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Oh! egli l’ha ben detto: far salvi tutti coloro che conosceranno Dio, e che crederanno nel Cristo, mandato da Dio sopra la terra. Crediamo noi colla mente? col cuore? colla volontà? Nella nostra vita agisce il cristianesimo, od il pa• ganesimo d’oggi? Sono le massime di Gesù o quelle del mondo che ci informano?! E diciamo di credere così? B. R.


Le colonie del Rio Grande Do Sul NELLA ZONA CENTRALE DEL

Rio GRANDE.

Una ferrovia, terminata poco fa, collega Uruguayana a Porte Alegre, la capitale dello Stato. E’ questo uno dei due tronchi ferroviari più importanti del Rio Grande do Sul; esso attraversa lo Stato da est ad ovest. L’altra linea importante è quella che, venendo da Montevideo, entra nel Rio Grande a Sant’Anna do Livramento e, traversando lo Stato da sud a nord, ne esce al di là di Passo Fundo, e prosegue poscia, per gli Stati di Santa Catharina e Paranà, fino a S. Paolo ed a Rio de Janeiro; vi è, dico, la possibilità, ma non generalmente la -onvenienza per passeggieri e tanto meno per le merci; dimodochè gli uni e le altre seguitano per ora a servirsi delle vie del mare. La ferrovia che da Uruguayana conduce a Porto Alegre, percorre la depressione centrale dello Stato formata dai bacini dei due fiumi Ibicuhy e Jacuhy che corrono lo Stato in senso inverso l’uno all’altro, gettandosi il primo nel fiume Uruguay, l’altro nel Lago dos Patos, che è in comunicazione coll’Atlantico presso la città di Rio Grande. Sono 850 chilometri che il treno percorre in 24 ore all’incirca. Vicino ad Uruguayana, e per un tratto di qualche centinaio di chilometri, l’aspetto del paese rassomiglia a quello del dipartimento di Artigas della vicina Repubblica dell’Uruguay che con esso confina: è una zona tutta ondulazioni amplissime e blande, coperta di praterie ove il terreno è poco profondo e la pietra affiora qua e là; la vegetazione arborea vi è scarsa. Si traversano Turo Passo, Ibirocay, Alegrete, paesi essenzialmente brasiliani, abitati quasi esclusivamente da popolazione indigena, non molto progrediti. Ma passato Alegrete il paesaggio cambia aspetto; in lontananza si delineano catene di monti, e si comincia a trovare abbondante vegetazione arborea e vere foreste, due cose che rallegrano la vista di chi viene dalle sterminate e spoglie pianure dell’Argentina e dell’Uruguay. La flora e la fauna mostrano esemplari sub-tropicali: nei boschi abbondano le piante di banana, di pere • bas, di figueiras, dai pendagli lanosi pioventi dai granJi rami. Tutto il vasto territorio è destinato al pascolo del bestiame, specialmente bovino, che vive quasi abbandonato a sè. Ossa e carogne di buoi, rimaste insepolte ove caddero, si vedono tratto tratto; le mandre dei buoi fuggono impaurite all’appressarsi del treno, e nonostante

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che tutto lungo la strada d’ambo i lati•sia teso un recinto di filo di ferro, non è raro che il convoglio sia costf etto ad arrestarsi per qualche capo di bestiame che si para sul binario. La ferrovia percorre tratti lunghissimi senza che si vedano nè uomini nè case, essendo la regione scarsamente abitata: sí notano vaste zone di terreni paludosi; sebbene a Porto Alegre lo si neghi, credo che in questa regione non manchi la malaria, secondo che mi fu o ffermato anche da alcuni lavoratori spagnuoli coi quali parlai alle stazioni dí Cacequi e di Umbù: essi stessi erano stati attaccati dalla febbre. A nord della strada ferrata, a 40 chilometri dalla stazione di Umbù si trova la colonia Jaguary popolata in parte da italiani: di questa parleremo più tardi. Alla distanza di circa 300 chilometri da Porto Alegre si trova Santa Maria da Bocca do Monte, il centro delle ferrovie Riograndesi, cittadina importante che conta circa 15.000 abitanti e ne comprende 35.000 nell’intero municipio. Ad una trentina di chilometri da Santa Maria, sempre a nord della ferrovia Uruguayana-Porto Alegre, ed assai più vicino alla ferrovia che da Santa Maria va a Vera Cruz Alta, si trova la colonia Silveira Martins quasi interamente popolata da italiani. Dopo Santa Maria il paesaggio cambia aspetto: nelle città e nei paesi che si incontrano si cominciano a vedere case all’europea, e coltivazioni nella campagna; è l’impronta dell’immigrazione. Infatti, a cominciare da Cachoeira, cittadina di circa 8000 abitanti, si trova una percentuale sempre maggiore di stranieri nella popolazione. Cachoeira è popolata prevalentemente da brasiliani, ma vi sono in numero considerevole i tedeschi ed anche gli italiani: di questi circa un migliaio sono sparsi nei nuclei coloniali di Paraizo, Dona Francisca e Agudo, che fanno parte del municipio. Il tabacco è la coltivazione principale di quel municipio; vengono poi il riso, i fagiuoli, le patate, la mandioca. Si dice che vi siano in questo municipio importanti giacimento di carbone e di ferro, ma per adesso i tentativi per estrarli non dettero resultati importanti. Avvicinandoci a Porto Alegre la ’ferrovia traversa tutta una zona colonizzata e popolata dai tedeschi; ivi si trovano San Joào de Montenegro e San Leopoldo, centri urbani completamente tedeschi che son venuti assumendo considerevole importanza. (Continua).

ONORANZE A GIULIO TARRA. Ricorrendo il 10 giugno p. v. il venticinquesimo anniversario della morte di Giulio Tarra, già da qualche tempo è sorto un Comitato d’insegnanti che attende a promuovere degne onoranzé alla memoria del benefico e sapiente educatore, al quale devesi la redenzione dei sordomuti, oggi educati con la parola. 11 Comitato ebbe l’unanime consenso, poichè in breve tempo raccolse numerose adesioni fra autorità, senatori, deputati, cittadini cospicui, insegnanti, istituti e scuole d’ogni grado; un vero cordialissimo plebiscito di ammirazione e di venerazione.