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IL BUON CUORE 343


sto quartierino, con annessi e connessi, richiesto pei bambini a Binago non c’era. Per far posto ai bambini, bisognava restringere gli allievi e le allieve, o riadattare o costruire altri locali. Non si voleva far la prima cosa perchè per far star bene i baribini, non si voleva far star male gli allievi, non si poteva far la seconda, per mancanza di mezzi: per questa mancanza erano passati molti anni senza che si fosse potuto riparare il letto del granaio, convertito in dormitorio della comunità maschile, ridotto in condizioni cadenti e quasi pericolose. Non potendo provvedere al necessario, all’indispensabile, come si poteva pensare a quello che era soltanto utile e conveniente? Grazie al legato provvidenzialmente disposto dal Marchese Emanuele D’Adda di L. 50.000, il Consiglio fu contento di trovarsi nella possibilità di rimettere a nuovo tutto il locale del granajo, coi locali annessi, e farne uscire un locale ampio, arieggiato, ben difeso, che fa piacere a vederlo, e che la comunità già da due anni può godere con intera sicurezza e soddisfazione. Ci sarebbe modo di stralciare dal resto del fabbricato un bel quartierino appositamente pei piccoli bambini, un quartierino ideale, con dormitorio, con sala di ricreazione, con porzione di giardino... Sarebbe presa, togliendo una porzione dei locali in uso per la comunità maschile. Ma per far ciò, in modo conveniente, bisogna compensare la comunità maschile con altri locali in compenso di quelli che le verrebbero tolti. C’è la possibilità di far questo? Sì; il locale rustico è vasto, e ci sono molti locali che possono essere riparati e ridotti ad uso abitabile e conveniente. Ma... qui c’è un gran ma: ci vogliono i denari; non saranno’ molti, ma ci vogliono. Il Consiglio che ha affrontato la grossa spesa, più di venti mila lire, per togliere il pericolo che il tetto del granajo cadesse in capo agli allievi, si trova a disagio per incontrare, a così breve scadenza, un’altra spesa per l’Asilo Infantile. Non ci sarebbe modo di provvedere con altre risorse? Il modo c’è, ed è tale che il Comitato delle Signore patronesse dell’Asilo, sentendoselo comunicare, non solo non si sgomenteranno, ma si sentiranno liete, incoraggiate a nuovo slancio nelle industrie della loro beneficenza. Sfamo alla vigilia della fiera di beneficenza per l’Asilo Infantile: essa, come fu già annunciato, avrà luogo nei primi giorni del mese di dicembre. Le signore da molto tempo sono in faccende nel pre

parare, e nel far preparare, oggetti da esporsi e da vendere. Ecco un nuovo argomento, un nuovo titolo, per infervorare il loro zelo, zelo di cooperazione, zelo di propaganda: la fiera di quest’anno è destinata a raccogliere i mezzi necessari, indispensabili, per preparare a Binago i locali richiesti, affinchè l’anno venturo i bambini ciechi possano andarvi in villeggiatura. Non è questo uno scopo simpatico, utile, santo? Procurare anche ai piccoli bambini il vantaggio dell’aria pura, salubre della campagna, la possibilità delle belle passeggiate in mezzo al verde, sotto le ombre confortanti delle pinete, allargare i loro poi/moni, far rifluire sal loro volto il bel roseo abbronzato di una evidente sanità e robustezza? All’opera dunque: le Signore avevano già nella loro indole gentile lo stimolo sufficiente al loro zelo: ora un nuovo raggio di luce Si presenta a illuminare la loro mente che si muterà in fiamma al loro cuore: i miracoli della beneficenza della fiera di dicembre, già noti nel passato, si verificheranno un’altra volta. L. VITALI.

Elezion! Elezion!

Quand vedi tant reelam per i elezion, pensi alla gran spesa che se fa Per mett in piazza i merit d’on cozzon, per mandai a Roma a bagolà; pensi ai ghei trasaa per quell stampò; Me senti a strene la gola del magon Per tanta gent che manchen del mangiò, che ghe tocca misurò i boccon. El sariss mei che tutti qui danee, Che tree sui mar domà per ambizion D’ess nominaa (e de quist ghe n’è on vivee)1 Avessev, dand ascolt alla coscienza, Che la ve batt in eceur el tamboron, De adoperai per... la beneficenza FEDERICO BUSSI.

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