Pagina:Il buon cuore - Anno XII, n. 44 - 1º novembre 1913.pdf/5


IL BUON CUORE 349


santa disuguaglianza, forse là più dure dove il mondo, la passione, la morbosità, vorrebbe maggior compatimento? E se così, dove sta Cristo che è il vero, che dice la vera, parola di Dio, senza guardare a pregiudizi, prevenzioni, favoritismi, simpatie, antipatie?

  • * *

Gesù sa dare una magnifica risposta dividendo i due poteri: il potere della terra, dai diritti divini date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio! E con questo ci vieta e proibisce di mettere l’etichetta di Cesare o di Dio su qualsiasi merce che è o di contrabbando od avariata. Dio ce ne guardi dal gabellare di zelo religioso, di urgente difesa dei suoi diritti il nostro egoismo, il nostro turpe interesse, peggio ’assai le nostre passioni. Su di ciò piomba la ’maledizione e la giustizia divina come allora che coi flagelli Cristo cacca dal tempio quegli avari che della casa di Dio avevano fatto una spelonca di ladroni. Ma notate la fine di quegli ipocriti: scornati e smascherati, come erano venuti, se ne andarono. Tale fu sempre la fine di chi si oppose ed oppone alla verità; tale la fine di chi — al pari d’un istrione — si regge sui trampoli che gli danno l’impostu • ra ed i vergognosi adattamenti nella fiducia delle persone e mezzi terreni. Per nessuno il disprezzo, meno l’odio di classe ed all’abbiente, sono le teorie che tramontano e si spengono prima del bagliore che le precedono, ma così è pure per quei miseri che non curando che Dio maledisse all’uomo che nell’uomo confida, vivono una falsa vita. Partironol e li vediamo partirsi da Gesù scornati, mogi, umiliati. Avevano sperato il trionfo vi trovarono la confusione. E’ ciò che deve aspettarsi il falso, il calcolatore umano. Nel gioco delle mutabili umane passioni il momento opportuno lo reggerà a galla; nel disutile l’idolo di ièri verrà conculcato come fango, gettato lungi come argomento d’odio e di disprezzo. Abeuntes... abierunt. B. R.

Opere impiegate Riteniamo opportuno, anzi doveroso far conoscere quest’Opera, dovuta alle Francescane Missionarie di Maria, e all’uopo riportiamo qui il relativo programma. Ci permettiamo di far conoscere alla S. V. un’ope

ra che abbiamo iniziato ora a Milano e a fondare la quale siamo state determinate da alcune riflessioni che siamo certe sono pure nel di Lei animo, così che pensiamo che a Lei riuscirà facile l’apprezzare il nostro tentativo. Le giovani operaie, in questa nostra grande città, sono insidiate da mille pericoli a causa della loro professione. E i pericoli sono tanto più gravi quanto meno queste operaie sono istruite ed educate. Abbiamo perciò istituito una Scuola Professionale Femminile Gratuita, la quale ha per scopo principale di sottrarre le giovani operaie ai pericoli che corrono in certi laboratori, di’ dar loro un’educazione morale e cristiana che le renda forti e le premunisca per le lotte inevitabili della vita, e dí procurar loro nello stesso tempo, per mezzo dell’insegnamento professionale, un guadagno sicuro per l’avvenire. A completare quest’opera crediamo bene di affidare il lavoro anche alle operaie maritate, il che permette alla madre di famiglia di contribuire al benessere dei suoi senza tuttavia trascurare le occupazioni domestiche. E, poichè noi vogliamo, accanto alla Scuola Professionale, istituire una Scuola di Economia Domestica, così pensiamo che le cognizioni acquistate in questa scuola casalinga saranno di grande aiuto per far regnare nella modesta casetta operaia l’ordine, l’economia e con esse la pace e la gioia. Naturalmente noi ci siamo preoccupate dell’organizzazione necessaria per riuscire a sviluppare queste varie opere ed abbiamo divisato di ammetter le fanciulle a partire dai 13 anni. Esse vengono divise in due categorie: 1.0 Quelle che non hanno nozione alcuna deI lavoro. 2.° Quelle già abbastanza esperte in esso. Per incoraggiare le prime, quindici giorni dopo la loro ammissione, viene loro distribuita una piccola paga, la quale, aumentando tutti i sei mesi, fa sì che le giovinette da i6 ai 17 anni guadagnino L. 2, o 2,50 al giorno, cioè L. 12 0 15 la settimana. Le operaie della seconda categoria ricevono una paga corrispondente alla loro abilità. Oltre all’appoggio morale ed alla sicurezza, la giovane operaia ha il vantaggio, in questa Scuola Professionale, di rendersi abile al lavoro, senza alcuna spesa, anzi ricevendo un salario. Il lavoro è assicurato per tutta l’annata e le operaie non sono obbligate ad alcuna veglia. Tutte le operaie possono frequentare la Scuola di Economia Domestica e la.Scuola di taglio. E’ da notarsi che le ore dei corsi coincidono con quelle del lavoro, di guisa che le operaie possono frequentarli senza che la paga sia diminuita. Ciò vale anche per le ore impiegate nel Ritiro annuale e per le Lezioni di catechismo che vengono impartite tutte le settimane. Alle operaie maritate o a quelle che hanno gravi ragioni per non poter frequentare la scuola viene affidato, come si è detto, il lavoro da eseguirsi a casa. IE