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Anno XIII. 16 Maggio 1914. Num. 20.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Il “buon carceriere„ di Pio VII — La Sicilia di oggi.
Religione. —Vangelo della quinta Domenica dopo Pasqua. Le colonie del Rio Grande Do Sul — Necrologio Félix F. Bernasconi.
Beneficenza. —La Società Lombarda «Pro Ciechi». — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi. — Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


Il “buon carceriere„ di Pio VII


Nella rievocazione dei ricordi riguardanti la fine ella cattività di Pio VII in Savona ed il suo ritorno trion fale a Roma, attraverso l’Italia centrale, non mi pare ch e sia stato messo nella evidenza meritata un nome il quale pure lasciò larga traccia di sè nella storia politico religiosa del secolo nostro.

Era allora prefetto dello spartimento di Montenotte, nella cui giurisdizione stava Savona. il giovane march ese Antonio Brignole Sale di Genova, di sensi schiettamente e profondamente cattolici, ed animo così amante della libertà come della religione; precisamente l’opp°stn del suo antecessore, il barone di Chabrol che nel1e ’nani di Napoleone si addimostrò invece uno dei più Pe rfidi ed odiosi strumenti di oppressione verso il vener bdo pontefice. La madre del Brignole, marchesa Anna nata a Pieri Sanese «aveva abbracciato a pieno il partito del Bonaparte console e imperatore: ricca, giovane tu ttavia, disinvolta e libe^ale appartnevi ^l numero del’e.1, signore eleganti che frequentavano assai la casa del ’llerand. Nei primi tempi del Consolato aveva reso servigi al Consalvi» (poi cardinale segretario di Stato) e nel novembre del 1813 essendo dama di onore dell’imperatrice, venne mandata presso il S. Padre per riaprire le trattative circa la riaccettazione del concordato di Fonrinebleau del quale Pio VII aveva disdetto ed annullar° gli articoli, ma senza ottenere maggior fortuna che non avessero poi le pratiche di monsignor Fallot de `’eaumont vescovo di Piacenza. Le aderenze della ma dre spiegano l’alta situazione fatta al figlio sebbene non ancora trentenne; la sua designazione caratterizzava del resto la nuova orientazione che in confronto del Pontefice imponeva a Napoleone l’incalzare degli avvenimenti. Il marchese Brignole Sale appena avuta la nomina corse dal Papa rimettendola nelle sue mani. E Pio VII gli comandò di accettare riconoscendo come una grazia speciale di Dio che tale uomo, in quei momenti, fosse proposto al governo di quello spartimento: lo chiamava poi sempre «il mio buon carceriere» e davvero che niun alto personaggio ebbe mai «carceriere» più affezionato e premuroso. La mattina del 17 marzo il prefetto di Montenotte, di buon’ora, annunciava raggiante di gioia, a Pio VII: «Vostra Santità è libera e può partire fin da domani» Domani no, rispose il Papa, perchè è la festa di Nostra Signora della Misericordia e voglio celebrare la messa nella vostra cattedrale. Partì infatti il 19, ed il 25 a Castelguelfo, passato il Taro, veniva dalla scorta francese consegnato ai generali austriaci Nugent e Starhemberg che l’attendevano in assisa di gala coll’esercito schierato, in grande tenuta e festante sulla destra del fiume. Il colonnello che alla testa di un reggimento ungherese primo accolse e scortò Pio VII accompagnandolo poi fino a Roma, era il colonnello Radetzky. •

Il marchese Antonio Brignole Sale era nato a Genova nel 1785 dalla illustre famiglia che diede alla repubblica i due dogi (Gian Francesco fece costruire nel 1835 il Molo nuovo). S’è già visto quanto rapida ne fosse la carriera; la fiducia dei suoi concittadini non fu minore di quella dimostratagli da Napoleone, poichè l’anno dopo, nel 1815, la Repubblica genovese lo inviava a Vienna al congresso affinchè ne difendesse la indipendenza. A Vienna il giovane magistrato sostenne la causa affidatagli con tutto il valore del suo ingegno ed il calore del suo cuore, presentando note memorie ed un disegno di costituzione che testimonia quanto egli comprendesse i bisogni dei tempi.. Nella impossibilità di salvare la indipendenza ottenne che almeno si conservassero alcune franchigie; tutti i plenipotenziari, e primo il Metternich. riconobbe che Genova non avrebbe potuto raccomandare i propri interessi meglio che al Brignole Sale,