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150 IL BUON CUORE


E’ uno degli Stati del Brasile a clima più temperato; il termometro può ragiungere in estate il massimo di 36", in inverno raramente scende a 0°: il fatto che le alte temperature durano solo poche ore del giorno e che le notti sono sempre fresche, verificandosi un abbassamento anche di 15 o 20 gradi, rende sopportabili anche i massimi calori dei mesi di dicembre, gennaio, febbraio,:estate dell’emisfero australe. Le pioggie sono abbastanza regolari ed abbondanti, specialmente nella regione settentrionale, e ciò costituisce grande vantaggio per l’agricoltura. Lo stato è in complesso assai salubre, specialmente nella zona montagnosa, ove si trova la maggior parte delle colonie agricole italiane; malattie tropicali come la febbre gialla, il beri-beri, non si hanno nel Rio Grande se non come oasi sporadici, importati spesso dagli Stati del nord del Brasile. Non mancano apparizioni periodiche di colera e di peste bubbonica, come avvenne l’anno scorso, ma non assumono generalmente proporzioni molto importanti. La malaria, che manca affatto nelle colonie italiane del nord dello Stato, esiste in certe zone della parte centrale e lungo il mare, ma è assai limitata e non entra con cifre importanti fra le cause della mortalità, come lo• è negli Etati del nord del Brasile ed anche, ma in proporzioni minori, nei due Stati di Santa Catharina e Paranà. Le malattie predominanti sono la dissenteria, le febbri tifoidee, e specialmente le malattie polmonari e la tubercolosi: diffusi sono pure i reumatismi, nondimeno, nel complesso è un paese sano. La superficie dello Stato è di 236.553 km.q. cioè 50.000 kmq. meno di quella dell’Italia; I ecifre della nopolazione sono incerte, mancando censimenti recenti. Si calcola vi siano nello Stato da 1.300.000 ad 1.600.000 abitanti. Dopo lo Stato di S. Paolo ed il Distretto Federale di Rio de Janeiro, il Rio Grande do Sul è lo Stato più progredito della Repubblica; la sua prosperità è dovuta allo sviluppo che vi hanno preso l’industria dell’allevamento del bestiame, l’industria agraria, ed anche alcune industrie per la lavorazione dei prodotti del paese. Lo Stato è diviso, da una depressione centrale formata dai due fiumi Jacuhy e Ibicuhy, in due parti che presentano sospetti diversi sia orogra9.camente, sia dal punto di vista della produzione: al nord sono monti coperti di foreste, ed è la znoa esenzialmente agricola; al sud la pianura leggermente ondulata, detta campanha, interrotta da poche catene di colline, la zona del pascolo: qua sono i gauchos brasiliani che allevano il bestiame, là i coloni immigrati dall’Europa che coltivano la terra. Le colonie agricole italiane, aggruppamento numeroso, omogeneo, caratteristico, si trovano in quella prima zona a nord est, fra i monti; ma italiani più o meno numerosi si trovano dappertutto, e formano nuclei considerevoli nelle principali città dello Stato, dediti ai diversi mestieri e negozi.

Prima di parlare delle colonie italiane del nord che sono quele per noi più importanti, accennerò alla parte meridionale dello Stato, sostanzialmente diversa da quella del nord. La zona meridionale del Rio Grande Do Sul. DA URUGUAY NA A PORTO ALEGRE.

Entrai nel Rio Grande do Sul dall’estremo limite sud ovest, passando la frontiera della Repubblica Orientale dell’Uruguay a Quarahim, piccola stazione situata preso alla confluenza del fiume omonimo e del Rio Uruguay, che segna il triplice confine fra il Brasile, l’Uruguay e l’Argentina. Sul fiume Quarahim manca il ponte; il treno della Repubblica Orientale proveniente da Paysandu e da Salto, dopo aver traversato l’estremo dipartimento di Aritgas, dalle immensè praterie ondulate, popolate di mandre di buoi, si arresta sulla riva sinistra del Rio; non vi sono case, non vi è stazione; solo qualche baracca di legno per deposito di carbone ed un pontile d’approdo donde si imbarcano merci e passeggeri per il trasbordo. Il treno Brasiliano, sull’altra sponda, prosegue per due ore verso nord, fino ad Uruguay, la città più occidentale del Rio Grande do Sul. Il Rio Grande do Sul per ora è collegato all’Uruguay solamente da. questa e da un’altra linea ferroviaria che passa il confine a Sant’Anna do Livramento; ma sono già in costruzione altri rami di ferrovia, che allacceranno in vari punti i due Stati. LA COLONIA ITALIANA DI URUGUAYANA.

La cittadina di Uruguayana situata sulla sinistra del fiume Uruguay, quarta o quinta per ordine di grandezza e di importanza nello Stato, ha circa 15.000 abitanti; l’intero suo municipio ne conta circa 28.000. Si avverte subito che è città di confine; vi si parla tanto lo spauolo come il portoghese, vi è un transito considerevole di merci e passeggeri. Essendo situata a tre e più giorni di distanza dal porto di Rio Grande, l’unico porto dello Stato situato sull’Atlantico — e pur questo poco frequentato da piroscafi transatlantici — tutto il suo commercio, come quello della vasta regione che forma l’estremo angolo orientale dello Stato, trova convenienza a prender la via del fiume Uruguay; per la quale, in meno di tre giorni di viaggio, parte per ferrovia, parte in piroscafo fluviale, si arriva a Buenos Aires,od al porto di Montevideo, ove fanno scalo continuamente i migliori transatlantici europei. La colonia italiana in Uruguayana è la più importante delle colonie straniere; conta otlre duemila individui, compresi i figli degli italiani nati sul luogo: vi sono medici, industriali, professionisti, operai. Tutti provengono da Lauria: di Lauria sono anche il parroco ed il vice parroco. Nei dintorni di Uruguayana, quasi esclusivamente dedicati al pascolo, per opera di italiani si è introdotta la coltura della vite che già ha dato vita ad una industria vinicola considerevole. " ( Continua).