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IL BUON CUORE 107


cagionerebbe grave danno alle condizioni sanitarie del popolo. E questo è il principio generalmente seguito da tribunali durante la seconda metà del secolo XIX. La maggioranza degli Stati determina la durata del giorno festivo dalla mezzanotte alla mezzanotte; eccezione fanno gli Stati del North Carolina e Virginia, in cui la giornata è ristretta tra lo spuntare del sole e la mezzanotte, e quello del New Mexico che limita la durata del giorno di riposo tra lo spuntare ed il calare del sole. Vedesi chiaro anche una volta, che il movente primo della legge fu il sentimento religioso cristiano; ma, per l’impedimento costituzionale a cui ho accennato, sostituita alla legge la base igienica a quella religiosa, si è dovuto far giustizia alla larghissima rappresentanza dei popoli non cristiani, massimamente ebrei. Laonde, la generalità degli Stati ha incluso nella legislazione sul riposo festivo la clausola che si osserva tra le eccezioni, che, cioè, è permesso di lavorare la domenica a coloro che, per convinzione religiosa, osservano altro giorno come festivo, purchè non disturbino la quiete e l’esercizio del culto degli altri. Ed è certo meraviglioso l’osservare con quanta esattezza la enorme folla di ebrei, che secoli di persecuzione non hanno potuto separare dalla fede dei loro padri, si astiene dal lavoro al sabato e, pur lavorando la domenica, con quanta scrupolosità ha cura che non sia disturbato l’altrui riposo festivo. La legge ha cura di determinare poi i lavori proibiti. Qui è d’uopo notare come, indipendentemente dalla proibizione generica di qualsiasi lavoro, commercio, mestiere, ecc., è sovente designato specialmente l’esercizio di quei mestieri su cui potrebbe eventualmente nascere dubbio. Uno, p. es., è quello dei barbieri, che è vietato in gran parte degli Stati; degna di nota è anche l’ingenuità di una legge aprovata dallo Stato del Michigan nel 1897, la quale proibisce ai barbieri di lavorare la Domenica, eccetto che non siano chiamati a radere i morti! Quanto ai treni ferroviari, le leggi sono molto discordi; alcuni Stati permettono senza eccezione, in altri sono permessi solo i treni necessari per il trasporto di passeggieri, in alfri un sol treno su ciascuna linea. Per esempio, se una Compagnia ferroviaria, come, la Chesepeake and Ohio Railroad, potesse costruire una linea che passi per tutte le 119 contee dello Stato di Virgina, e farla traversare anche da un sol treno una domenica, oltre quelli permessi dalla legge, potrebbe esser condannata a pagare dalle trentamila alle sessantamila lire italiane, essendovi in quello Stato una multa dai cinquanta ai cento dollari per ciascuna contea Per cui il treno passerebbe. Tra le eccezioni alla legge sono generalmente contemplati i lavori fatti a scopo caritatevole e religioso, i lavori domestici di necessità, il trasporto della mobiglia per cambiamento di residenza, la vendita • di giornali, il servizio doganale, l’esercizio della medicina, farmacie, ecc.

Qualsiasi giudizio sul merito della questione sarebbe inoportuno in questo breve resoconto; lascio, perciò, al suo posto l’idea del Fith, di sostituire alla teoria di un giorno festivo determinato quella di un giorno di riposo per turno, tanto più che simile teoria ha già ricevuto larga considerazione nei paesi europei. Per un principio ovvio di psicologia collettiva, i lavori e gli studi di vero valore sul riposo festivo scarseggiano in questo paese, mentre, mentre, come tutti sanno, abbondano in Europa, spècie in Germania ed in Francia. A mio credere, il riposo festivo non ha qui neppure il carettere di un problema, ma di un fatto compiuto generalmente accettato. C. CRISCI.

IN CERCA DI LAVORO

A chi si contentasse di esaminare certi fenomeni solo alla superficie sembrerebbe che le giuste proporzioni tra causa ed effetto siano, per lo meno, grandemente alterate. Come, per esempio, spiegare il fatto che una piccola agenzia di collocamento, povera e perfino lurida a guardarsi, arricchisca il padrone fino al punto da permettergli il lusso di una automobile? Tuttavia, una seconda osservazione richiamerebbe al pensiero uno dei principii di psicologia pratica più ovvii: che, cioè, tra tutte le imprese umane, le più facili a prosperare son quelle la cui vita si basa sugli istinti elementari della nostra natura, primo tra tutti quello di conservazione. Corollario: la necessità di trovar lavoro, perchè questo istinto si appaghi. Dati dieci, o venti, o centomila stomachi vuoti, pronti a tutti i sacrifici, pur di trovar qualcosa da fare e un pane per cibarsi; dato un galeotto, o alcune dozzine di galeotti (per fortuna, i galantuomini son sempre in maggioranza), pronti a trafficare moralità e giustizia, e trarre vantaggio dalle altrui, sventure, sparisce l’apparente sproporzione tra causa ed effetto a cui accennavo. La vita e lo svolgimento dell’industria (chiamiamola così) delle agenzie di collocamento al lavoro negli Stati Uniti non ha paralleli nella storia dell’emigrazione, ed ha poca rassomiglianza con la medesima industria, presente, negli altri paesi. Si consideri, tra l’altro 1° fino a qual punto la vita del paese dipende dal regolare sviluppo delle industrie; 2° in che alta percentuale la mano d’opera è costituita di sconosciuti è nuovi arrivati; 3° come la concorrenza acuta, sia industriale che operaia, tende sempre più, da un lato a sostituire all’uomo la macchina, e. dall’altro ad aumentare la disoccupazione; e si potrà comprendere l’inflessibile necessità e l’eccezionale sviluppo di un istituto che metta a. contatto padrone ed operaio nei loro reciproci bisogni. Quanto alla terza considerazione, che è, dopo tutto, il fattore più grave del fenomeno, noto