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346 IL BUON CUORE


Toujours je me dit: arche! Et je me cric: Arrète! Si je’ regarde en haut, je sens tourner ma téte, f e me sens étouffer à regarder en bas... Così accolse con gioia la proposta di un amico, Olivier, per una crociera mediterranea, un viaggio in Italia e in Grecia, mèta ultima Costantinopoli. E sognando la nostalgica bellezza delle moschee dorate, dei minareti sottili come steli, il giovane ignara s’incamminò verso le basiliche di Roma, verso la cupola di San Pietro; non i profumi d’Oriente lo stordirono e Io inebriarono, ma lo ritemprò e lo esaltò quel parfum de Rome ch’egli poi con arte magistrale descrisse e magnificò in un libro mirabile di sincerità e di passione. • •

Del giornalista occorre rilevare il criterio regolatore di ogni suo gesto ed atto, di ogni sua parola il principio supremo informatore. Quale? la supremazia degli interessi religiosi, interessi ch’egli non vede antagonistici, ma concordanti cogli interessi del paese. a Fra tutte le cose che passano -- egli scrive esponendo il suo programma al suo entrare nell’U niver — in mezzo alle rovine che circondano, in questo turbinio di idee, che si presentano, scompaiono, e vengono nuovamente sulla scena, noi ci teniamo fermi alle sole cose, alle uniche idee che mai non si dileguano: la Chiesa e la Patria». Del come siasi tenuto fermo alla Chiesa il Veuillot, quanto abbia egli fatto e quanto combattuto in favore éd in difesa della religione non occorre molto dilungarsi a raccontare tutte le lotte che la Francia, anzi l’Europa, vide sostenute dai cattolici lo ebbero combattente infaticabile. Il polemista cattolico non ha più nulla di comune con l’anticò giornalista ministeriale, col panegirista del filippismo. i Probabilmente — egli scrive il 22 febbraio 1842 in una lettera all’abate Morisseau — io dovrò cessare la mia collaborazione... il mio ritiro proviene da considerazioni politiche. Si vuol fare dell’Univers un foglio assolutamente ministeriale ed io non me la sento affatto». Ma l’Univers non sarà ministeriale, sarà semplicemente cattólico, e Luigi Veuillot vi rimarrà. Verrà poi la caduta della monarchia di luglio, verranno le giornate del febbraio, la repubblica del 1848. Quanti spaventi: la risurrezione della repubblica non era forse la risurrezione del terrore? Il governo provvisorio, l’edizione riveduta e corretta del direttorio? Occorreva dissipare i timori, dire una parola che rinfrancasse gli animi. Il 5 febbraio l’Univers termina così un coraggioso suo articolo: a In Gesù Cristo gli uomini sono fratelli, sono liberi. Una libertà sincera può salvare tutto, il nuovo governo ha grandi doveri verso la Francia e verso la società; gli auguriamo di compierli. Ogni governo ha in sè la forza di assodarsi; gli basta di ame re la giustizia e servire con franchezza la libertà»; e il 27 dello stesso mese, urgendo sempre più la gravità della situazione, il Veuillot non si perita di scri vere a Il signor di Lamartine ha detto ieri che la rivoluzione francese è figlia del Vangelo; questa parola è vera, ma noi l’abbiamo detto prima li lui». L’audacia dell’affermazione non induca per altre a credere in un Veuillot rivoluzionario, o piaggiatore di rivoluzioni; se il suo temperamento lo trascinava per questa corrente, la disciplina che s’era imposta ne lo tratteneva sicuramente. Del resto quando, dopo le giornate di febbraio, sopravverranno quelle di giugno, e la rivoluzione sociale agiterà la sua spettrale minaccia, e monsignor Affre avrà la palma del Martirio, egli non esiterà un attimo nello scagliarsi a far argine contro il nuovo pericolo: allora il giornalista che prima parve un rivoluzionario, sembrerà un reazionario: ma come non era rivoluzionario prima non è reazionario ora; uditelo: a Se rimango morto — esclama agli alleati del momento — non mi avvolgete nella vostra bandiera: io sono venuto con altre idee che le vostre. Le vostre dottrine hanno sparso il veleno di queste collere abbominevoli: voi siete tenuti.a rispondere per la vostra parte in questa guerra sì empia». Poi la repubblica che il Veuillot aveva accettato -- andò a finire nelle braccia dell’uomo che carezzandola la soffocò. Quando l’astro nuovo sorse sull’orizzonte molti fra i cattolici si volsero a quello, non però l’Univers. Compiuto il colpo di Stato, l’imperatore sembra dapprima premuroso della causa della Chiesa, e il Veuillot non dissimula la propria gioia per questo contegno: ma in breve le tendenze napoleoniche mutano e l’Univers inizia una viva campagna di opposizione; il governo seccato attende un pretesto per soffocare quella voce fastidiosa; esce l’enciclica Nullis certe, il Veuillot la pubblica sull’Univers; il pretesto c’è; il governo imperiale sequestra un giornale perché riporta un’enciclica: non solo ma un decreto cesareo lo sopprime, e per ben 7 anni, sino al - 1867, quando l’aura foriera della futura tempesta spinse il terzo Napoleone a tardive generosità e si mutarono le leggi sulla stampa, la voce dell’Univers stette silenziosa. Dopo venne la guerra franco-prussiana, e con essa giunsero Sédan e. la caduta dell’impero, la Commune e la terza repubblica. Bisognava uscire ancora una volta dal disordine e usare una politica ferma ed accorta il Veuillot non si smentì, l’Univers non mutò la sua linea di condotta, pronti entrambi ad accettare lealmente la repubblica e a consolidarla. Nel suo programma, antico il Veuillot aveva già scritto a giusti verso tutti, sottomessi alle leggi... noi serbiamo il nostro omaggio e il nostro amore per quella autorità che si paleserà mandata da Dio, col muoversi, imbrandendo la croce, alla volta dei nuovi destini della Francia». E se questa autorità doveva essere autorità di popolo non si sarebbe sgomentato il Veuillot purchè essa avviasse il paese ai veri destini degni della figlia primogenita della Chiesa. Malgrado la giusta estimazione di quella che egli chiamava la monarchia cristiana», malgrado la sua ammirazione pel conte di Chambord, non Si può affermare che egli volesse una restaurazione e avrebbe certamente