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Anno XII. 8 Novembre 1913. Num. 45.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Tra le ombre della storia, Anime eroiche.
Religione. —Vangelo della terza domenica dopo la Dedicazione.
Peregrinazioni estive, Cose - Uomini - Paesi. — 1º Convegno Nazionale dei Padri di Famiglia.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Piccola posta. — Diario

Educazione ed Istruzione


TRA LE OMBRE DELLA STORIA


Anime Eroiche



La fantasia fervida di un romanziere di avventure giudiziarie non potrebbe pensare un intreccio di episodi più drammatico ed emozionante di quello che si svolse attorno a quel manipolo di preti eroici, che nonostante le leggi severissime di proscrizione, senza venire meno alla loro fede e piegarsi al giuramento civile, vollero tuttavia rimanere in Francia, per il soccorso spirituale dei fratelli. I mezzi ai. quali ricorsero per sfuggire alla ferocia dei rivoluzionari, furono parecchi ed hanno dell’incredibile; a tutto essi si piegarono perché l’opera caritatevole del loro ministero fosse assicurata in quei giorni di pericolo: a mutar nome, a nascondersi per delle giornate intere in bugigattoli oscuri e fetidi, ad assumere occupazioni manuali e spesso vili e tutto ciò con una temerità, con una audacia meravigliose.

E’ uscito in questi giorni il bellissimo libro del can. Pisani: «L’Eglise de Paris et la Révolution», che ha tutta l’attrattiva di un remanzo di avventure, l’una più emozionante dell’altra, e invece è un libro di storia, dove ogni episodio è dedotto con la vivezza di suoi particolari dai documenti identici custoditi negli archivi e dalle memorie del tempo di valore storico incontrastato.

Deve per esempio, trovare un aneddoto più drammatico di quello che il Pisani narra intorno all’abate
Nicola Guillon, che era stato ai suoi tempi, prima della bufera rivoluzionaria, elemosiniere e bibliotecario della principessa di Lamballe? Il Guillon s’era rifugiato a Sceaux, prendendo il nome di Pastel ed esercitava come meglio poteva le funzioni di medico che gli aprirvano la strada ad esercitare, dove appena era possibile quelle di sacerdote. Un giorno ch’egli passava per Montroge la guardia rivoluzionaria lo affrontò e in tono brusco gli domandò le sue generalità. Il prete un po’ interdetto estrasse le sue carte. Il sanculotto le rimestò con visibile sdegno, poi ravvolgendo in una occhiata terribile il povero prete gli disse scandendo le parole: Tu menti, sei una calotta refrattaria, tu ti chiami Guillon!

L’altro si ritenne perduto, ma non ebbe il tempo di rimettersi dallo spavento, che il sanculotto, raddolcendo d’improvviso la voce gli soggiunse: «Medico del corpo, tu curi le anime»: Il Guillon riconobbe allora il truce rivoluzionario. Era nient’altro che l’abate Borderies, del collegio di Santa Barbara, camuffatosi alla sua volta per sottrarsi ai sospetti, in sanculotto. Chi avesse assistito al colloquio dei due, rapido e a bassa voce, non avrebbe certamente indovinato ciò che l’avvenire riserbava ai due patrioti in carmagnola; l’uno, il falso medico Pastel, diverrà sotto Luigi Filippo il cappellano reale di Dreuz, sanculotto, diverrà vicario generale di Palrigi e poi vescovo di Versailles.


* * *


Non era certo il puro piacere di violare la legge e di avventurarsi con audacia a travestimenti pericolosi, che quei preti magnanimi persistevano a rimanere a Parigi. Il loro zelo ve li riteneva. L’abate Bechet, direttore del Seminario di San Sulpizio, per incarico dell’arcivescovo di Parigi riparato all’estero, esercitava la funzione di vicario generale e aveva, servendosi dei preti rimasti al loro posto di combattimento e di carità, disposto in modo che nessun fedele che li richiedesse, fosse privo di conforti religiosi La minuscola e illegale organizzazione veniva chiamata il «servizio delle anime». I preti