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del Bonghi: «cattolicismo è ormai la sola forza organizzata, che possa opporsi alle svariate cagioni di disorganizzazione sociale». Impossibile seguire l’illustre senatore in tutte le citazioni dello Stuart Mill, del Tocqueville, del Castelar, del Brice, di Gladstone, sull’educazione, questione principale in questo secolo, che pa.rmi tenda al più materialistico ed abbietto socialismo. Riportiamo adunque la conclusione dell’articolo: «Oggi abbiamo la scuola senza Dio, i maestri liberi pensatori, non ascritti a congregazioni religiose, ma alla turbolenta Unione Magistrale, abbiamo anche le maestre laiche, di cui alcune hanno fatto pompa della libertà del loro pensiero nei recenti congressi femminili. Quali siano i principi, che in queste scuole si inculcano, quali cittadini ci si preparino alla patria, apparisce chiaramente dagli scandalosi tumulti nelle Università dagli scioperi degli studenti ginnasiali e liceali, dai suicidi dei giovanetti quindicenni, perchè bocciati agli esami, dall’assassinio di professori commesso da qualche adolescente per lo stesso motivo e sopratutto dallo spaventoso e continuo aumento si verifica in Francia ed in Italia, paesi dove questi frequentano quella scuola atea, che negli altri paesi civili d’Europa e d’America non esiste né si tollererebbero». v • ••,"•• v., t/./ • •,s •

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Vecchia storia! L’argomento è sfruttato; pensandovi provo l’impressione di un risolino sedo, nervoso che, fermandosi sull’ugola, produce un prurito irritante senza trovare la via d’uscita; dev’essere un sorriso che dice: «Vale la pena di trattare l’argomento?» Si, vale la Pena? Eppure le idee mi si sono affollate così improvvise, con un sapore piccante di roba vecchia, che domanda l’aria e il sole! Intanto: non vedo io la necessità dell’emancipazione femminile? Se la vedo! Tanto bene ch’essa mi pare il risultato complesso di un lavoro educativO cui si sono consacrate le facoltà tutte di un educatore. Il voto? Mentre lo si ritiene dalle femministe la meta per cui la donna deve combattere, io lo credo il fatto che, dopo l’evoluzione perfettiva della coltura intellettuale e morale della donna, avverrà da sè, accettato dallo spontaneo consentimento della maggioranza. E il voto sarà per le donne atte ad esercitarlo sia colle disposizioni d’ani’no, sia colle naturali attitudini della mente. Che se, mancando quel dato svolgersi di fatti, le donne ìion arriveranno al conseguimento del voto... ebbene, per esse andranno alle urne i padri, i mariti, i fratelli, gli amici; vi andranno con principii ed opinioni elaborati dalla mentalità loro accomunata con quella della donna che’avrà, nelle conversazioni, modificai°, consigliato, suggerito.

Che importa se la clOnna sarà rimasta nell’ombra quando il suo pensiero, l’anima sua vibreranno con quelle dell’uomo cui sarà necessaria la coperazione della sua donna giustamente educata? Che importano sacrifici e rinuncie? Se un leto di puerperio, una culla, un infermo, un disgraziato, uno sciagurato hanno trattenuto la madre lunghi giorni, notti angosciose! Tali rinuncie, cui l’uomo è sempre impari, sono altrettanti,suffragismi femminili. La donna che, resa madre, proVvede alla propria creatura, l‘a, un’alta significazione di emancipata. Perchè cercare le vie traverse quando la strada maestra ci offre l’atrattiva di uno scopo sicuro? Fate che la donna debba soste nere disagi, fatiche, cambiamenti e la vedrete, salvo eccezioni, cadere sulla breccia. E allora? Le consegiienze aviranno sbugiardate le presunzioni. Fate che le donne in massa entrino nell’arringo sociale, politicol e avrete, nella pluralità dei casi, il predominio della fantasia, il sentimentalismo soverchiante il sentimento, il nervosismo delle prolungate, dolorose tensioni. «-Ma la si prepari, la si educhi questa donna!» gridano molte voci. Ah, che la natura non si vince; la natura ha la tirannia dei suoi fulgori, delle sue tempeste, delle sue stranezze dei suoi miracoli, delle sue concessioni. Togliete la gemma all’arbusto rigoglioso ed egli si vendicherà negandovi fiori e frutti. Chiedete alla vasta pianura il bianco edelveiss e alla montagna rocciosa la pallida rosa tea: vi risponderanno con un silenzio sprezzante e solenne. La vollutà umana non capovolge un atomo di quanto Dio ha creato in un supremo intendimento inaf ferra bile, ai mortali. Niuno, oh, niuno muterà le sorti della donna destinata, alla maternità, alla famiglia, al sacrificio, lîe dolcezze, alle grazie, agli eroismi oscuri che fruttano coll’esempio. Ma Dio buono: volgiamoci ai secoli, alla storia; non un genio senza un’ispiratrice a] fianco; non un fatto storico senza un’eroina, non un campo di battaglia senza infermiere, non un esigile senza una fata confortatrice. Queste le eccelse. E la casa? E la scuola? Non forse la madre chetò le di scordie domestiche, alleggerì il peso della sventura, della morte? Non la sposa mantenne l’animo invato allo sposo? Non’la figliuola placò le ire paterne, si creò angelo tutelare dove forse l’infamia, il delitto avrebbero pullulato? Non la donna bene spesso ana lizzò, con criterio, con discernimento, non acume certe astruse quistioni famigliari e sociali? E allera? Cosa chiede la donna per il suo trionfo? L’entrata negli uffici, in parlamento... ma se anche molti uomini, neutrali nella politica, sono rispettabili e rispettati! Sapete piuttosto? La donna, forse per,uno strano: spirito di contraddizione, non mira ad una giusta emancipazione che le sarebbe consona come il profumo alle corolle, quell’emancipazione di idee, di azioni che comincia dalla bimba sotto la custodia materna e finisce alla vecchia cui l’esperienza ha dato una specie di talismano morale. Il suffragio femminile, ripeto, ha esistito dal principiare della società;