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L’Albergo delta Regina, come fa maggioranza-dei «clienti» ama definire Pistituione provvidenziale, sorge nel bel mezzo della City, in quel grigio e convulso mondo fitto di magazzini e di uffici, dal quale, durante l’ora classica dellunch, scaturisce e si spande quotidianamente un fiume impetuoso di umanità, per lo più giovine, assillata da uno dei bisogni elementari della vita: il cibo. Da mezzogiorno alle due fermandosi nei pressi di City-Road, si può farsi una idea abbastanza eloquente dell’appetito prodigioso che rallegra gli spiriti della giovane generazione britannica a purtroppo, non sempre alle esigenze dell’appetito s’accordano i mezzi di cui le tasche dispongono per soffocarle. Un giovanotto, con la paga media da ’ 20 a 25 franchi alla settimana, deve certo pensarci su più d’una volta prima di deciders: a spendere quello scellino che gli concederebbe una colazione appena modesta al restaurant della City. La sartina e la dattilografa i cui guadagni ebdomadari non superino le 15 o 20 lire, sono costrette a meditazioni punto spirituali su la piccola moneta di sei soldi concessa alle esigenze della loro. piccola vita quotidiana, prese tra le incertezze spinose del dilemma oscillante/ fra l’attrazione d’un pudding sostanzioso a portata di mano e il penSiero della way-home, della lunt:ra strada da percorrere a piedi per rairviungere, dopo il lavoro, la casa suburbana ove i soldi del tram o dell’omnibus se ne siano andati per altra via. Così, prima dell’avvento dell’Alexandra Trust, il giovanotto di cui sopra era spesso tentato e tratto ad addormentare gli stimoli del proprio appetito aspirando qualche boccata di sivaretta popolare: E la sartina e la dattilovrafa sostituivano spesso al modesto lunch e relativo pudding due soldi di mele o di caramelle, cercando di avvicinare Più che fosse possibile alla fantasia la visione animatrice di qualche nuovo cappelló, o di una camicetta nuova o di un paio di searpiine lucide... Ora. la necessità di «far economia» non è certo diminuita per alcuno; vi si è aggiunto però il vantavo-io di rioerla conseguire senza sottoporre il proprio stomaco a manovre inibitorie d’tin gusto molto discutibile. A ll’Albergo della Regina il Problema dei rapporti fra l’appetito gigante e la _borsa anemica. trova la sua soluzione ideale, nè è trascurato il fattore, diremo così, morale di quel certoorvoolio istintivo che al avarie impiegato in coda di rondine e alla dattilovrafa ouasi elevante inibisce le soglie di certe bettole e di certi hars frequentati quasi esclusivamente dal ceto operaio. All’Albergo della Regina ove i prezzi non superano — sono spesso,. anzi, inferiori — a quelli in uso nei locali più propriamente popo7 lari, si ha, Per sovrammercato, il vantaggio di un ambiente di categoria superiore fornit° di tutto il conf ori desiderabile con un servizio rapido, regolare, perfetto sotto ogni rapporto: un ambiente cui non disdegnavano di frequentare più d’una volta ce me ospiti e convitati gli stessi Sovrani d’Inghilterra, - pagando la loro tirava quota d’ingresso e consumandovi un pranzo in piena regola, alla tavola comune, con evidente compiacimento. Nulla, beninteso, di pretenzioso o di style nei riguardi del mobilio e dell’arredamento in genere, nè i cibi è da credersi vengano serviti su piatti e con posate d’argento, ma dopo tutto, che cosa può desiderarsi di meglio, nel caso specifico della più scrupolosa pulizia accoppiata alla freschezza genuina dei cibi, alla loro varietà, alla loro abbondanza, e al... loro prezzo irrisorio? Per la somma non enorme di un penny (io centesimi) l’uomo più affamato e più... disperato della City può, infatti, trovare all’Albergo della Regina di che soddisfare discretamente alle esigenze del proprio stomaco e tornarsene al proprio lavoro con una cera più composta e più... rassicurante. Un soldo gli dà diritto a una larga scodella di zuppa con una porzione di pane; un altro soldo gli consente il lusso di un bel pezzo di jam-roll, un pasticcio zuccherato, caldo caldo, efficacissimo come...riempitivo di circostanza. Un lunch di prim’ordine come qualità, e più che soddisfacente come quantità. Che se poi voglia variare e la borsa gli permetta lo sperpero di ben.. venticinque centesimi, il lunch si trasforma di colpo in un pranzo luculliano. Il venerdì, per esempio, egli potrà cominciare con una magnifica zuppa di piselli (un soldo, pane compreso), proseguire con una porzione di pesce fritto e patate (due soldi)’ sbizzarrirsi nella scelta di un pudding di -riso, ta pioca, pasta dolce, frutta in giulebbe, ecc., (ogni porzione un soldo) e finire trionfalmente ’ed elegantemente con una tazza fumante di caffè... (altro soldo). Totale: 25 centesimi. Nè questo è tutto. I Cresi del luogo, i ricconi sforr dati e i sibariti della mensa che possono profondere in delizie culinarie ben quattro pence e mezzo centesimi) si trovano di fronte a una varietà di menus quasi imbarazzante. Ho voluto concedermi anche i° (seme! in anno...) questo lusso e posso quindi assi’ curarvi, per esperienza diretta, che tali pranzi a 4’ centesimi, sono non solo eccellenti, ma serviti cori una abbondanza da sconcertare, a prima vista, le ipotesi più ardite. Già la zuppa iniziale potrebbe c°-,tituire un pasto a sè, più che sufficiente a uno stomaco di media forza. Ma la zuppa è subito seguita da un piatto a scelta di vivanda (arrosto, vitello, mon tone, maiale, ecc.), con tre porzioni di legumi! V.erle quindi il classico pudding nelle sue specie più varie pasticceria calda, cakes, biscotti, frutta di conserva’ E, a coronare il convito, avete un’altra scelta ’D’I caffè, cacao, tea, latte, a seconda dei vostri gusti narticolffiri! Tutto -ciò, ripeto, per la semplice soirini a di 45 centesimi., E una noticina, in fondo al meni’. vi avverte persino che le mance sono veramente tate. Come ciò possa esistere e resistere è uno di 0’1 misteri contro cui s’arrabatta invano l’indagine della eh curiosità puramente letteraria. Certo è da esclucler’