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IL BUON CUORE 373


Innanzi al faustissimo avvenimento — alla cui preparazione non si prestò una legge od una sola forza di natura — ma alla cui preparazione concorsero quattromila anni di tempo, la parola profetica di Dio, i popoli e le genti tutte, la storia intera d’un popolo privilegiato — meritava bene l’azione del Precursore, e la solenne anniversaria commemorazione merita bene, che la Chiesa ne desti e ne risvegli coi suoi frequenti richiami, cogli avvisi solleciti, cori salutare ed opportuno adattamento. E ciò è giusto, logico, naturale. Fatti così come siamo, viventi del solo momentaneo che impressiona e sfugge inafferrabile dal duraturo, noi — troppo facilmente — scorderernmo il passato, e non ci preoccuperemmo della dimane, e per questo — richiamata la scorsa domenica — il terribile futuro dramma della vita avvenire, del trionfo dell’eterno sul fuggevole e contingente -- la Chiesa oggi ci ricorda — a bocca del Precursore -- quanto sia da farsi per sfuggire l’ira ventura. Qui meditiamo poChe cose e salutari. o* Non mi pare sia solo poesia la parola del Battista — quando predice che innanzi ai passi del Messia s’abbasserà ogni colle, ogni valle si riempirà e le vie storte e scoscese si faranno diritte e facili. Ho detto che questa frase — per quanto in elegantissima forma di poesia -- poesia non è, se per poesia intendiamo dei sogni, mentre riesce alitssima poesia, quando per poesia noi intendiamo lo splendore della verità e realtà. Se così è, noi vediamo — così almeno ci fa dire la nostra fantasia — nel colle d’abbassare la montagna dei nostri pregiudizi scientifici, pregiudizi della mente, da cui è preso il dotto come l’ignorante, il singolo che si apparta dal comune sapere, come la folla che vive dell’ambiente: così pure nella valle -- abisso oscuro, umidiccio dove ci si scende a precipizio e ruina — si può intendere il pregiudizio morale, il vizio, l’errore pratico, azionato nella vita quotidiana, gli abissi del cuore. Questo profondo, investigato sempre mare nostro. Ne/1 evie storte, scoscese troppo evidenti gli indirizzi fallaci, erronei, i disastri d’una colpevole volontà. Innanzi al Salvatore, o signori, abbassate il monte... riempite le valli... raddrizzate le storte vie della vita!... Con quanta facilità ci scorre la piena di applicazione pratica! Basta guardarci attorno: basta osservare come un inondo intero, che del pregiudizio completo vive e s’inorgoglia, innanzi a Gesù ventù ro se ne-sta incosciente. Perchè? Perchè il male stesso impedisce ed ostacola il rimedio salutare. Strano, ma è così! E’ intelligente: perchè piegarmi al dogma? all’oscuro?... Chi disse mai che il dogma è oscuro, è errore, solo perchè tu nol comprendi? Che diresti al contadino che si mostra scettico innanzi al... calcolo

sublime? Oh! più che il dogma non è forse il bisogno d’appartarti dal comune sapere, che ti fa respingere il dogma?!... E giovane? Muoio innanzi al tradizionale, all’immobile; nel brio dei suoi verd’anni vuole impaziente il nuovo, il meglio, il progresso, l’ideale non il freno? No, caro, non ogni convulsione, non ogni moto è vita. Lo stagno,.o la morta gora che s’agita appesta ed aminorba! La fede ha il suo moto, vero, reale, lento ma sicuro verso il progresso, la luce: fede non è il convenzionalismo secolare, la grettezza di menti piccine: alla fede Cristo impresse un moto infinito quando disse all’uomo d’essere... come il Padre suo nel cielo! E’ ricco: è sano, è pieno di vita... Sì, sì, caro mio. Non all’oro è legato il nostro spirito purissimo in, sofferente di peso e materia: non alla sanità, che nel vizioso un maggior sciupio d’essa fa più ributtante e volgare, non nel godersi la vita perchè la vita ha di ben altri bisogni assai diversi, differenti di quelli che può dividere col cane, col bruto, colla bestia immonda. Ebbene sia! ma la mia volontà desidera il purissimo amor della scienza; le soddisfazioni della gloria, la voluttà del dovere compiuto!... Anime belle e generose, che il Cristo quasi sentite un singolare privilegio dei forti, anime non buttate inutilmente generose iniziative e ardimenti nobilis! Siete degli illusi. Le vie che correte sono senza Cristo! Senza di Cristo le vie che voi calcate, sono storte, scosciese, dure, difficili, pericolose, son vie di... morte!... Fatevi precedere dalla sua luce... seguite i suoi esempi... confortatevi alla sua forza... Le sue vie sono facili, sono diritte alla meta, non vi distraggono, vi conducono al porto, al premio, alla corona che adorna il capo dei forti, dei generosi. B. R.

La moda tiranna

Mio caro amico, Sei alquanto indiscreto! Ali chiz,di nel pro-scritto della tua lettera, se sono felice in matrimonio!... Senza parere... mi fai una domanda terribile! Or, io ti risponderò francamente come ad un vec-chio amico. Felice...? Ti dirò un gran sì... ed un piccolo no... Un ciclo di bellissimo azzurro, eppur tuttavia delle tetre nubi che si addensano. Ti ricordi quella sera... la vigilia della mia domanda, quando nell’angolo del tuo scrittoio scrivevo colla matita il mio piccolo bilancio? 3.600 lire all’anno per l’andamento della famiglia... 1.200 per il fitto... Un po’ caro! Ma è la.spe