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Anno XII. 18 Ottobre 1913. Num. 42.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —I solitari dello spirito, Ernesto Hello.
Religione. —Vangelo della terza domenica d’Ottobre.
Nei paesi del ferro e dell’oro (continuazione e fine). — Uno sterico della marina — Cip, cip!
Beneficenza. —Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


I SOLITARI DELLO SPIRITO


Ernesto Hello


«L’uomo superiore incessantemente tormentato dal contrasto fra l’ideale ed il reale, sente meglio d’ogni altro la grandezza umana e l’umana miseria. Più fortemente attratto verso lo splendore ideale; e più mortalmente colpito dal decadimento della nostra povera natura, egli ci comunica questi suoi sentimenti, accendendo in noi senza tregua l’amore dell’essere e risvegliando la coscienza del nostro nulla».

Se io volessi qui giudicare Ernesto Hello uomo e scrittore, il mio compito sarebbe già esaurito; in queste parole, il pensatore francese ha svelato, forse a sua insaputa, il segreto della sua anima e della sua opera. Ma Hello non ha bisogno di essere giudicato; l’orina impressagli dal genio sulla fronte è troppo evidente perchè si possa cercarla o discuterla; ed il suo slancio verso le regioni superiori dello spirito è troppo sicuro e vigoroso perchè sia lecito studiarne la direzione. Non si può che seguirlo, abbandonandosi alla sua forza irresistibile che trascina in alto.

Eppure io voglio parlare di lui, sebbene meglio di ogni altro (egli mi abbia fatto apprezzare il valore dell’ammirazione tacita e raccolta, il valore del silenzio davanti alle più forti emozioni; davanti a certe altezze ed a certe profondità che solo lo sguardo inferiore dell’anima può misurare senza smaniarsi; voglio parlarne, nella speranza che almeno qualcuno
gli si avvicini, domandandogli di soddisfare le intime aspirazoni all’infinito.

Di certo, una risposta gli verrà; ed egli sarà condotto più lontano dei suoi desideri, e gli si apriranno dinanzi nuovi orizzonti così vasti ed inaspettati, ch’egli dovrà, per un momento, trattenere il respiro; dopo riconoscerà che in essi soltanto lo sguardo dell’uomo può spaziare liberamente e sentirsi appagato.

Hello stesso dice: «L’occhio umano gode profondamente dei limiti lontani; il mare ed il cielo gli impongono il riposo. Ecco quello che dice l’orizzonte; vicino, l’oggetto che si guarda accieca; vicinissimo, stanca lo sguardo; lontano lo riposa, immenso, lo rapisce... E la vista fisica dell’uomo è l’immagine dell’altra...».

Non domandiamoci dunque quali vastità di vedute spirituali abbiano rapito Ernesto Hello; il Cristianesimo soltanto poteva sartiare la sua sete spasmodica di grandioso e di vero e nella luce abbagliante del Cristianesimo egli si è infatti immerso con voluttà, penetrandone l’intima essenza con quel suo sguardo acuto, profondo, che attraversa senza soffermarvisi come osserva il Lasserre, «la superfice delle cose, per giungere là dove nessuno prima di lui era arrivato»; quello sguardo per il quale le alture inaccessibili non hanno vertigini e che dalle loro cime scruta, senza fatica le profondità paurose degli abissi. Solo la pianura uniforme e monotona lo disgusta e lo stanca, solo da essa vorrebbe fuggire... «Nessuno sa fino a qual punto gli uomini, affamati e assetati di grandezza, siano allontanati da Dio, dai piccoli libri che rendono Dio piccolo!» egli esclama nell’amarezza d’uno di quei momenti in cui alla visione grandiosa dell’ideale che possiede tutta l’anima sua, si contrappone la realtà umana sotto il suo aspetto più attraente, la mediocrità che costringe l’infinito nei limiti ristretti della propria mentalità meschina.

Momenti, questi, così frequenti in Hello, da farci riassumere tutta l’opera sua in uno sforzo titanico di reazione contro il meschino, contro il mediocre. Egli è, nel campo dello spirito, un ribelle e un dominatore; un gesto quasi direi uno sguardo gli basta per infrangere le pastoie che avrebbero potuto non dico comprimere il libero volo del suo pensiero, ma sola-