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358 IL BUON CUORE


ingannarono passando per la finestra, introducen dosi nell’ovile come lupi, oh! la Chiesa non può tutto conoscere, non è opera umana il giudicare delle interne disposizioni di animo, di sincerità, di bontà... Verrà il di fatale... verrà il dì terribile in cui Dio — Dio solo — smaschererà pose ed atteggiamenti pii e santi, pose e monopolii, di ortodossia e moralità, di democrazia, di generosità... verrà! Dio dirà ai suoi servi: Legatelo e mettetelo nelle tenebre esteriori!... Strano, o signori! Fuor della sala, all’esterno c’é la luce, il sole, /la vita. E’ dall’esterno che noi la riceviamo la luce per le case nostre. Come va dunque la cosa?... E’ proprio vero che la luce -- vita, benessere, tranquillità, -- sia tutta nel mondo, nella materia, nei piaceri, nella gioventù, nella sanità, nell’essere lodato, corteggiato, adulato, nella carriera, nella fortuna, nella scienza mondana, nello sfruttamento, nel vincere, nell’umiliare il prossimo, nel... nelle cento cose che. sono esterne fuori, lontane da Dio? Quello che noi chiamiamo luce, che noi tanto desideriamo e cerchiamo, Dio lo chiama tenebre esteriori! Abbiamo perduto anche la vera nomenclatura! R. B..

PEREGRINAZIONI ESTIVE Cose - Uomini - Paesi

La notizia della publicazione di un nuovissimo libro di Mons. Bonomelli, l’illustre vescovo di Cremona, non può a meno di suscitare vivo interessamento. Il nuovo volume, modesto nella forma e ficco nella sostanza, porta il titolo di Peregrinazioni Estive e si riferisce agli ultimi tre anni, nei quali l’Autore, noncurante dei suoi sedici lustri, si recò a visitare gli operai italiani emigrati nei principali centri della Svizzera e della Germania. Mons. Bonomelli ha dedicato il suo lavoro alla Contessa Carla Visconti di Modrone, presidente benemerita dell’opera di assistenza dei nostri emigrati, e quella distinta signora rivolge una lettera aifettuosa, dicendole: a Questo lavoro, per comparire ’n pubblico con qualche fiducia, ha bisogno di un bel nome, e questo è il vostro, ottima contessa. L’opera di Assistenza conosce l’interesse vivissimo che voi

prendete alla sorte di questi nostri emigrati disseminati dovunque e ricorda con animo grato quinto faceste e fate per essi». Si tratta dunque di reminiscenze di viaggi compiuti col nobile obbiettivo di migliorare sempre più le condizioni dei nostri operai all’estero. Mons. Bonomelli ha scritto senza apparati, spontaneamente, semplicemente; non aveva pensato nemmeno di dare alle stampe le sue memorie, e si è risolto a farlo in seguito alle istanze degli amici, dei conoscenti, specie dei suoi collaboratori nell’opera di assistenza agli Emigrati. Una volta deciso, nostro Autore ha composto il libro in un periodo di tempo relativamente, breve, scrivendo rapidamente, tra un impegno e l’altro, negli intermezzi, come vuole il suo temperamento, che non tollera dilazioni nelle opere buone; quindi il lavoro è riuscito una esposizione agile e piena di santo entusiasmo, ricca di notizie interessanti, pregevoli per la specialità delle osservazioni, utile ed edificante per le considerazioni che sgorgano con affetto irresistibile da un cuore ricolmo. Il viaggiatore conversa e discute coi compagni di viaggio, con personaggi, con operai, con uí ficiali dell’esercito, con diplomatici, con grandi industriali, con agricoltori, con religiosi, perché tutti interroga - tore nelle sue peregrinazioni, dal milionario al modesto lavoratore, dal vescovo all’umile fraticello, dall’artista celebre al povero contadino, dal socialista militante all’angelica suora che fa le veci di madre ai bambini degli emigrati; sicchè si passa da un argomento all’altro rapidamente con discussioni interessanti e proficue. Nel primo capitolo si va dalla Dora Baltea a Domodossola e si fa pure una visita a Oropa e una sosta presso i Rosminiani di Stresa. La vista delle principali stazioni rosminiane spinge il cuore di Monsignor Bonomelli ad una leale confessione: a Questa mia simpatia per Rosmini — egli dice — non è antica, ma recente. Per me ora quell’uomo i appresenta la filosofia cattolica nel suo più alto grado, stupendamente congiunta alla virtù d’un santo, e ani resta il dolore di averlo conosciuto troppo tardi». Dal capitolo secondo al terzo e al quarto, si passa tra le Alpi Retiche, dalla Bernina al Lago 3odense e Stoccarda, a Lussemburgo-Lorena, e si procede poi per i più grandi centri della corrente emigratoria, con visite e scene commoventi, con aneddoti interessanti, con descrizioni di spettacoli pietosi, offerti dai nostri operai costretti a lavòri penosi. e pericolosissimi. E non manca mai la nota patriottica, che ri