volere... Ricordo una data. Ricorre oggi il nono anno dacchè le porte del nuovo Asilo si apersero per raccogliervi i primi bambini ammessi al be-neficio. Come nacque il nobile proposito di erigere questo Asilo Infantile? Una gentile poetessa, Pia Albert, convinta della necessità di questa istituzione per aver constatato casi lagrimevoli, lanciò l’idea porgendo il primo obolo. L’una e l’altro furono raccolti da Mons. Luigi Vitali, che, alla testa di una eletta di benefattrici, sotto l’augusto patronato di S. M. la Regina Madre, riuscì in breve a risultati superiori ad ogni previsione. Nel fervore del lavoro, un’altra poetessa, la illustre sig.a Maria Pezzè Pascolato, rispondendo ad affettuoso invito dell’amata zia, la nostra benefattrice Giuseppina Robecchi Gagliardi, veniva a portare il suo fiore alla istituzione ed esclamava: Pupille spente e faccine serene, quante cose insegnate al nostro cuore!; Pur nell’ombra — ci dite — è qualche bene, l’olezzo è dolce, s’anco ignoto è il fiore; e pur senza vedere d’onde viene, è tanto dolce un bricciolo d’amore! Indoviniam le stelle dalla brezza e il viso dalla man che ci accarezza. Ora io guardo alla bandiera in cui s’intreccia il gruppo del Cristo che, circondato da bambini, così parlaVa: Lasciate che i pargoli vengano a me, e rivolgendomi a Mons. Luigi Vitali, all’amico carissimo, dico: -Voi non avete potuto come Cristo dare la vista ai ciechi, ma avete però dato ai vostri protetti la luce. dell’anima, sicchè molti e molti infelici, appunto per voi, così esprimono la loro gratitudine: InclOviniam le stelle dalla brezza -- e il viso dalla man che ci accarezza. Nel benedire questo bel simbolo, che parla di ita lianità pur nel mesto ambiente di beneficenza a favore di poveri bambini privi del dono della vista, voi, Mons. Vitali, avrete certamente il pensiero rivolto a tutte le benefattrici e a tutti i benefattori dell’opera pia. Due nomi soli io pronuncio: quelli di S. M. la Regina Madre, Patronessa dell’opera dal suo inizio, e quello di S. M. la Regina d’Italia; e sorvolo su tanti altri nomi che mi vengono spontaneamente alle labbra, perchè il gran libro della beneficenza li segnala con fulgide note. ’ Voi, Mons. Vitali, memore di tutto e di tutti, rivolgerete pure un affettuoso pensiero alle benefattrici e ai benefattori che assistono a questa cerimonia dal regno degli spiriti immortali. I nomi indimenticabili della prima presidente, la contessa Amalia Sola, e della sua succeditrice, la marchesa Maria Trotti, sono impressi nel - nostro cuore, insieme a quelli delle rimpiante signore Crespi e Spasciani, e voi, ricordandoli con noi, con noi pure ricordate il benemerito presidente avv. Sala e il buon dottor Brera, inviando uno speciale pensiero di gratitudine all’economo Gnisi, che dedicò le preziose energie de’ suoi ultimi anni all’erezione del nostro Asilo. Per gradito ed onorifico incarico dell’egregia pre,idente, la nobildonna Bice Greppi, io v’invito adunque, reverendissimo Monsignore, a benedire il vessillo che deve poi essere affidato alla sicura custodia dell’onorevol. Consiglio di questo grande Istituto. Monsignore, vi presento il bel simbolo con un fervido voto, al quale si associano i presenti e gli assenti: che questo tricolore da voi benedetto allieti per molti anni il vostro cuore di sacerdote italiano e vi sorrida oltre quel giorno in cui alla vostra memorabile Messa d’oro farà riscontro festoso la vostra Messa di diamante! Noi tutti attendiamo fidenti l’alba di quel giorno. Il bellissimo discorso del benemerito Vice-Segretario del Comitato dell’Asilo, Sig. Cornelio al quale molto si deve per l’opera stessa fu fatto segno alla più sincera approvazione. Monsignor Vitali, appena il Sig. Cornelio ebbe finito di parlare, vestito col rocchetto e la mantelletta prelatizia, recitate le preci liturgiche, fece la trina aspersione alla bandiera coll’acqua benedetta. Il lembo della bandiera era tenuto dalla Madrina, Signora Augusta Denti, avendo a lato la Presidente del Comitato, Nooile Bic’Greppi. inonsignor Vitali, ringraziando poi il Sig. Cornoll° delle nobili parole dette, rivolto ai presenti manifestava la sua soddisfazione pel dono offerto dalle signore Patronesse all’Asilo; disse che quel yessillo riassume tutti i graditi ricordi della provvidenziale istituzione, i primi progetti dell’opera, i tentativi, gli aiuti per farla rai scire. Ebbe parole di speciale riconoscenza alla prima Presidente la Contessa Amalia Sola, seguita poi dall a Marchesa Trotti, ed ora dalla Nobile Bice Greppi, unita alle Presidenti precedenti con un doppio vincolo, della parentela, del senso dell’amore ai bambini: ricordò i t’feste cosi bene riuscite per dare aiuto all’asilo, le fiere di beneficenza,la festa delle ova; ricordò il concorse prestato dalla Segretaria del Comitato, Signorina Matelda Cai rati, dai defunti dottor Lorenzo Brera ed economo etly’