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Anno XII. 19 Luglio 1913. Num. 29.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —La Valchiria di Francia, Lucie Faure Goyau. — Luigi Veuillot.
Religione. —Vangelo della decim’a domenica dopo Pentecoste.
Italica Gens: Il Segretariato Centrale di Buenos Ayres nell’anno 1912.
Necrologia Mons. Bernardino Nogara. — Per un opuscolo della scrittrice ...Maddalena-Cravenna-Brigola.
Beneficenza. —Per lo sventurato musicista.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


LA VALKIRIA DI FRANCIA


Lucie Faure Goyau



V’è un ritratto di Lucie Félix Faure Gayau, già riprodotto infinite volte, che ora, spenta anzi tempo la forte scrittrice, è ricomparso per imprimere l’ultima volta nel ricordo degli ammiratori la nobile figura della donna eletta: E’ una di quelle rare fotografit che sembra aver fissato, oltre i lineamenti, qualche cosa dello spirito della creatura che vi si è riflessa, come in un pallido specchio fatato che serbi indelebili i contorni delle sue immagini virtuali.

In piedi, presso una balaustra — così la descrive Ernest Tissot, biografo accurato ed ammirato della pensosa scrittrice — questa principessa delle lettere sembra dallo sfondo del suo ritratto guardarvi fissamente con i grandi occhi calmi, fra la ricchezza aracnea de’ fini merletti adornanti un sontuoso abito di corte. Dinanzi a quella gravità si è involontariamente tratti a modificare con la fantasia il quadro ’severo. Quella fronte par debba da un istante all’altro cingersi del casco adorno di bianche ali delle nordiche amazzoni, quelle mani avvezze al comando sembrano fatte per stringere lo scudo e la lancia, e il manto azzurro delle walkirie si direbbe stesse per posarsi sulle trine avvolgenti l’eretta persona. Riflettendo che questa Brunehilde moderna fu per sette anni — finchè suo padre resse la repubblica francese — in relazione frequente con molti sovrani e sovrane d’Europa, non appare strana, se nella vita più modesta
che seguì quel fastoso periodo abbia conservato qualche cosa di regale. Ma chiunque abbia avuto la fortuna di parlare con la donna singolare, sa come sotto quella sua apparenza di gravità, si nascondesse la dolcezza rivelatrice di un’anima eccezionalmente buona in cui non v’era posto nè per la vanità, nè per la superbia.


* * *


Senza condividere il noto giudizio, espresso da un grande scrittore di Francia: Se un’idea deve diventar popolare deve nascere in un cervello francese — bisogna convenire che i nostri confratelli, hanno in fatto di scrittori e di pensatori sempre sufficiente ragione di essere orgogliosi. La Francia ci ha dato e ci dà tuttora, è vero, la più abbondante mèsse di opere corrosive, diremo così, del sentimento morale della religione; ma allo stesso scopo ci offre i più fieri campioni della difesa dell’una e dell’altra. Il progresso muliebre ha fatto pullulare sul suolo francese le scrittrici e le poetesse, spregiudicate nell’arte nella vita; e allo stesso tempo ci ha offerto pure rigide, come camei scolpiti nelle gemme, i più meravigliosi esempi di sapienza e di virtù femminile. E quel che più vale ha saputo apprezzare quanto meritavano fra le suasive voci indulgenti alle passioni, alle ebrezze dei sensi, quelle che stimmatizzavano severe le mollezze e le licenze degli odierni costumi.

Così Lucie Félix Faure Goyau può essere apparsa talora troppo unilaterale nelle sue opere; le sue monografie e i suoi volumi possono con qualche ragione essere stati giudicati manchevoli nella parte analitica, ma la sua opera complessiva è stata profondamente compresa ed ammirata.

Félix Faure, è noto, era salito al più alto grado della repubblica, venendo dal popolo: egli aveva da giovinetto lavorato, con il rude grembiule di canovaccio in una conceria di pelli, ma l’umiltà della sua origine gli aveva fatto comprendere forse meglio il valore dell’elevazione spirituale ed intellettuale; quando fu persuaso che la sua Lucia aveva una profonda e sincera inclinazione agli studi, anche i più severi, ne secondò volentieri la rara vocazione, pur chiedendole di astenersi, durante il settennio del-