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114 IL BUON CUORE


E basti — a delineare il pensiero del Boutroux — riassumere, brevemente, la conferenza conclusiva, La Religion et la vie. • •

In essa il Boutroux ha esaminato, per sommi capi, i diversi metodi preposti ad apprezzare il valore della religione. Un primo metodo, ad esempio, insiste nel mettere in luce la cosidetta esperienza religiosa della persona umana, prospettandone la efficacia e la vitalità inesauribile che in essa assume ed addimostra. Ma come — obietta il Boutroux — come può determinarsi il valore oggettivo della religione, dall’insieme dei fatti sentimentali ed emozionali puramente soggettivi? L’esperienza di alcuni, come potrà apparire convincente a tutti e per tutti? Oggi poi con le indagini che hanno illustrato sì ampiamente la importanza che sul nostro spirito hanno le leggi della suggestione e dell’autosuggestione, come è possibile provare che le cose siano, nella realtà, tali quali se le rappresenta un singolo soggetto? Non solo: ma le teorie prammatistiche che si limitano ad asserire l’aspetto soggettivo ed utilitario della cosidetta esperienza religiosa, non possono neanche attribuire alla religione un valore pratico esclusiva: se la religione è un mezzo per raggiungere certi fini, perchè questo mezzo dovrebbe essere unico ed indispensabile? Se il fine è quello di uscire dal mondo ’materiale — osserva argutamente il Boutroux -- anche l’alcool... raggiunge — e in modo che apparve vivacissimo a tante anime tristemente malate queÚa finalità... Non è, dunque, assicurato neanche il valore morale dei mezzi accettati e accettabili: perchè se sono buoni tutti i mezzi che son buoni, la religione si riduce ad uno dei tanti espedienti suggestivi che formano il vanto e il tesoro di quei certi meneurs della medicina che appaiano le pratiche e le credenze xeligiose agli specifici e alle pillole di propria invenzione! E’ mai questo il compito della religone? No: questo — risponde il Boutroux — significa profanare la religione. Ma molte anime — egli continua — non sono soddisfatte di questo prammatismo che astrae dalla verità e continuano a considerare le besoin de la vé;.ité come incondizionatamente superiore a tutte le altre esigenze del proprio spirito e poiché ripugnerebbe loro di ritenere la religione come un qualsiasi strattagemina ’per raggiungere — anche a prezzo di una

menzogna alcuni determinati fini umani, si fanno a ricercare il valore della religione con criteri non più solamente utilitari, ma puranche razionali. A questa ricerca — concentrata in un problema massimo: che cosa è la vita e che posto ha in essa la religione — il pensiero contemporaneo risponde variamente offrendo soluzioni diverse che vanno rigorosamente valutate.. Una prima soluzione può essere enunciata col precetto: «Vivi una vita d’uomo, e regolati secondo la nozione di umanità Precetto certo saggio, dice il Boutroux, ma nè chiaro, nè preciso: l’uomo è, infatti, un essere che deve sorpassarsi e non può sorpassarsi nell’umanità che è una semplice astrazione e che si concreta solo quando la si mutili in un frammento di essa, in singole creature, che anch’esse invocano di essere sorpassate. Una seconda soluzione ripete il principio dello scientismo dogmatico ed afferma che la scienza è la universale regolatrice del tutto e quindi anche della coscienza morale. Ma — soggiunge il Boutroux — o si accetta la scienza così com’è ed allora si constata che essa dispone solo di mezzi ed è incapace ad indicare dei fini, e il, problema morale resta insoluto: o la si fa ascendere a dignità di metafisica e si arriva all’illusionismo universale: perchè lo scientismo — che è la scienza tramutata in filosofia di tutta la realtà — conduce ad affermare la inesistenza assoluta di tutti i valori che noi riteniamo superiori. Nè la nozione di uomo — necessariamente astratta ed imprecisa — nè la scienza — annichilatrice di ogni elemento morale — possono bastare al governo razionale della nostra condotta. Ed escluse queste due prime, quale soluzione resterà mai per poter conferire alla vita una finalità degna di essa e conforme alla ragione? Emanuele Kant prepone alla coscienza l’idea del dovere: e difatti, la fede nel dovere è un atto conforme alla intelligenza e al cuore. Ma -- continua il Boutroux — la nozione del dovere riesce a soddisfare pienamente le esigenze della ragione? E’ vero che dobbiamo realizzare qualche cosa: ma che cosa e perchè? Ed abbiamo noi la forza sufficiente per poter attuare questo dovere? Anche la filosofia kantiana è impotente a rispondere a tali difficoltà. Non resta, adunque, che la religione: ed essa sola è capace di dare una soluzione adeguata al quesito. La religione si compone di dogmi, di riti, di vita morale e questo ultimo elemento è il.preponderante nell’a pratica della professione religiosa. Nozione essenziale del pensieio religioso è questo: Dio è esi