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348 IL BUON CUORE


del pioinbo iniquo dei comunardi. Perchè insistere su questa pagina della sua esistenza e dell’opera sua ch’è la più discutibile, anche se non sono discutibili la rettitudine dei suoi intendimenti e la sincerità delle sue convinzioni? Malauguratamente le discordie intestine e le lotte fratricide trovano già largo stimolo negli impulsi meno, generosi della nostra natura, anche senza inciprignire-la piaga non ancora del tutto rimarginata col ritorcervi dentro la lama. La ferita potrà dirsi sanata e il pericolo scongiurato soltanto quando tutti si saranno convinti che non c’è forza senza unione, e che la giustizia non presuppone l’assenza della carità. Che se lo splendore del genio la squisita sensibilità dell’animo possono talvolta preservare o riscattare da certi errori, più frequentemente una siffatta tendenza può condurre a conseguenze deplorevoli quando sia la espressione di menti ottuse e di anime piccine. D’altra parte, anche con questa sua pagina che è la meno bella della sua esistenza, il Veuillot ci fornisce un insegnamento prezioso e un monito salutare. Facciamone tesoro perchè, imitando le qualità ammirevoli che distinsero l’uomo e la sua fatica, si sap pia evitare gli errori in cui per avventura incorse. GIUSEPPE MOLTENI.


Religione


Vangelo della domenica 2a dopo la Dedicazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo i Farisei, ritiratisi, tennero consiglio per cogliere Gesù in parole. E mandarono da lui i loro discepoli con degli Erodiani, i quali dissero: Maestro, noi sappiamo che tu sei verace, e insegni la via di Dio secondo la verità, senza badare a chicchessia; imperocchè non guardi in faccia agli uomini. Dinne dunque il tuo parere: E’ egli lecito, no, di pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù conoscendo la loro malizia, disse: Ipocriti, perchè mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. E Gesù disse loro: Di chi è questa immagine e questa iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora egli disse loro: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio. S. MATTEO, Cap. 22.

Pensieri.

I Giudei non volevano Gesù per amico: per questa occasione tentano amicarselo. A quesfo scopo millantano un grande amore per la verità e per il

distintissimo banditore, ed avvicinandosi a Gesù gli riconoscono tre ottime qualità, alle quali nessuno vorrà negare la propria adesione. Gli dicono: Sappiamo che tu sei verace: possiedi dunque il • vero, è una cosa tua in modo certo, ché l’ignorante anche — , non volendolo — facilmente e contro tutte le buone sue intenzioni viene tratto in errore: dunque Cristo è la verità intera, certa, sicura., non può errare, nè vuole errare come lo dimostra il fatto, che in secondo luògo gli viene attribuito dai Farisei. Dicono per questo: sappiamo ancora che tu insegni nella verità la via di Dio: dunque gli riconoscono — nel fatto — un mandato, un diritto, un privilegio suo — non dato a tutti — di parlare di Dio, di insegnare la via che a Dio conduce in modo sicuro: dunque privilegio di verità religiosa; dunque non tutte le religioni, non tutte le Chiese; non l’alto intelletto, non la bontà della vita, non le qualità umane per quanto superiori: solo Gesù — la sua Chiesa — Cristo mistico — può parlarci, deve parlarci di Dio: solo presso di lei sta la potestà di insegnamento.

In terzo luogo gli attribuiscono un’altissima qualità: tu non hai debolezze per alcuno perchè — dicono — tu non guardi alle differenze delle persone. Dunque la verità va sempre detta, senza ballai zale, schietta, intera, a tutti nel modo istesso. La cosa è liquida, così ché sembra inutile il soggiungere una parola in proposito. E’ proprio vero? La verità — anche religiosa -- ha sempre una faccia sola? Non dico dei dogmi, no! questo sarebbe già troppo, come urta assai il vedere impallidite, attenuate certe terribili verità, in uso nel secolo scorso, inadatte alle morbosità, ai sentimentalismi, alla religiosità dei nostri tempi., Ma che dire d’applicazione rigide non di dogmi, ma di leggi, precetti, discipline, ormai rilassate per un quasi tacito universale consenso? che dire della diversa, differente applicazione di leggi, ecc., a seconda dell’età del sesso, condizione diversa? So di eccezioni commendevoli che la legge, l’autorità tollera, ma e se l’eccezione fosse la regola? ed ’a questo criterio, con qual nome si dovrebbe chiamare la strana prontezza a soccorrere certe interessanti piaghe giovani, ecc., mentre siamo tardi, prudenti, parsi- • moniosi verso piaghe ben più gravi, ma assai meno ’ interessanti perchè la mano che ci si stende è rozza,» incallita, dura, spoglia... vecchia? Dio! dove è l’elogio a Cristo, l’elogio della carità imparziale? Carità e unità che dice e dà a tutti con