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città in cui pare si riversi ogni gente d’Europa, siamo in New York. Il crescere vertiginoso degli immigrati europei preoccupa l’ordinario diocesano, che ne scrive fra altri al compianto don Rua domandando missionari. italiani nel 1893 e la dedicano a Maria Ausiliatrice. La I Salesiani assumono colà una vastissima parrocchia di Mamma dei Salesiani li benedice e questi crescono in numero e in opere. Nel 1902 assumono una seconda grande parrocchia, pure per gli immigrati italiani nella stessa città, e in breve fondano nello Stato di New York un fiorente collegio e altre parrocchie in Patterson e a Port Chester nel medesimo Stato. La parrocchia è parola breve, o signori, ma pei Salesiani essa riassume attorno a sè un cumulo di opere: scuole, oratori festivi, teatro, musica, circoli, segretariati, associazioni religiose, di azione cattoliche e di azione cattolico sociale e di simili. Passando da questo ad altri Stati della stessa,Federazione i salesiani assumono due altre grandi parrocchie per gli immigrati italiani in San Francisco e una terza per gli immigrati portoghesi in Oakland di California. Chi sono frattanto questi popoli che emigrano? Sono in genere popoli esuberanti a vita. I popoli stazionari infecondi, invecchiati, non hanno emigrazione. I popoli giovani, robusti, chiamati ad un grande avvenire, sentono il bisogno di espandere l’esuberanza della vita e di invadere il mondo. Ora per queste schiere di giovani e generose energie, per queste folle irrequiete ed erranti è altissima provvidenza, è necessità urgente che il sacerdote apostolico le accompagni, le aduni all’ombra della croce, le conservi nei padiglioni della Fede. Non tarderanno a formarsi fiorenti cristianità in cui le nuove generazioni rinnoveranno gli esempi splendidi delle primitive colonie cristiane dei gloriosi tempi apostolici. Mirabili spettacoli di fede e di operosità cristiana in cui il clero secolare ed il regolare di varie nazionalità vanno a gara a chi compie maggiori prodigi di eroismo nell’organizzare opere per la salvezza delle anime. Senza di ciò avremmo immense, irreparabili rovine. Oh come sentono il bisogno e la santa nostalgia della religione queste masse emigranti! Nulla di più commovente, ad esempio della Santa Messa a bordo, quando, partiti dalla patria trovandoci in alto mare viene il giorno festivo. Io vidi la folla dei nostri emigranti che popolava il piroscafo in cui recentemente viaggiavo da Genova ai lidi dell’America del Sud, accorrervi devota e assistere al santo sacrifizio con raccoglimento improntato alla più viva fede. Oh come vedevo le loro pupille inumidirsi da kicrime, quando nell’immancabile predica ricordavo loro i due grandi amori della religione e della patria. Taccio dello spettacolo che presenta il discendere di tanto popolo nostro ai grandi porti di Buenos Aires, Santos, Rio de Janeiro. E’ bensì vero che quei provvidi governi largheggiano in ospitalità e tengono ai porti le

grandi case d’immigrazione, pronte ad ospitare gratuitamente i nuovi venuti, per giorni e giorni fino ai sgi o settemila per volta. Ma in quel primo por piede in terra straniera, oh come quelle famiglie del nostro po-, polo italiano provano un gran senso di sollievo se v,dono con sè il missionario loro connazionale. E quando poi a gruppi si sparpagliano nelle città nelle campagne, e incontrano nelle chiese delle nuov residenze il prete della loro patria, che parla la lor lingua, intende meglio i loro bisogni e aspirazioni, no disertano certo la chiesa, ma la frequnetano ancor pi che non facessero al paese natìo, spintivi, non solo d più sentito bisogno dei conforti della fede, ma anch da un fine sentimento patrio. Questo fatto poi svolgesi assai più vasto e impressi’, nante al porto di New York e nelle immense città e cani pagne degli Stati Uniti, ove la immigrazione è assai pi accentuata. Sorge spontaneo allora il raggrupparsi ’ questi buoni italiani in appositi circoli e associazioni p’rocchiali l’organizzare per loro e per loro iniziativa del apposite sacre funzioni e feste religiose e civili; lo spi’ gere ad azione più ampia ed intensa i Comitati di tronato ed i segretariati di emigrazione. E’ tutto un i ’ cessante lavoro di utilità immensa, anzi di assoluta n• cessità in cui il missionario si rende altamente beneni rito con eroismo sinceramente apostolico. Se dagli Stati Uniti frattanto discendiamo al Messi. troviamo l’opera del ven. D. Bosco nella capitale c’un vasto collegio convitto con scuole professionali e — nesso gran santuario di Maria Ausiliatrice, e altra chi sa dedicata al S. Cuore di Gesù in altro punto della st sa capitale. Consimili istituzioni incontriamo in que repubblica a Gualaiara, Morelia e Puebia. Nel centro mericai Salesiani sono a Cartago, Comaiaguela, Grati da, Panamà, S. Anna, San Salvador e Santa Tecla. C’di seguito in tutte le repubbliche meridionali. Ma qui si affaccia una opportuna considerazione. Nell’America latina il programma di azione si p sentò ben diverso da quello dell’alto nord. Negli S1, Uniti ove la lingua ufficiale è l’inglese, non cosi pre si affratellano con quei cittadini, gl’immigrati proir nienti dalle nazioni latine di Europa. Nella gran ma’` degli immigrati degli Stati Uniti una percentuale tissima è di lavoratori che fecero pochi studi, se 1 ’ non rasentano l’analfabetismo. Non riuscendo con e facilità ad apprendere la lingua locale; disertano sacro tempio quando sia ufficiato da sacerdoti O’. sassoni, ed in breve si danno all’indifferentismo in fa` di religione, se pure non sono attratti dalle sette p 1 ’, stanti con mina completa della loro fede cattolica. Nelle repubbliche latine invece, discendendo dal M,’sico alla Terra del Fuoco, non è cosi. Parlandovi.’ gnuolo o Portoghese, gli immigrati delle nostre nazi latine vi si trovano come quasi nella propria terra• nuovo linguaggio è ben presto da loro appreso, rna