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diventai di peso all’orfanotrofio, pensai che avrei potuto benissimo guadagnarmi la vita con qualche lavoro e perciò espressi le mie idee al Direttore chiedendogli di voler provvedre anche a me qualche posto buono ed onorato. E così dietro alla mia domanda, in meno di una quindicina passai a Locarno da una famiglia in Rualità di domestica e lì rimasi per un anno, e sarei rimasta più a lungO poichè i miei padroni mi trattavano bene, ed io mi ero affezionata a loro, se la la mia «Nonna» non mi avesse richiamata a Mi_ano. Povretta, era sola, diceva di aver bisogno di una compagnia e anche pensava che il mestiere che avevo scelto, era l’ultimo dei mestieri, e non mi.voleva lasciar servire in casa d’altri. Me ne tornai quindi a. Milano, e dopo essere stata impiegata tre anni in uno stabilimento tipografico, a stampare sulle macchine pedaline i biglietti da visita e, che questo stabilimento venne a fallire — mi trovai di bel nuovo in libehà e mi diedi d’attorno a cercare un altro posto, che trovai poi coll’aiuto di un th’-o compagno di lavoro, presso uno stabilimento ove sua sorella lavorava in passamanerie. Era questo per Inc un posto nuovo e non conoscendo quel genere di lavoro temevo di non poter fare•buona riuscita; ma mi misi coraggiosamente all’opera, e senza difficoltà imp.arai il nuovo mestiere che ancora esercito dopo nove anni. Fu in quei giorni che un avvenimento inaspettato venne z mutare completamente la mia vita. Avevo molti dispiaceri, molte difficoltà di ogni genere che mi facevano soffrire.... il ricordo dei miei genitori mi turbava l’animo, insomma, diverse cause insieme formavano per me un grandissimo dolore; e un giorno, co_ta da forte esaltazione mentale, tentai di too-liermi la vita. Tenevo in casa l’acido solforico per la pulizia dei letti... trovandomi sola presi là. boccetta e seriz’altro, trangugiai tutto quanto il contenuto. Poi mi venne male, perdetti i sentimenti e mi svegliai dopo tre settimane all’Ospedale Maggiore Dopo quel lungo letargo la mente ricominciava piano piano a ragionare, vedevo le persone e capivo tutto ma, non potevo parlare perchè la lingua era gonfia, la gola e lo stomaco bruciati. Il sangue prodotto dalle ulceri allo stomaco mi usciva continuamente di bocca e lo stato mio doveva essere disperato, poichè il dottore quando passava dal mio letto non mi guardava neppur più. Non vi era insomma più nulla da fare. Proprio allora venne a trovarmi la mia «Nonna»; così sola poveretta, appoggiata al suo bastone, e piangendo si accostò al mio letto. Io la vidi piangere la vidi cavar fuori di tasca una medaglina che baciò con divozione. Poi volle darmela in mano e mi disse:«Invoca il nome di Maria e chiedile la grazia o di farti guarire o di farti morire perchè star lì così dai dispiacere a tutti». E il morire per me’ sarebbe stato davvero una grazia! Mi fece pietà a vedere quella donna vecchia a piangere così, e....

non fu nemanco per fede, che allora non credevo a Maria, ma per ubbidienza e perchè mi faceva pietà questa donna che domandai a Maria la grazia. di farmi guarire o morire. Ecco tutto. E così avvenne che proprio il giorno dopo trovai un sensiile miglioramento nella mia condizione, e allora, mio malgrado dovetti credere alla potenza di Maria e prometter di esserle riconoscente col farmi veramente cristiana e Coll’amarla come fanno i buoni cattolici. Fui poi circondata dalle suore le quali. intuivano il mio pensiero,. Senza fare alcuna pressione su di me, con moita grazia e dolcezza m’insegnarono tante:ose belle; m’insegnarono ad amare Maria e mi fecero conoscere quello che dovevo praticare per diventare veramente cristiana. Appena uscita dall’OSpedale trovai altre anime buone che circondarono e venute a conoscenza della mia volontà d’abbracciare la religione vera, si piestaliono -a farmi conoscere altre suore e sacerdoti illuminati, che m’istruirono, poichè avevo molte obbiezioni a far loro, e quando fui ben convinta di ciò che stavo per fare — abjurai — in una cappella privata di Suore, riciszetti il Santo Battesimo, e feci la mia prima Comunione. Io avevo desiderato esser sola alla cerimonia; ma invece quando uscii, con mia sorpresa mi trovai circondata da tante signore che erano venute ad assistermi e che mi chiamavano fortunata. Ed io lo era veramente, poichè sentivo di aver Dio nel cuore. Da questo giorno bello, che non potrò mai dimenticare molti eventi belli e brutti mi sono succeduti nella mia esistenza. Ebbi il dolore di perdere colei che mi faceva da mamma. Ma debbo pur riconoscere che il Signore e Maria Santissima mi debbono proteggere poichè non mi sento più spaventata per qualsiasi difficoltà che m’incontri. Sopra ogni cosa trovo la rassegnazione, e benchè la mia vita sia tutora quella di,una povera operaia, e benchè mi trovi sola, ho la pace dei cristiani in cuore, e nelle mie miserie, mi sento contenta.

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