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94 | IL BUON CUORE |
nerdì Santo, giorno oscuro, nero, pesante: giorno di cui noi non dobbiamo contare nè l’ore nè i minuti, ma giorno che ci può precedere all’alba della vita e tramontare quando ci accoglie la tomba: giorno che può essere pesante, pesante, che può essere talvolta rischiarato da qualche raggio di gioia, che Dio può preparare per noi sempre nero, sempre denso di nubi gravide di minaccie e tempesta: giorno che dobbiamo vivere con Cristo, con lui morendo al mondo, dal mondo separandoci, dal mondo completamente divisi, anzi in contraddizione. Abbisogna morire alle passioni, al peccato, ai beni di quaggiù... Abbisogna godere delle lotte, delle abnegazioni dei sacrifici... Abbisogna la povertà colle sue inesorabili conseguenze... abbisogna l’amor delle privazioni, dell’umiltà, delle derisioni... abbisogna una vita addolorata, maltrattata, operosa, spirituale... A Cristo simili nel dolore, con Cristo prepareremo la risurrezione gloriosa, splendida, trionfale.
poi, al cominciar delle persecuzioni divennero il ritrovo segreto dei fedeli che vi si adunavano a pregare e ad ascoltare le predicazioni degli Apostoli. Allorchè gli studiosi del passato cominciarono ad esaminare questi luoghi singolari, ci trovarono dei dipinti sulle mura. Erano ritratti sotto i quali stavano scritti i nomi di Pietro, Paolo, Timoteo, Giusto. Ma ovunque, nelle catacombe, si scorgeva un
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E di questa risurrezione ha pur bisogno la società istessa, questa che si scaglia contro Gesù e la sua Chiesa in nome — da una parte — del pregiudizio scientifico, dall’altra in nome del pregiudizio morale. La scienza ha respinto la luce del dogma e precipita d’abisso in abisso — nel campo religioso — il popolo in nome delle proprie passioni, della libertà, di sua vita crocifigge Cristo. Ma il popolo desidera, sente Gesù, e saprà pur il popolo — in forza dei traviamenti istessi — trovare Gesù, quel Gesù che gli dona col progresso religioso il benessere civile e sociale... Non temete: udrà, come la Maddalena, la voce di Gesù, gli si butterà ai piedi tentando la stretta, nel mentre con voce di dolore e fiducia gli griderà risorto: Dio mio e mio Maestro! B. R.
La storia del ritratto di Cristo
Sotto le vie di Roma, nelle viscere della terra, si stendono lunghi corridoi, incavati nella roccia e aggirantesi come i cunicoli delle talpe. Sono le catacombe nelle cui pareti sono intagliate delle tombe rinchiudenti centinaia di martiri e di credenti nella fede di Cristo. Questi sotterranei furono fabbricati nei primi tempi del Cristianesimo per accogliervi i morti,
Ritratto di Cristo dipinto nelle catacombe.
ritratto senza iscrizione, un viso a tutti così famigliare che non v’era il bisogno di chiederne il nome: era quello di Cristo. Il fumo delle torce, l’umidità stillante dai muri, il lento lavorìo del tempo hanno offuscato queste antiche pitture, talchè appena si possono ormai distinguere; ma in ciascuna di esse si vedono precisamente le stesse linee che ci sono famigliari come i tratti del volto di Cristo. I Cristiani primitivi ravvisavano in quelle immagini il Salvatore, come noi lo ravvisiamo nei ritratti dipinti sui vetri delle cattedrali e sulle tele conservate nelle gallerie d’arti. La somiglianza fra questi e lé antiche immagini delle catacombe è evidente, nonostante il variare delle maniere dei diversi artisti. Il dipinto orignale si riteneva fatto da uno che aveva veduto in persona il Divin Maestro. Tertulliano e altri grandi Cristiani si opposero alla venerazione di queste immagini di Cristo, temendo che avessero a rincrudire le persecuzioni e consigliarono di adottare invece dei simboli. I Cristiani portarono allora degli anelli con incisa una colomba; più tardi si adottò come simbolo del Cristianesimo la Croce non ancora usata come tale, nè dipinta, nelle catacombe. Passarono dei secoli, venne la splendida età del Rinascimento nella quale, presto nelle diverse nazioni. ma in particolare nell’Italia, sorsero artisti