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Anno XII. 31 Maggio 1913. Num. 22.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Il Congresso per l’Assistenza all’Emigrazione.
Religione. —Vangelo della terza domenica dopo Pentecoste.
L’Istituzione d’una colta signora. — Nozze di Diamante. — Odissea d’un Elettore. — Per la mia povera chiesa. — La gratitudine di S E. Monsignor Carrara, — Necrologia di Sofia Gabba e Contessa Rosa Arborio Mella.
Beneficenza. —Il nostro caso pietoso. — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi. — Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


II Congresso per l’Assistenza all’Emigrazione



Nel salone di via Vivaio, con un largo concorso di aderenti e di autorità, si è inaugurato il primo Congresso Italiano della Assistenza alla emigrazione continentale. Sul banco della presidenza era stato esposto il ritratto del Re: di fronte dalla loggia, figurava il ritratto del Papa.

Alle 10, accolto dalla marcia reale, eseguita dall’orchestra dei ciechi, giunse il Conte di Torino. Ai suoi. lati presero posto il prefetto, sen. Panizzardi; il conte Oldofredi, in rappresentanza della Regina Margherita; il tenente generale Di Majo, comandante la divisione, e le dame patronesse dell’Opera di assistenza. Sono pure presenti il generale Porro, i senatori Facheris, Pirelli, Gavazzi, Mangiagalli, Celoria, Majnoni d’Intignano, Ponti, Arnaboldi, Pippo Vigoni, Bettoni; i deputati on. Cornaggia, Della Porta, ed Elia Morpurgo. Erano pure presenti alcuni consoli.

Prese per primo la parola il sindaco on. Greppi, che nobilmente portò il saluto di Milano ai congressisti e a mons. Bonomelli il cui nome è indissolubilmente legato all’Opera degli emigranti.

La sua voce — egli disse — è la voce della simpatia più disinteressata per chiunque lavori, per chiunque soffra; è il monito più alto e severo a chiunque abbia autorità, ingegno e ricchezza affinchè rivolga l’opera sua a favore dei meno fortunati.

L’oratore accennò poi brevemente alla grande importanza dei problemi che il Congresso deve discutere e concluse: Probabilmente in questo Congresso determinerete le condizioni sotto le quali l’emigrazione può essere consigliata e favorita; e, se queste condizioni porteranno il nome di Statuto di Milano, questo statuto sarà degno di fare riscontro all’Editto di Costantino.

Grandi applausi salutarono l’oratore. Seguì il senatore ambasciatore conte Gallina, R. Commissario della emigrazione e rappresentante del Ministro degli Esteri. Egli affermò di aver avuto ampio campo di apprezzare l’attività ognora crescente dell’Opera bonomelliana: e all’illustre prelatome tributò viva lode.

— Dal presente Congresso il commissariato della emigrazione attende di conoscere i nuovi bisogni e le nuove aspirazioni di questi forti figli dell’Italia nostra che portano attraverso tutta Europa la vigoria infaticata delle loro braccia, affine di additare alla vigile costante sollecitudine del Governo del Re i provvedimenti più atti a migliorare le loro condizioni.

— L’interessamento vostro, o signori, è indice che una sola grande idealità prevale ed anima gli sforzi comuni, idealità della grandezza e della dignità della Patria che sono’trettamente collegate al benessere morale e materiale dei suoi figli all’estero. Vivi applausi, che si ripetono poi entusiasticamente quando si alzò


Monsignor Bonomelli.


Il Vescovo illustre rivolse il suo primo pensiero a Dio che egli fervorosamente ringraziò per avergli concesso di assistere alla realizzazione del suo antico sogno: vedere nelle masse emigranti riaffermata e profonda la coscienza della Patria, nella Patria vigile ed amorosa la cura pei suoi figli lontani.

Dimostrò poi ricordando anche la loro mirabile condotta durante la guerra libica, come brilli ora di luce fervida fra gli operai la fiamma dell’amore all’Italia. E ’questa è ora vigile ed amorosa pei suoi figli che tutela con provvide leggi e con il fiorire delle grandi opere di patronato. Affermò che di que-