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no poche pretese, sono semplici e allegre; in una parola, sono ottime operaie. Ma accanto a queste doti non sempre ne conserva l’operaia italiana altre, che in Italia non le mancano. Si lamenta, e da molti e in varie regioni, che le ragazze le quali non vivono in famiglia o negli speciali ’asili per Operaie (i Madchenheime della Svizzera della Germania) si diano facilmente alla vita libera e divengano facile preda della immoralità, e che insieme alla onestà dei costumi perdono spesso anche la fede, lantochè vi sono località di emigrazione nelle quali le ragazze disertano quasi tutte la Chiesa anche se (fatto abbastanza strano) gli uomini là frequentano ancora abbastanza. Le cause di questo stato di cose sono assai complesse: ed alcune risiedono senza dubbio nelle condizioni dei paesi ove le ragazze emigrano, i quali, presentano essi stessi pericoli gravi di corruzione per la fede e per il costume, mentre altre vanno fatte risalire fino alla non sufficiente educazione, specialmente religiosa, delle nostre ragazze ed alla loro assoluta impreparazione ad un fatto così grave come quello della emigrazione. Da coloro che all’estero osservano le non liete condizioni morali delle nostre ragazze in certe località (giacchè non per tutto è lo stesso) si deve anzi tener presente che triste, dolorosa e pericolosa è la condizione di ragazze che, nel fior della giovinezza con l’animo riboccante di sogni, di ideali e di amore, sono lanciate in un paese del quale a stento riescono a capire la lingua; e vi trovano differenze di usi, di costumi, di caratteri e non arrivano (anche superate le difficoltà della lingua) ad essere ben comprese nei loro sentimenti da persone di altre abitudini, di altre tendenze onde si trovano isolate e Sperdute, e spesso male accolte in mezzo a persone mal prevenute verso di loro. Fate che esse trovino compagne e compagni, specialmente dél proprio paese, e vedrete che esse si uniranno a loro e facilmente’ si legheranno, a loro in modo da non potersene staccare da dividerne la vita e le abitudini, anche se cattive; pensate alla fantasia calda e piena di sogni dorati della ragazza italiana, pensate all’amore del canto, del moto, del ballo che essa porta con sè dalla culla, frutto di quel mare azzurro, di quel cielo caldo, di quella campagna affascinante che la videro nascere, e intenderete come senza speciali- virtù e senza speciale assistenza sarà troppo facile che la ragazza italiana si guasti e cada quando è all’estero, senza che ciò voglia dire che essa è cattiva e porta in sè il germe della corruzione. Questo stato di cose è stato osservato da tempo in Italia. Il governo ha cercato di ripararvi con nuove e veramente notevoli leggi sulla emigrazione e sulla tutela degli emigranti in patria, in viaggio e nel luogo di destinazione. Ma anche il lavoro dei privati si è avuto, forte ed efficace, primo fra tutti quello che si inspira alla carità cristiana e ricordo qui con riverenza le opere degli illustri vescovi di

Piacenza e di Cremona; mons. Scalabrini e mons. Bonomelli, per l’assistenza degli italiani in America ed in Europa, e quella di mons. Coccolo per l’assistenza nei viaggi ultraoceanici, insieme ad ’altre che vanno nascendo ora, come l’Italica gens e il Segretariato, dolente che anche qualche istituzione di spirito anticristiano sia sorta per fare, con meno rette intenzioni, un analogo lavoro. Anche all’estero, per opera degli stranieri, sono sorte istituzioni per l’assistenza degli emigranti italiani, in particolare delle ragazze; e cito- qui con riconoscenza quella fondata nel’Baden da ’mons. Werthman, ed alcune ottime dell’America.,Cer altro, qualche anno fa, l’Opera per la protezione della’ giovane che qua e là si occupava di qualche ragazza ufficialmente ed in modo ordinario alla tutela delle ragazze italiane, oppresse da lavoro inumano o insidiate dalla corruzione; e a Basilea nel 1910, in una apposita adunanza, organizzò questa assistenza in ogni parte della terra, col dare l’incarico al Comitato nazionale italiano di prenderne la direzione. Il Comitato italiano accettò ben volentieri il nuovo còmpito, e subito, con inchieste e con viaggi dei suoi membri, riconobbe quali erano i bisogni delle ragazze italiane all’estero, e che cosa occorreva fare per provvedervi. Si vide che l’assistenza tentata più volte in varie località, di rado è riuscita, e ciò ha’ servito a ribadire, all’estero, il cattivo concetto che ivi delle ragazze italiane si era fatto e la cattiva prevenzione verso di loro; ma si intese anche perctiè, spesso, ciò sia accaduto: gli è che le ragazze italiane abbisognano di una assistenza- che sia essa stessa italiana. L’anima di ’noi italiani è tutta speciale: e, complessa com’è, difficimente può essere intesa da un’anima vissuta sotto altro cielo e diversamente educata. Noi siamo un popolo di poeti, di gente senti mentale, e alla nostra fantasia deve lasciarsi un po’ libero il corso; e quindi una certa indipendenza da leggi troppo severe o da ’usi troppo rigidi è nel nostro sangue. Dimenticare questo è un non intenderci e un non farci intendere, ed è un giudicarci male; e d’altronde queste nostre doti si manifestano poi in altre qualità belle, che sono quelle caratteristiche-della nostra razza, per le quali noi siamo ricercati e la nostra opera, quasi sempre improntata ad una cena genialità, riesce bene accetta. Difficilmente, dunque, potrà fare un’assistenza efficace alle nostre ragazze chi non avrà _capito a- fondo l’animo nostro; e ciò spiega perchè sono riusciti vani tanti tentativi, e perehè, ad esempio, le ragazze disertano i Madchenheime dove non sono suore italiane, mentre vanno abbastanza volentieri a quelli che sono guidati da suore del loro paese. Da questo insegnamento, scaturito chiaro dalle indagini fatte, emerge qual’è il compito dell’Opera di protezione della giovane nella assistenza delle ragazze italiane all’estero: organizzare questa protezione in modo che sia fatta possibilmente da persone