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IL BUON CUORE 259


nel descriverle. Ma appunto questo noi chiediamo a chi intenda ammirare e contemplare le profuse bellezze naturali e artistiche d’Italia: che attraverso la contemplazione profonda e appassionata ritrovi!e più ascose fonti delle spirituali emozioni. i Maurice Barrès — osserva giustamente Jules Bertaut — percorre l’Italia, la Spagna e la Grecia, guarda la sua immagine attraverso la densa superficie dei canali veneti, o nel chiaro specchio dei laghi italiani, e non per la gioia di osservare costumi nuovi od oggetti d’arte, o per il gusto di divertirsi a tentare in sè una specie di rinovamento, egli affonda lo sguardo in tanti e sempre nuovi orizzonti. Ma gli è ch’ei cerca se stesso con aspra tenacia dinanzi a certi paesaggi, e la, sua sensibilità si commuove. Niuno meglio di questo appassionato errante seppe trovare le relazioni intime fra l’anima umana e gli spettacoli della natura n. Contemplando così solamente si giunge ad amare un paese, e troppi di quegli scrittori che han detto di noi e sono stati fra noi non hanno saputo amare. Barrès ha insegnato così — ed era tempo — un più sincero affetto per il nostro paese, e qualche fine anima ha compreso la mirabile lezione. André Maurel si è indugiato, diremo quasi, con senso di tenerezza nelle piccole città italiane. E le sue pagine che sono lette appassionatamente in Francia, sono attese, accolte con simpatia sincera anche fra noi; i libri del Maurel sono dunque, come quelli del Barrès, tramiti di fratellanza e di affetti fra le due nazioni. Teresita Guazzoni.

Pierpont Morgan

l’uomo benefico e il collezionista

A soli pochi mesi dalla morte, la figura di Pierpont Morgan cresce nella ammirazione universale e appare più complessa e più degna di rilievo per il fermo carattere, la rara energia, la generosa pietà verso gli umili e i vinti della vita. Poichè egli non ìu soltanto un raccoglitore di denaro, ma un audace creatore di industrie, un benefattore dei poveri, un mecenate delle arti. Continuo a spigolare gli aneddoti più salienti che della sua vita narra l’inglese Hovey. Morgan era proverbiale per i suoi silenzi. Innumerevoli affari vennero da lui conclusi con una semplice parola: i Accetto». Rarissime volte egli uscì dal `suo straordinario abituale riserbo. Un giorno suo figlio aveva invitato un compagno di università a venirlo a trovare in villa, dandogli anche le istruzioni necessarie per salire sullo yacht paterno. Il giovanotto si recò al porto, salì sullo yacht, si presentò ad un signore, che seduto su di una poltrona leggeva attentamente un giornale, poi si mise a leggere egli pure.

I due non scambiarono durante il viaggio, abbastanza lungo, neppure una parola. Alla fine Morgan, poichè era lui il passeggiero, giunto alla villa, dichiarò a suo figlio che il suo amico era uno dei più simpatici giovanotti ch’egli avesse mai conosciuti. Morgan aveva anche delle curiose debolezze, non ultima quella di temere continuamente di morire assassinato. Invitato una sera in casa di una signora di Londra, mentre si intratteneva con l’ospite, si udì in una camera attigua il rumore di un mobile rovesciato. La signora, che aveva visto il pallore improvviso di Morgan, per rassicurarlo, suonò il campanello; ma i domestici, occupati a riparare il guasto, non si presentarono subito. La signora si mosse allora ella stessa; ma qtan.do ritornò nella sala, trovò il miliardario a cavalcioni della finestra, pronto a fuggirsene al minimo segno di pericólo. E’ nota la sua passione per le corse in mare e i cani di razza. Quasi si potrebbe affermare che lo yacht e i suoi cani fossero gli unici svaghi dei brevissimi momenti d’ozio. Nella ruvidità apparente egli nascondeva un cuore oltremodo sensibile. Tutti sanno dei lasciti vistosi che all’atto della sua morte toccarono ai suoi impiegali e delle opere di benencenza da lui fondate o sostenute in vita, come ospedali e scuole. li suo dentista, soggetto alle violenti sfuriate del miliardario, per poterlo curare senza troppe opposizioni e troppe burrasche, immaginò un giorno un espediente curioso. Quando Morgan si fu seduto nella poltroncina operatoria, il dentista, mentre coi ferri lavorava nella bocca del prezioso cliente, incominciò a narrargli la storia pietosissima di una povera vedo‘,a, la quale aveva 13 hgliuoli, di cui otto in tenerissima eta. Orbene, il minardario,.non solo ascoltò la storia e sopportò le cure del medico senza un lamento, ma il giorno dopo gli inviava uno chèque di 59 mila lire aa consegnare alla sventurata. • Gli aneddoti della sua rude liberalità fioriscono tanto da farne un uomo di leggenda. Tutti ricordano i 225 mila franchi regalati alla chiesa di San Paolo di Londra per l’impianto della illuminazione elettrica: la sua parte preponderante nell’opera sociale, morale e intellettuale creata a New York sotto la protezione di San Giorgio: i suoi sforzi — vani purtroppo — per ritrovare la Gioconda di Leonardo da Vinci, scomparsa dal Louvre: la restituzione alla città di Ascoli del famoso piviale e alla città di’ Parigi del prezioso reliquario di San Martino. Perchè, se per gli americani egli fu il re della finanza, per gli europei egli fu sopratutto il re dei collezionisti. Le sue collezioni sono infatti VaTutaté à corca 30o milioni, Pur di strappare al Vecchio mondo qualcuno dei suoi tesori artistici, il banchiere americano aveva creato una organizzazione sua propia di agenti e di raccoglitori. Prendeva parte alle vendite, il. più delle volte con molta fortuna, ma con altrettanto,dispendio. La sua passione per l’arte, come il _lettore ricorderà, risale. all’acquisto del ritratto che di sua mogli aveva di