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tanto i Giudei: Adesso riconosciamo, che tu sei un indemoniato. Abramo morì, e i Profeti: e tu dici: Chi custodirà i miei insegnamenti, non gusterà morte in eterno. Sei tu forse da più del padre nostro Abramo, il quale morì? E i profeti morirono. Chi pretendi tu di essere? Rispose Gesù: Se io glorifico me stesso, la mia gloria è un niente; è il Padre mio quallo che mi glorifica, il quale voi dite, che è vostro Dio. Ma non l’avete conosciuto: io sì che lo conosco; e se dicessi, che non conosco, sarei bugiardo come voi; ma lo conosco, e osservo le sue parole. Abramo il padre vostro sospirò di vedere questo mio giorno, lo vide e ne tripudiò. Gli dissero però i Giudei: Tu non hai ancora cinquant’anni, e hai veduto Abramo? Disse loro Gesù: In verità, in verità io vi dico: prima che fosse fatto Abramo, io sono. Diedero perciò di piglio a de’ sassi per trarglieli: ma Gesù si nascose, e uscì dal tempio».

                                                      S. GIOVANNI, cap. 8.

Pensieri.

Abbiamo qui — nella. surriferita lezione del Vangelo — un primo scoglio nel campo religioso. Gesù già da tempo ha incominciato e sostenuto col popolo una fortissima polemica: egli. si rivendica l’origine e la missione dal Padre: a questo solo ed unico scopo egli venne ad operare ed insegnare. E così fa Gesù. Mentre colla sua dottrina conquide e convince e smàschera le insidie dei Farisei, che lo cercano a morte, trova tempo di assolvere e perdonar l’adultera, moltiplica e sazia con cinque pani e pochi pesci una turba famelica, e ottiene questo successo, che i ministri mandati dai capi per arrestarlo, ritornino a mani vuote, anzi unendosi al popolo, che lo lodava e benediceva. E ai pochi, che incominciano a credergli dopo tante prove — che oggi Gesù parla dei vantaggi della sua dottrina. Osservate tuttavia che i nemici suoi non lo lasciavano mai, e che -- frammisti ai buoni — essi l’attaccavano sempre e ferocemente. Erano presso a poco zelanti ed irrequieti come i neofiti dell’ultime teorie... economiche-sociali Gesù promette dapprima la libertà. Rispondono i nemici — equivocando — col vantare la loro libertà politica: protestano di non aver mai servito ad alcuno, e millantano la prosapia d’Abramo. A pochi passi — anche politicamente — s’alzava il labaro romano. Non importa. Presi dalla passione del pregiudizio politico, contradicono — con evidente bugia — la parola di Gesù. Gesù non abbocca all’equivoco. Risponde che la sua libertà è.effetto dell’esclusione dell’errore e del peccato: giacche come l’errore impedisce alla mente la retta cognizione del vero, così non è libero nelle energie del cuore colui che è vittima, schiavo d’una affezione peccaminosa: la nobiltà d’origine, la purezza della prosapia, l’eccellenza dell’educazione, la forza dell’istruzione giovano in questo: sono ottimi ausiliarii alla libertà, al miglioramento quando non servono al pregiudizio: Gesù — a loro che rivendi cavano l’origine d’Arbamo — rispose assai bene: Se siete figli d’Abramo, fate l’opere di lui: ma l’opere vostre di prepotenza, di settarietà, di egoismo non.mi danno a vedere troppo facilmente la santa e cavano l’origine.d’Abramo — rispose assai bene: loro, li accusa invece d’essere figli del demonio, giacchè del demonio seguono i principi e gli insegnamenti. Omicida e bugiardo il padre loro, essi — figli d’opera — tentarono prendere ed uccidere Gesù, tentavano soffocare quella libera voce, che li rimproverava nei loro vizi palesi ed oCculti, resistevano — increduli — a quella parola, che per essere intesa ha bisogno di campo libero, sgombro da ogni pregiudizio e scientifico e morale.

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tanto nef asti Ed è in nome di questi pregiudizi — .che molti e molti — seguaci degli antichi nemici di Gesù — da lui si tengono lontani in una indifferenza, che soffoca ed annichila ogni generosa energia, oppure rifiutano il ragionevole ossequio ai suoi dogmi, così lucidi e veritieri pei semplici, pei liberi. Qui, qui solo sta la ragione, la causa sufficiente della loro indifferenza — nel campo pratico, nelle ’loro azione — qui si trova la causa della loro irreligiosità nel campo speculativo. Quanti nomi di scienziati non potremmo citare, illustri nella scienza umana, docili alla religiosal... Quanti illustri sanno illustrare la loro fede con opere altamente cristiane! Ne richiamiamo nomi d’un tempo che fu: sono nomi d’oggi, nomi che non si vergognano d’illustrare la vera scienza, col chinarsi a Dio, a Cristo; nomi di veri liberi innanzi alla forza dell’opinione pubblica del volgare rispetto umano, dell’applauso delle folle. Ben si disse che se le verità matematiche toccassero la morale, l’uomo le avrebbe rifiutate od almeno discusse, e ben fu detto da un santo che per divenire credente occorreva confessare e piangere i... peccati di prima. Occorre per la fede la libertà, che è privilegio dei figli di Dio... Chi fa il peccato è servo del peccato, ed il vero in lui non esiste! Quanto è mai vero per l’uomo, che è vittima delle proprie passioni questo. Per non essere incoerente, l’uomo preferisce essere... irragionevole! R. B.

A 83 anni, rapidamente r serenamente, si è involato

GIOVANNI MARIA STOPPANI penultimo fratello superstite dell’autore del Bel Paese. Era un uomo impastato di bonta, di serenità, di amore. Chimico farmacista, esercitò la sua professione molti anni nella nota farmacia sull’angolo di via Pontaccio e Corso Garibaldi. Nel quartiere era conosciuto e amato come un benefattore, un uomo ideale, che ai poveri avrebbe dato tutto per nulla. Condoglianze vivissime alla famiglia.