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IL BUON CUORE 293


noscere in pratica il volere suo nei dettami della sua, legge: se la mente ci scopre che gli uomini sono ad immagine di Dio, sono i fratelli di Cristo, la volontà deve imporsi quegli obblighi, quei sacrfizi, quelle abnegazioni idell’egoismo che foiimano appunto la carità.

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Il buon dottore della legge — che trovasi sbalzato da esaminatore in esaminato — trova la risposta alla sua domanda, chi sia il prossimo, nella parabola limpidissima del viandante di Gerico. GeSù fa passare innanzi al dottore varie classi di persone. Tralasciamo le conclusioni dolorose: l’esempio del sacerdote, che passa oltre — esempio cattivo! — trova subito uno sgraziato imitatore; un,levita. Oh! religione!... Il testo invece si ferma al samaritano: E’ noto l’odio fortissimo, incancellabile, che divideva il viandante ferito ed il pietoso infermiere: nulla di comune fra di loro, nè il vincolo politico, nè il religioso, nè il sociale: la terra che li costringeva ad un’abborrita unione, mostrava il loro odio inestinguibile. Umanamente, non doveva nascere fra di loro alcun sentimento d’umanità o rapporto di bene: Gesù li sceglie come «tipi del" prossimo». Non senza un altissimo fine così fece Gesù, che non solo attribuisce al Samaritano una pura manifestazione di pietà (che dopo tutto era anch’essa una certa consolazione) ma gli attribuisce un’opera di pietà maggiore nell’aiuto del momento, nella cura delle ferite, nel sorreggerlo fino all’albergo, nello sborsare la somma, e prometterne una maggiore per’la guarigione. Lettori amici, fra i due primi — religiosissimi, a loro modo — ed il terzo — eretico — chi, fu prossimo? Chi è caritatevole? Chi è... come Cristo?

Lo studio della legge di Dio dovrebbe formare la prima e principale occupazione d’ogni cristiano: se si ferma allo stato di studio, avrete un colto di più, un cristiano di meno. E’ un errore pensare che nella religione cristiana non vi sia altra virtù che la carità. Errore perniciosissimo. Tuttavia se non è la sola, è la prima, ed essa, se c’è, presuppone tutte le altre. E’ il complemento della legge: la risultanza delle virtù; se essa manca, le altre virtù non sono che pose od affettazioni: nuociono, non giovano. La carità viene da Dio, a Dio tende, a Dio ritorna. Ogni altra fonte è inquinata: ogni altra via disperde: ogni altro fine perverte ed avvelena. L’amor di Dio e quello del prossimo s’incontrano nell’amor del... sacrificio, dell’abnegazione, della lotta contro ciascheduno di noi. Alla carità — espressione assolutamente altruistica — s’oppone l’egoismo, la nostra adorazione, l’io personale!... Ed allora? E l’espressioni tenere? e i ricordi agli amici? e le simpatie? e... l’antipatie? Non è carità... cristiana. B. R.

ASSOCIAZIONE " PER LA SCUOLA „ tra le Famiglie e gli insegnanti COMITATO PATRONESSE della Scuola all’aperto alla Bicocca RELAZIONE DELLA PRESIDENZA.

Nel ritrovarci per la prima volta dopo l’inaugurazione della Scuola, dopo quella semplice festa campestre, in cui si af fermava l’opera che dobbiamo a poche, ma solerti attività, ci è caro rivolgere un saluto ed un ringraziamento al Présidente, al Consiglio e a tutte le signore Patronesse che con lo zelo la generosità loro facilitarono assai l’opera di questa Presidenza nei momenti complessi or ora trascorsi. La nostra vita, vita di comune lavoro inteso a un’opera di previdenza sociale, si inizia ora, e quindi breve è la sua storia. Certo i momenti più difficili di qualsiasi opera si riscontrano al suo apparire in cui essa abbisogna e di energie e di sacrifici. Ma forti dell’efficacia della causa nostra, a conforto nelle fatiche dell’oggi, miriamo fiduciose alla riuscita del domani. Nei giorni antecedenti all’apertura della scuola, la Presidenza e alcune signore Patronesse compirono vari turni di visita alla Bicocca, e la Presidenza potè constatare quanto ancora mancava all’arredamento necessario alla piccola scolaresca, composta per ora di 25 bambini e 25 bambine. Questa minuscola rappresentanza della fanciullezza gracile e bisognosa della nostra Milano, passò gli altri mesi dell’annata ’scolastica nella Scuola Comasina, sotto la sorveglianza dei medici, e si trasportò per la prima volta alla Bicocca il i maggio, giovedì, in due omnibus -- non essendo ancor pronta la linea tramviaria — sotto la guida del Direttore della Scuola, signor De Alberti, delle maestre, signore Vecchio e Ciboldi. Nella vecchia storica Bicocca si diffuse un’onda di, poesia, e fu tutto un sorriso gentile! Ai bambini, alle bambine furono provati e numerizzati capo per capo gli indumenti loro assegnati, non poche furono le fatture necessarie. A tutti fu dato un bianco fazzolettino e alle bambine un nastro bianco per annodare i capelli. Fu provvista la biancheria da tavola: 126 tovaglioli; la biancheria per la pulizia personale: 123 asciugamani; le tavole pei pasti ricoperte di tela cerata; provvisti i 6o bicchieri, le 15 spazzole per gli abiti, i 1 20 pettini e spazzole, racchiusi in ispeciali borsette. Anche i. cappelli di "tela furono acquistati e donati dalla Presidente; alle 6o sedie a sdraio pel riposo dei bambini ai medicinali, a qualche utensile di cucina, alla borsa di gomma per l’acqua calda, e persino ai giochi e all’abbellimento del piccolo teatro: a tutto fu provveduto! D’ogni oggetto si tiene regolare inventario, di accordo col Direttore della Scuola.