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IL BUON CUORE 131


Mediazione Privata.

In tutti i paesi dove si dirigono i nostri emigranti, è per ora l’industria privata della mediazione del lavoro che colloca il maggior numero di emigranti: è noto che si hanno in essa da lamentare gravi abusi e sfruttamenti. Chi compie tal funzione non è generalmente dedicato ad essa esclusivamente, ma cumula un insieme di servigi che possono riuscire utili all’emigrante: dal deposito alle rimesse di denaro in patria, alla compilazione della corrispondenza familiare: tali uffici funzionano in modo simile quasi dappertutto, negli Stati Uniti del Nord, come in Argentina. Per, lo più il locale si presenta come un ufficio di cambio o come un’agenzia di navigazione: ma tante volte sono albergatori e locandieri che esercitano quel mestiere come accessorio. Sono situati nei luoghi più adatti: a New York nel quartiere italiano; in Buenos Aires nel Paseo de Julio presso il porto. L’inganno sistematico su cui tali uffici si basano, trasparisce dalle insegne medesime che portano spesso il nome o di alcuna delle maggiori Compagnie di navigazione o di banche italiane, oinavvertibilmente modificato, in modo da far cadere in errore gli ignoranti; fuori tengono esposte grandi lavagne in cui sono elencate una quantità di richieste di lavoratori con a lato le rispettive mercedi e condizioni; è notorio che spesso tutte codeste indicazioni sono false, ma servono a meraviglia come richiamo. Ecco quanto ci scrive proprio in questi giorni sul Paseo de Julio, ora in pieno fervore di lavoro, il direttore del nostro Ufficio di Buenos Aires: a Il Paseo de Julio, tristamente famoso per le innume revoli agenzie di collocamento è veramente il principio del calvario che debbon salire i lavoratori. Bisogna vederli, come attratti dai numerosi manifesti richiedenti mano d’opera a condizioni. vantaggiose, affollano le agenzie sicuri di trovar lavoro, e sborsano dai 3 ai 5 pesos a seconda dell’importanza dell’impiego; e non pensano che simili manifesti altro non sono che veri specchietti per le allodole, cui scopo principale è adescare e truffare. Recentemente perfino il maggior giornale Argentino La Prensa, strenuo difensore dell’attuale Governo, si è visto costretto a pubblicare un rovente articolo col quale metteva in guardia i lavoratori contro i pericoli cui si espongono frequentando le agenzie di collocamento, ed invitava il Governo a porvi rimedio sia facendole chiudere, sia vigilandole da presso ed applicando loro rigorosamente le multe e le pene che gli spettano». I sistemi con cui queste agenzie speculano sui loro clienti sono oramai conosciuti: press’a poco sono gli stessi nel Nord e Sud America: si impiegano gli emigranti in un lavoro, dal quale dopo poco tempo saranno licenziati, e ciò per costringerli a tornare all’ufficio di collocamento a pagare una nuova commissione, che va divisa fra il mediatore ed i

capi-squadra dell’impresa; oppure si mandano a lavorare in luoghi lontanissimi e malsani, ove nessuna delle condizioni di lavoro prospettate dall’agente è mantenuta, quando pure non accade che, arrivato nel luogo designato, l’emigrante trovi che il lavoro indicato non esisteva affatto, e, data la distanza,’ neppure abbia la possibilità di reclamare. In generale quanto più critica è la situazione del mercato del lavoro e quanto più forte è la disoccupazione, tanto più crescono gli affari e gli introiti di codesti mediatori privati; è stupefacente come essi riescono a tenere a bada con ogni sorta di raggiri e di rimedi provvisori gli emigranti che cercano lavoro, ed a far pagare la commissione a tutti quelli che a loro si presentano, anche se non procurino loro l’impiego. Si constata che i mediatori lavorano fra gli emigranti della propria nazione; per i nostri italiani sono italiani, ed anzi per lo più sono gli stessi compaesani che compiono quella funzione; questi na tdralmente, ispirano maggior confidenza all’emigrante che ritrova in essi il dialetto, il modo di fare del suo paese. Del resto chi ha visto come si trovano incapaci di tutto tanti emigrati sbarcati di recente in terra straniera, come si trova spesso il cosiddetto recien llegado in Argentina, sa che, per certi riguardi, codesta gente è loro quasi necessatia; ciò non rende meno lamentabile il fatto che raramente il servizio di collocamento ed istradamento è fatto senza essere accompagnato da sfruttamento. istituti governativi e privati. Per impedire tali inconvenienti ed anche per promuovere migliore distribuzione sotto i singoli punti di vista, paesi di emigrazione e di immigrazione hanno voluto sia direttamente, sia per mezzo di istituzioni private di beneficenza, interessarsi a quel compito. Il collocamento al lavoro è infatti uno dei principali fra gli scopi che i Patronati italiani per glì emigranti ed anche le istituzioni simili americane si propongono; ma tutti questi istituti per ora riescono solo ad avvicinare e collocare una minima parte dei nostri connazionali. Negli Stati Uniti vi è la Division of infornzation istituita dal Governo Federale in New York; i suoi risultati nel collocamento degli immigranti in genere sono scarsissimi: lo stesso può dirsi degli altri uffici governativi nei vari Stati dell’Unione. E’ noto l’insuccesso dell’Ufficio del lavoro istituito dal Governo italiano in New York, pel quale si spendevano circa cento mila lire annue, avente lo scopo essenziale di informare e di indirizzare al lavoro i nostri emigranti. Si dovette chiudere dopo appena qualche anno di vita perchè troppo esiguo il numero dei lavoratori che vi si rivolgevano e che riusciva ad occupare. Un tentativo di collocamento con qualche risultato si sta facendo da,alcuni anni da parte del’Governo del Canadà, all’epoca dei raccolti, per mezzo del