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IL BUON CUORE italiane, o che, quanto meno, persone italiane, vi partecipino: se questo non è possibile, ricorrete. a quelle signore che, avendo avuto consuetudine con ragazze italiane, possano conoscerne più a fondo l’anima con tutte le sue debolezze e i suoi difetti, ma anche con le sue aspirazioni,e le sue belle qualità. Già l’assistenza si incominciò a fare in tale mode nelle località ove sono i missionari di mons..Bonomelli, i quali, essendo quasi tutti sacerdoti italiani, possono appunto esplicare efficacemente l’opera loro presso le ragazze italiane, e la esplicano, infatti, in quelle località dove esistono della Francia, della Svizzera, della Germania, dell’Austria. Ma è innegabile che il loro lavoro sarà incompleto se mancherà in questa assistenza l’aiuto della donna. F.’ la donna che si deve mettere accanto alle ragazze, se si vuole avere quel contatto intimo di anime dal quale soltanto si sprigionerà un po’ di bene: la donna sola è capace di sondare senza pericolo certe piaghe, essa sola sa porgere a dovere il consiglio e il conforto che possono occorrere in molti casi. E’ secondo questi concetti che l’Opera di proiezione della giovane ha cominciato ad esplicare il suo programma di assistenza ed ha fatto cósì sorgere, per esempio a Basilea ed a Ginevra, ritrovi di ragazze, appoggiati alla missione italiana, nei quali le signore izafiane di quelle città fanno loro una assistenza veramente efficace; e si occupa altrove, come a Berna ed a Wadensweil, di dar libri alle ragazze per mezzo di persone che, almeno conoscono la lingua italiana. Il Comitato nazionale italiano della Associazione

internazionale per l’opera di protezione della giovane sta studiando il modo di avere una o più persone che, in qualità di missionarie viaggianti, possano esse stesse recarsi vicino alle ragazze dovunque si trovino; in attesa di quel giorno, che non può ancora essere prossimo a causa dei considerevoli mezzi finanziari che richiede, io mi auguro che il numero delle signore straniere che vogliano e sappiano dedicarsi all’assistenza delle nostre connazionali, si moltiplichi in modo da renderla possibile fino nei più piccoli centri. Non mi diffondo ad accennare a tutte le forni(’ di tale assistenza che potranno trovarsi opportune pèr le ragazze italiane nei vari casi: se qualche volta basterà una biblioteca, un’altra occorrerà un vero ufficio di collocamento al lavoro o in pensioni buone e talora sarà necessario l’impianto (come è stato fatto,quest’anno a St. Gall) di una vera opera di stazione italiana. Nè invocando l’assistenza dei comitati esteri alle giovani italiane, intendo dire o pensare che con essa sia risolto il problema della emigrazione, e chè unico compito dell’Italia sia quello di invocare dalle nazioni sorelle che veglino alla virtù e dal benessere delle sue ragazze quando divengono loro ospiti. Penso invece (e con me pensano quanti hanno rivolto il pensiero alla emigrazione) che debba il lavoro per la emigrazione svolgersi intensamente: che sia ne 13

cessario fare attorno alla emigrante tutto un lavoro di preparazione che la educhi e la renda atta a ben vivere nel paese che sarà per qualche tempo sua seconda patria, e restarvi intatta nel costume, ferma nella fede,:antochè sia possibile e facile il lavoro della sua custodia e preservazione all’estero. Le nostre ragazze sono, in fondo, buone: sapute prendere sono anche docili e dolci: sono poi laboriose, attive, gaie... Diamo opera a conservare in loro queste doti belle, ed avremo fatto cosa meritoria dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo le avremo più atte, insomma, a dare al nostro paese quel benessere al quale esse possono potentemente contribuire.

Rodol4Bettazzi.


Religione

Domenica

la

dopo l’Epifania

Testo del Vangelo.

E quando Egli fu arrivato, all’età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, secondo il solito di quella solennità, allorchè, passati quéi giorni, se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non se ne accorsero i suoi genitroi. E pensandòsi, che Egli fosse coi compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Nè avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e gli ascoltava e gl’interrogova. E tutti quei che l’udivano, restavano attoniti della sua sapienza e delle.sue risposte. E vedendolo Ji genitori! ne fecero le meraviglie. E la Madre sua gli disse: Figlio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che tuo tadre e io addolorati andavamo di te, in cerca. Ed Egli disse loro: Perchè mi cercavate? Non sapevate, orze nelle cose spettanti al Padre mio debbo occuparmi? Ed eglino non compresero quel che Egli. aveva lor detto. E se ne andò con essi, e fe’ ritorno a Nazareth, ed era ad essi soggetto. E la Madre sua di tutte questelcose faceva conserva in cuor suo. E Gesù avanzava in sapienza, in età ’e in grazia appresso a, Dio e appresso agli Uomini. S. LUCA, cap. i.

Pensieri Nell’episodio dello smarrimento di Gesù non possiamo non ammirare l’ansie di quei buoni e santi genitori Maria e Giuseppe, che per tre giorni e ’notti intere non si risparmiano fatica, non prendono riposo nella continua e perseverante ricerca del loro diletto Gesù. Se la storia ci dice — nel novbro delle loro fatiche — le ansie della ricerca, il dolore delle disillusioni, il pietoso lamento di Maria che lamenta