Pagina:Il buon cuore - Anno XII, n. 33 - 16 agosto 1913.pdf/4

260 IL BUON CUORE


pinto l’americano Baker. Le spese di questa collezione si fanno salire a 15 milioni all’anno. Essa contiene numerosissimi quadri di autore, dai più antichi ai moderni, talchè ben a ragione si disse che essa rappresentava meravigliosamente una vera «Storia universale della pittura». Egli possedeva anche una mirabile serie di miniature eiei secoli XVII e XVIII; e di questa serie egli aveva offerto copie fedelissime e riunite in un prezioso volume alla Regina Alessandra d’Inghilterra. Purtroppo egli rimase spesse volte vittima di mistificatori e di speculatori ignobili: ma non è a dire, per questo, che egli acquistasse per ambizione di comparire e per snobismo. In realtà egli, dinanzi ad una opera d’arte, provava una reale emozione, che lo spingeva a desiderare il possesso della bella tela, della splendida statua, del prezioso gioiello. E fu obbedendo sempre a questo squisito senso artistico che egli sacrificava con indifferenza tanto del.suo denaro. Nel 1905 egli fece costruire un edificio tutto in marmo bianco e nello stile del nostro Rinascimento, onde raccogliervi le sue ricche collezioni di libri rari. Il catalogo di questa biblioteca farebbe fremere di desiderio i rettori delle raccolte di libri e di manoscritti di tutte le grandi capitali europee. E assieme ai libri gli autografi. Tanta era la sua passione che una lettera di Lutero — donata poi al Kaiser — venne da lui acquistata per una somma di 228 mila lire! Tappezzerie.e gioielli antichi, arazzi e tessuti, migrarono da ogni paese d’Europa verso l’America: malgrado i tentativi di molti governi per impedire la esortazione che privava di tanti tesori artistici il loro paese. Gran parte delle sue collezioni vennero da lui trattenute in Europa, a Londra, non volendo pagare il dazio di importazione in America, che, dato il loro valore e la loro quantità sarebbe ammontato a circa 3o milioni di lire. L’anno prossimo la biblioteca di Morgan verrà aperta al pubblico, in seguito alla memore e devota premura del figlio, e il popolo americano sarà chiamato ad ammirare gli immensi tesori artistici di questo uomo che, assai giustamente, il presidente della Università di Harward salutava nel 1910 con queste parole: «Cittadino devoto, protettore delle lettere e delle arti, principe fra i negozi, che, per la sua abilità, la sua saggezza e il suo coraggio, per due volte, durante un pericoloso momento, evitò un danno nazionale e una catastrofe finanziaria». Argo.

La Moralità nelle mode femminili e la Baronessa di Montenach

Un numero sempre crescente di persone che tende a fare nella stessa guisa un numero sempre crescente di cose ed a mutare continuamente in quella uniformità la maniera di farle, ecco in che consiste ciò che si chiama a moda». Ha quindi un che della costumanza, ma qualche cosa altresì di più e di diverso, in quanto quest’ultima non contiene in sè l’idea di tendenza ad espandersi, nè quella di essere sempre volubile. Ora non parrebbe dover bastare questa ampiezza e singolarità di un fenomeno a farlo studiare profondamente? Eppure specialmente in Italia gli studi gravi sopra la moda sono scarsissimi. Gli italiani hanno sempre studiato molto i ’fatti della natura e poco quelli dell’uomo. ’Di quest’ultimo li ha occupati ciò che dovesse fare, assai più di ciò che in realtà faceva. Quindi la nostra è stata la terra dei grandi moralisti e dei grandi giureconsulti; ma nen quella dei grandi sociologi, ossia dei grandi esploratori del fatto collettivo umano. Spesso il trarre soverchie conclusioni dalla esistenza de libero arbitrio sembrava indurre gl’italiani dubitare che un fatto umano collettivo, avente certe determinate leggi potesse perfino esistere. La libettà di ciascuno non creava forse una varietà irriducibile di atteggiamenti e di azioni? In secondo luogo, gli italiani, cioè il popolo più pratico nell’agire è stato sempre il più teorico in quel lavoro di riflessione che è necessario per scrivere. Quindi l’osservazione diretta sopra il modo di condursi degli uomini è stata posposta allo studio dei principi che ne dovrebbero regolare la condotta. Tanto il leggere e il meditare è stato dai nostri autori preferito al guardare. Queste due cause hanno fatto sì che i francesi, tra gli altri, i quali hanno tanto minor senso pratico nell’azione, ma tanto maggiore nello studiare; che quindi hanno del fatto, e non solo dei principi una più efficace curiosità; che sopratutto ritengono s’impari con gli occhi propri meglio che coi libri altrui, hanno

PAGLIUZZE 0’0190

in ogni tempo fissato la loro attenzione sopra il fenomeno della moda come degnissimo di essere in alcu Volete sapere in qual modo dovete dare? Mettetevi al posto di chi riceve. M.rne DE PUISIEUX.

Il povero che chiede l’elemosina al ricco avaro, si dirige ad uno che è più povero di lui.

(Prov. inglese).

ni punti lodato, in altri biasimato, ma sempre preso sul serio. Basta confrontare San Francesco di Sales,

con gli scrittori di materie congeneri vissuti press’a poco al suo tempo in Italia per accorgersi di questa differenza in materia tra i due paesi.