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Mystica

Nel romito giardino del convento Ove fioriscon gigli e sboecian rose, Effonde la campana il suo concento Di note chiare, limpide, armoniose. Fragranze indelibate porta il vento E voci di canzoni sospirose Tuban d’arnor le tortore un lamento Come richiamo d’anime desiose. Lento passa tra i fiori il cenobita Soffuso di mestizia il bianco viso, Le mani giunte in atto umile e pio. Del sol ne’ rai converso, un’infinita Nostalgia l’assai del Paradiso E morte invoca per salire a Dio. Torino.:

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Contessa ROSA DI SAN M•11CO.

-20* 711t Il Patronato Lombardo «Pro Ciechi» Che cosa si propone. Non so bene se sia esatta la cifra.di 4000 ciechi, che le statistiche dànno alla Lombardia; ma, fatta proporzione col numero totale dei ciechi in Italia dev’essere conforme alla realtà. In Lombardia abbiamo tre istituti di educazione per questa classe di infelici: quello di Milano, che è il maggiore d’Italia, uno a Pavia, un terzo a Cremona; un quarto si sta erigendo in provincia di Como dall’Opera Pia Prato. Questi istituti hanno una funzione relativa e temporanea: l’alunno vi trova un ambiente adatto e riceve• l’istruzione di cui è capace; poi, salvo eccezioni, è restituito alla famiglia. Qui cosa fa? Che cosa può? Come saprà difendersi in mezzo ai contrasti inevitabili dai quali risulta la lotta per la vita? In altre parole, nella concorrenza, coi veggenti può un cieco guadagnarsi’ un pane? Questa domanda riguarda gli ex alunni degli Istituti; ma interessa più vivamente coloro che pei’ varie ragioni non poterono venir ammessi in alcuna casa di educazione. — La comune esperienza ci fa sapere che, quando il cieco è fuori dall’Istituto, è quasi sempre in lotta. con le necessità della vita. Le eccezioni dei pochi che hanno potuto aprirsi una via di lavoro rimuneratore dànno maggior rilievo alla sorte deplorevole dei più! L’imbattersi in un cieco che vive di accattonaggio è caso frequente; e, ciò che è più grave, la cosa sembra naturale. Giovane signorina, di distinta famiglia, educata e religiosa, cerca di collocarsi presso signora sola o piccola famiglia, per tener compagnia, governo di casa, assistenza a bambini. Rivolgersi Signora Rosnati, Via Principe Amedeo N. r.

L’istituzione nuova si propone di fare_ da noi quello che già si è studiato e applicato all’estero: aiutare il cieco a difendersi meglio nella struggle for life, assisterlo per modo che possa mettere in valore ed in azione i suoi mezzi umani e civili, dandogli una protezione di fraternità che rispetti il suo stato e lo aiuti a bastar a sè stesso. L’opera del patronato viene dunque ad integrare quella degli istituti; ma si estende in un più largo campo, abbracciando tutta la classe, quelli che hanno avuto la fortuna di una educazione e gli altri che tale fortuna non ebbero. — Il cieco non può fare tutto ciò che fa il veggente; ma deve sapere di più che tendere la mano o girare la manovella di un organetto. Per esempio: la dattilografia, l’ufficio di telefonista, l’accordatura dei pianoforti, la legatoria dei libri, il massaggio nelle cliniche o a domicilio, l’industria dei sacchetti di carta lavorati a casa e poi venduti, la stampa di libri per ciechi, molti lavori femminili, ecco una serie di occupazioni, che opportunamente organizzate, assistite dalla Società possono dare lavoro e pane. Ma• bisogna che il cieco, la cieca trovi un appoggio, e questo sia materiale, morale, giuridico. Questo è uno dei punti del piogramma pro ciechi. Quindi, non il soccorso in danaro, tranne casi eccezionali. -Ma invece indicazioni, consigli, collocamento, previdenza, e tante altre bellissime iniziative che, aiutate dal buon volere di veggenti e di ciechi, passeranno presto sul terreno dei fatti. Il programma del nuovo patronato ha trovato il suo interprete felice nel conte Tomaso Gallarati Scotti, che Io sviluppò ’splendidamente din una conferenza che tutti possono leggere, se appena sentano qualche simpatia per l’opera. Lo Statuto, è pronto, è approvato; la Società Lombarda per iz bene dei ciechi conta già un bel numero di aderenti. E cresceranno, questo è certo. Il Consiglio è risultato costituito di persone che affidano completamente; eccolo: Asixiiso Maestro Antonio, Barbetta avv. Lino, Baslini dr. prof. Carlo, Branchini dottoressa Matilde, Bernstein Berta, Dolfus Susanna, Dozzio dr. Stefano, Galeazzi dr. prof. Riccardo, Gallarati Scotti conte Tommaso, Gavazzi senatore Lodovico, Gnecchi Chiesa Ida, Kruch dr. Giacomo, Ravizza Alessandrina, Schieppati maestro Emilio, Stoppani prof. Pietro, Tolomei Pia, Tumminelli dr. Calogero, Trabuchelli avv. Ugo, Vaggi Amilcare, Visconti Marescalchi contessa Maud. A Presidente fu nominato il senatore Lodovico Gavazzi, troppo noto perchè debba venir presentato; nel Consiglio vediamo tre ciechi che dànno in sè l’esempio di quello che si può fare, alcune Signore di mente e di cuore, e Signori egregi, tutti concordi nell’idea e nell’azione. Socio onorario, per ora, uno solo: Monsignor Luigi Vitali, che da anni vagheggiava l’idea, ed ora,,,; è lieto di vederla prossima all’attuazione. — Con