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Anno XIII. | 28 Febbraio 1914. | Num. 9. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Educazione ed Istruzione
La pubblicazione dell’“Inno dei Santi„
di ALESSANDRO MANZONI
Dall’Italia togliamo il seguente interessantissimo articolo:
Dal conte Stefano Stampa, figliastro di Alessandro Manzoni, che godette per lunghi ’anni l’af fettuosa dimestichezza di lui, e sopra lui pubblicò notizie importatissinie, il Pio Istituto dei «Figli della Provvidenza a in Milano ereditò un prezioo’ tesoro di carte manzoniane. Ora annunzia la pubblicazione d’un saggio di esse, curata dal professor Attilio DeMarchi, della quale per cortesia dell’annessa scuola tipo-litografica (via Filangieri, 13) abbiamo potuto avere visione. Le sue settanta pagine contengono alcune letter sconosciute e di molto interesse scritte o ricevute, in vario tempo da don Alessandro, e sono precedute da un • bellissimo disegno a matita fatto- da Luigi zoccoli, che ci dà il profilo,di lui quando aveva ssantacinque anni. Portano anche nel contesto due (1iF2,kni di mano dei MAnzoni, uno che rappresenta t l fantastico itinerario di Renzo nel Lazzaretto, l’altro u na testa femminile, prcbalmente quella della sua ’ ’-conda moglie. Teresa Borri vedova Stampa. Ma Più che questi documenti d: storia e di curiosità,’ l’attenzione del lettore sarà richiamata da cjue reliquie Poetiche. La prima consiste in due ottave, delle quali st conosceva, per una lettera’ del Grossi al Giusti, ha sola coppia di versi:
E sento come il più divin s’invola Nè può il giogo patir della parola., Il Grossi l’aveva attribuita al poemetto: L’innesto del vaiuolo,, che il Manzoni cominciò poco dopo la sua, conver;one, quando, aveva innovato non solo dproprio stato di coscienza, ma i propri criteri Se non che il De Marchi dubita dell’esatezza di questa attribu.ione, poichè nei manoscritti dl Donna Teresa, che osservò le due ottave, esse apparirebber9 aver appartenutó a un componimento intitolato: «Visioni poetiche a. Egli espone tuttavia l’ipotesi che quest’ultimo titolo sia’ stato dato a quel solo frammento, se anche questo fece parte del poemetto citato dal Grossi, e distrutto dall’autore. Ma dei frammenti poetici.il più importante è l’altro, cioè le quattordici strofe èntere dell’inno Ognissanti o Ai Santi che Manzoni aveva disegnato di scrivere fin da quando si dispose a cantare con inni sacri le dodici principali feste dell’anno, ma che cominciò nel 0347, come apparisce anche da una lettera di Rosmini, già pubblicata nel tgoo del Bonola, in cui il grande filosofo dava qualche suggerimento al grande poeta sulla convenienza teologica d’alcune parole. Com’è noto, la prima notizia particolare,ggia’:a di questo inno si ebbe nel 1859 per mezzo di una lettera del Manzoni a’ Luisa Colet la quale pubblicandola’ fece conoscere le quattro strofe oramai famose, nelle quali, per dirla ’con parole di lui, «egli voleva,rispondere a coloro che domandavano qual merito ci sia nelle virtù dei più solitari, sterili per la,società. A Lui che nell’erba del campo La spiga vitale nascose. IZ fil di tue vesti corrìpose De’ farmachi il succo temprò; Che il pino inflessibile agl,í au.gtri, ’ Che docii,;’e il salcio alla mano, Che il larice ai venni, e l’ontano Durevole all’acque ’creò; A quello domanda, or degnoso, Perchè piagge, Al tremito d’aure selvagge, Fa sorgere il tacito fior,