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— che ora in sì degna veste italica appaiono in edizione accuratissima — cerchereste invano, di tra lo splendore della conquista cristiana, l’ombra fallace di quelle turbe maledicenti all’opre della vita e dell’amore, tante volte tristamente evocate dalla facile retorica sonora degli ignari e dei vili. Egilberto Martire.


Religione

Domenica delle Palme Testo del Vangelo.

In quel tempo ira vicina la Pasqua de’ Giudei, e molti di quel paese andarono/ a Gerusalemme per purificarsi. Cercavano pertanto di Gesù, e dicevano ira loro, stando nel Tempio: Che ve ne pare del non esser Egli venuto alla festa? E i Pontefici e i Farisei avevano dato ordine che, se alcuno sapesse ove Egli era, lo denunziasse per averlo nelle mani. Gesù adunque sei giorni innanzi Pasqua andò a Betania, dove era Lazaro già morto e risuscitato da Gesù. Ed ìvi gli diedero un cena: e Maria serviva a tavola: Lazaro poi era uno di quelli che stavano a mensa con Lui. Maria però presa una libbra d unguento di nardo liquido di gran pregio, io versò sul capo e unse i piedi di Gesù, ed asciugò i piedi a Lui co’ suoi capelli; e la casa fu ripiena dell’odor dell’unguento. Disse perciò uno de’ suol discepoli, (Muda Istariote, il quale era per tradirlo: E -perchè un unguento come questo non si è venduto a trecento denari e.dato il prezzo ai poveri? Ciò egli disse, non perchè si prendesse pensiero dei poveri, ma perchè era ladro, e tenendo la borsa, portava via quello che vi era messo dentro. Disse adunque Gesù: Lasciatelo fare: ella avea serbato contesto per:il dì della mia sepoltura. Imperocchè i poveri lir avete sempre con voi: me poi non sempre mi avrete. In verità vi dico che ovunque sarà predicato il Vangelo, sarà eziandio narrato, a memeuta di lei, ciò che questa donna ha fatto. Seppe pertanto un’a gran turba di Giudei, come Gesù era in quel luogo; e vi andarono, non per Gesù solamente, ma anche per vedere Lazzaro risuscitato da Lui. Tenner consiglio’ perciò i Principi de Sacerdooti di dar morte anche a Lazzaro; perchè molv,,j,a causa di esso, si separavano dai Giudei e credevano in Gesù. S. GIOVANNI, cap.

It

e 12.

Pensieri. La narrazione evàngelica dice la festosa accoglienza di Gesù in casa di Lazzaro risuscitato. Fra i commensali c’è Lazzaro pure, e — nota il Vangelo — come Marta servisse o dirigesse il servizio, colla premura, l’ansia alci abituale. Ciò dimostra evidentemente lo stato religioso dell’animo suo a favore di Gesù. Essa non sa dimostrargli il proprio ossequio de voto, umile, nascosto, se non indirizzando a lui come fine tutte le sue operazioni fin’anco materiali, ed,, in questa cura, in questo studio di fare per lui sta • t,una forma splendida di religione, di vera religiesità. Nulla perde Marta in confronto della sorella Maria. Questa è più alta nelle sue manifestazioni d’amore e fede: riserva a Gesù, — più che l’umie e devoto ossequio dell’oPere materiali — il purissimo ossequio della fede, la più vivida fiamma del cuore, ma non credo minor Marta — commovente nel simplicisme del suo ossequio — affacendata a mostrare a Gesù quanto essa meglio può. Marta riferisce il comune e non volgare ossequio degli spiriti a Gesù: Maria è un’anima privilegiata; la sua forma è dell’anione elette; non può essere comune. Imitiamo Marta: Nelle gravi, incessanti cure della vita nostra, nelle cure che stringe l’uomo d’affari, nel peso che segue la responsabilità della famiglia,, della posizione di tutto che vien chiesto dalla vita, • imitiamo la buona ed umile sorella di Lazzaro: essa ci insegna come migliorarci attraverso pur le cure materiali della vita: tutto indirizziamo a Dio; lui ci sia fine, scopo ai nostri lavori, studi, occupazioni, impegni, questo fine altisimo proietterà su queste opere nostre tale luce di caldo e di vita da non permettere cadano fiacide e morte là donde si sollevarono, ma li farà degne d’un premio, degne di vita, • produttrice — a loro volta — d’una esistenza che si affina, che si distingue e diversifica dall’opere del bruto, dell’uomo, del solito cattivo cristiano. Questo è religione, pietà.

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Maria corre un’altra via. Il suo intelletto fine, una più gentile ed accurata educazione di cuore, una maggior, copia di grazie divine hanno creato in lei un più profondo affinamento delle facoltà dello spirito, hanno determinato una religiosità, non dico maggiore, ma più squisita. Vicina a Gesù essa riposa: di nulla più sente bisogno: ha la pace perfetta, ha il suo paradiso: questo — in quel momento — impallidirà come premio per rimanere aspettazione, come stato abituale. Tale dovrebbe rimanere il nostro spirito se vuol essere religioso; se vuol conoscere Dio non in formole aride, ma nelle sue grandi manifestazioni di bontà. È Maria vede questa bontà di Gesù, ne adora le manifestazioni, sospende la propria volontà in unione col divino volere. Così essa conosce, ama il suo Gesù, impedendo una volgare concezione di lui, escludendo per Gesù quell’amore che non è che simpatia. No, no. Non è e non può essere che Cristo non abbia corretto il pensiero umano. Esso l’affina, lo migliora, lo perfeziona rendendolo degno del Padre. E crediamo Dio nelle sue manifestazioni in mezzo agli uomini! In mezzo agli errori, alle aberrazioni, ai vizi con cui si presenta e manifesta il fenomeno della vita e sociale ed individuale, noi vediamo un mondo che migliora, che lotta, soffre per il vero, per il pro-