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Anno XIII. 24 Gennaio 1914. Num. 4.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —I Cristiani e l’incendio di Roma (continuazione e fine).
Religione. —Vangelo della III domenica dopo l’Epifania. ll Cardinale Arcivescovo alla »Protezione della Giovane«. — Il Ceccio — Necrologie. — Fiera di Beneficenza.
Beneficenza. —Per la Provvidenza Materna. — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi. — Un caso pietoso. — Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


I Cristiani e l’incendio di Roma


Continuazione e fine del numero 3.


Un’altra antica allusione a Nerone incendiario si trova nella tragedia Ottavia di autore incerto, composta verisimilmente poco dopo la morte di Nerone. Ivi, essendo l’azione dell’anno 62, ossia due anni avanti l’incendio, si introduce Nerone stesso, sdegnato contro il Popolo tumultuante a favore di Ottavia, e minacciarlo dell’ira sua e gli si fa dire:

«Mox tecta flammis concidant urbis meis;

«Ignes ruinae noxium populum premant.

«Turpisque egestas, saeva cum luctu fames» (V, C. 31).

Per conseguenza le due più antiche testimonianze, che sono dell’età immediatamente successiva all’impero neroniano, si accordano nell’attribuire l’incendio al pazzo imperatore. Viene poi Tacito, il quale non esclude la voce pubblica accusante Nerone, quale autore dell’incendio, ma ricercando la ragione dei fatti, volle anche farci sapere, quale fosse l’intenziofie di Nerone nel far coincidere il supplizio dei cristiani con la ricerca degli autori dell’incendio. Il Negri su questo proposito rileva giustamente. «che Tacito al tempo della catastrofe era un fanciullo di otto o dieci anni e, quindi, doveva conoscere o per memoria personale o per le notizie dei contemporanei tutte le circostanze e le cause vere degli avvenimenti. Svetonio, più giovane di Tacito di quindici o venti anni, riproduce ciò che si diceva al tempo suo, senza indagare l’origine dell’opinione corrente. Appar

chiaro che Nerone non riuscì punto nel suo scopo, di liberarsi dal sospetto di essere l’autore dell’incendio. I cittadini di Roma non si lasciarono ingannare dalla sua arte scellerata. Ma egli riuscì, invece, a persuadere la crudeltà romana dei pericoli che la setta cristiana, questa nuova e malefica superstizione, portava con sè.; riusci a far credere, approfittando, certo, delle confessioni stesse dei cristiani, che essa odiava il genere umano. In tal guisa, questa stolta leggenda, fomentata dalla crudele paura del volgo, passava ai posteri come un segno indelebile del,cristianesimo nascente». (Cf. Ultimi saggi, pag. 76).

Anche il silenzio degli apologisti cristiani non sembra assai convincente per dedurre che Nerone non abbia accusato i cristiani dell’incendio di Roma, di fronte all’affermazione così chiara di Tacito. E’ verissimo che Tertulliano scrive nel suo Apologetico: «Quid tamen unquam denotatis de tam conspiratis de tam animatis ad mortem usque pro iniuria repensati, quando vel una nox pauculis faculis largiter ultionis posset operari, si malum malo dispungi apud nos liceret? Sed absit ut aut igtli humano vindicetur" divina secta, out doleat pati in quo probatur» (XXXVII).

Questo testo, proverebbe invece, che forse Tertulliano non ignorava la terribile accusa neroniana e che appunto per questo abbia alluso alla possibilità di vendetta per incendio, se si fosse trattato di una società non istituita da Dio. Perchè ricorrere a quell’unico esempio tipico del fuoco? Insomma pare che la terribile accusa lanciata da Nerone contro i cristiani, per scolparsi innanzi alla pubblica opinione, sia sempre solidamente basata e tale da non potersi mettere in dubbio, almeno fitto al presente.

Il tentativo di far passare i cristiani quali autori dell’incendio di Roma era abortito e per legalizzare la loro condanna si ricorse ad altre accuse; furono infatti condannati quali odiatori del genere umano «odio humani generis convicti», e «per flagitia invisos». Questa circostanza aggravava la condizione sociale dei cristiani. Se fossero stati condannati semplicemente quali autori dell’incendio, non si sarebbe trattato che di un fatto isolato, punibile però solo in coloro che.l’avevano commesso e favoreggiato; ma l’azione penale qui si sarebbe arrestata; invece la pena inflitta ai cristiani quale