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Anno XII. 26 Aprile 1913. Num. 17.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Una Conversione (continuazione e fine). — La distribuzione ed il collocamento al lavoro degli emigranti italiani in America.
Religione. —Vangelo della quinta domenica dopo Pasqua.
O quei Gesuiti! — Poesie. — Comunicato. — Errata Corrige.
Beneficenza. —Ai lettori pietosi! — Per la provvidenza Materna — Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


UNA CONVERSIONE

Perehè i monaci anglicani di Caldey
passarono in massa alla Chiesa di Roma

(Continuazione del num. precedente)



Questa lettera rappresenta in sostanza, i sentimenti della comunità benedettina di Caldey, quali prevalevano, in maggioranza, un anno fa. A quell’epoca essi non erano evidentemente decisi a una sottomissione alla Chiesa di Roma; già però annunciavano ai loro amici l’intenzione di pregare, lavorare e soffrire affinchè il peccato dello scisma fra l’Inghilterra e la Santa Sede potesse venir perdonato e la pace conclusa. La decisione del vescovo Gove fu certo il mezzo voluto dalla Provvidenza perchè i loro occhi avessero finalmente e interamente ad aprirsi. Ecco come un membro della Comunità scrive in proposito nelle sue note per il Capitolo: «Pare a me indubbio che la lettera recisa del vescovo Gove sia un cenno eloquente della volontà di Dio. Le condizioni che si vorrebbero imporre fin da ora (a parte quelle che ci si imporrebbero poi) implicano un mutamento completo della nostra fede, un pericolo radicale alla nostra vita di devozione. Quanti conoscono Caldey non possono certo credere che la nostra liturgia e la nostra devozione al SS. Sacramento siano semplici esteriorità di pratica, non essenziali alla nostra vita. Ad ogni modo noi sentiamo nel profondo dei nostri cuori che non possiamo abbandonarle senza troncar
le radici stesse della nostra esistenza senza abdicare allo spirito stesso che informa la vita benedittina. Dio ci ha manifestato la sua volontà così chiaramente come se ci avesse inviato un angelo dal Cielo: noi non dobbiamo, d’altronde, esserne sorpresi in quanto che lo scopo delle nostre continue preghiere era apunto questo».

L’intera corrispondenza intercorsa fra l’abate Aelred e il vescovo Gove fu sottoposta alla Comunità ciascuno de’ membri fu richiesto di esprimere per iscritto la propria opinione sul da farsi. Le risposte risultarono, sostanzialmente, unanimi: tutti, cioè, furon concordi nel ritenere necessario respingere le condizioni del vescovo Gove e far pratiche per l’ammissione nella Chiesa di Roma, «la sola che potesse d’autorità sanzionare la loro opera e le loro pratiche di fede». L’abate Aelbred parlò quindi ai fratelli raccolti parole di commozione profonda, rendendo grazie a Dio per la luce largita ai loro intelletti e ai loro cuori. E concluse: «Mia più viva aspirazione fu sempre quella di ottenere una sanzione autorevole e sicura all’opera mia e alla nostra vita comune. E’ per questo che ho resistito finora. Ora Dio mi ha mostrato chiaramente il dovere da compiere ed io lo compirò intero e pronto. Sento che tutta la mia vita dipende oramai dalla mia sincera incondizionata sottomissione alla Chiesa Cattolica che, affidandomi da oggi alla guida dell’autorità suprema di Roma, io non faccio che compiere la volontà di Dio, promuovere la Sua gloria e il miglior berle vostro, fratelli carissimi, che mi circondate, uniti in una sola volontà con la mia».

Queste nobili parole non hanno bisogno certo di alcun commento. Esse spiegano e dimostrano le ragioni e la sincerità della decisione presa meglio d’ogni apologetica disserzione.

La lettera al vescovo Gove fu firmata da venti fratelli professi, quattro novizii e tre oblati. Per incarico dell’arcivescovo di Westeminster, un benedettino cattolico, il rev. Bede Cann, ha assunto intanto, temporaneamente le funzioni di abate e Aereld Carlyle si appresta a partire per Roma, di dove, dopo un noviziato di tre anni, ritornerà a Caldey come abate cattolico.