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70 IL BUON CUORE


mere a Lui il suo ringraziamento con un Alleluja, ripetuto in un Inno solenne a quattro voci, col quale si chiuse la solenne cerimonia.

PIÙ PRESSO A TE! Ne/ suo ritmo di pianto e di preghiera, che alla sacra esultanza di quest’ora dà un’armonia soavemente austera, il noto canto qui si leva ancora: canto di morituri, eroica voce che ci risponde trepida nel cot, con la virtù de l’abbracciata croce! a Più presso a Te,più presso a Te, Signor!» Per la vita che soffre, urge e s’afferma d’ombra e di luce in un perpetuo dramma, per questa vita, onde la poive inferma palpita, accesa da un eterea fiamma; mai dal labbro salì nota più degna, mai più sublimi anelito d’amor, nè di vittoria più sicura insegna: Più presso a Te, più presso a Te, Signor!» Che profondo squallor, se, ne la notte scesa per sempre su lo sguardo mio, se de’ miei giorni fra l’occulte lotte, non m’arridesse la tua luce, o Dio! Sia benedetta la fedel parola che di mia vita fin dai primi albori, quando, nel buio, già sgomenta e sola, la mia parte chiedea d’astri e di fiori, suonò sì buona all’animo smarrito, di mie speranze orientando il vol! a quel raggio di gloria e d’infinito, ch’è presso a Te, mio Dio, mio vero Sol! Da un pio labbro d’aspostolo mi viene questa che serbo nel pensiero anelo, brama d’arnor, di verità, di bene! da uno spirto, cui il senso è tenue velo, poi che dal verbo tuo divino attratto, entro un fulgor di non mutabil fede, avvinto il cuor da un generoso patto, pronto, ai fratelli e al nome tuo si diede. Signor, come nell’ora inobliata che, fra mille armonie di paradiso, Ei la prima Ti offerse Ostia adorata, trasfigurato da un superno riso; come in quell’ora mistica, o Signore, fa che il tuo regno in Lui, per Lui discenda; e in un consenso di volente ardore, a Te più sempre, a Te più presso ascenda! MARIA MOTTA. Maestra cieca

Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

Una conferenza tenuta dal Prof. GIOVANNI RONZONI Giovedì, 27, nella sede del Circolo Filologico femminile, in Corso Porta Romana, il Prof. Gaetano Ronzoni, tenne una conferenza dal titolo: a Per combattere un flagello sociale: la Tubercolosi. a L’oratore esordi ringraziando la Presidenza del Circolo Filologico per l’ospitalità concessa, poi entrò subito in materia. La tubercolosi — l’orrenda micidiale malattia che tanta strage compie ovunque, diffondendo lacrime e dolori dove la vita dovrebbe pulsare feconda di forze e di sorrisi, è in progresso continuo in Italia, in cui s’annoverano annualmente 6o mila morti per tubercolosi, e solo nella nostra Milano, più di 130o. — Indagare le cause del male è compito del medico, ed è anche uno studio complesso che tocca la questione sociale. L’esaurimento di razza, la povertà, il mal costume sono tutti contributi, sono tanti cooperatori alla diffusione di questo flagello, che soffoca nelle famiglie ogni sorgiva di vita fisica, e morale. Dalla constatazione dei fatti, l’oratore, con parola convinta e convincente, passa a considerare il problema sotto un altro punto di vista: dal lato di difesa individuale e sociale. In questo campo ognuno di noi può avere una parte attiva, può porgere il proprio contributo d’azione e raccogliere una messe larga di bene. Il compito è arduo, ma la meta da cui irradia una possente luce incoraggiante, ci invita al lavoro. Le iniziative private sono buone; certa però che la coordinazione delle energie è maggiormente efficace. L’Italia, e la nostra Milano, in cui ogni iniziativa bella trova una larga eco d’adesione, già da tre anni spiegò la bandiera a prò di questa santa crociata. Lo scetticismo, che accoglie quasi sempre il sorgere di ogni opera nuova, circondò col suo gelido soffio anche i primordi della lotta antitubercolare, ma non ne paralizzò le energie. Ed ora, dopo anni di tentativi e di sacrifici, l’efficacia dell’opera è saldamente confermata. Col concorso di voi tutti, signori e signore, — continua il conferenziere — la nostra causa proseguirà vittoriosa e benefica. Interessanti proiezioni illustrarono tratto, tratto la conferenza e alcune di esse fecero conoscere all’uditorio il a Dispensario antitubercolare di Via Bergamini a il primo sorto in Milano, a scopo eminentemente profilattico, a cui però sono annessi i riparti curativi. Accennando appena al servizio di questi ultimi, il Professore si diffonde sullo scopo della sezione profilattica, e ne descrive lo svolgimento del lavoro. Ad essa accorrono, ogni giorno di visita, più di trenta ammalati, i quali, consci ormai dell’importanza della cosa — una coscienza popolare si forma e si impernia intorno alla lotta — domandano consigli ed aiuti. — Vengono visitati, soccorsi, sono diffuse fra loro quelle nozioni semplici che, col rendere coscienti della gravità del contagio, suscitano il desiderio di evitarlo; si tenta provvedere all’ospedalizzazione dei malati più gravi, all’invio al sanatorio dei meno colpiti; si pensa alle cure marine e climatiche (per quanto lo permettano i mezzi ancora esigui dell’istituzione). Le signore Patronesse provvedono indumenti pei più bisognosi e sofferenti che esse ed i medici visitano in casa, diventando le amiche e le protettrici. Signore e Signori, conclude l’oratore, molto si è fatto in questa via di redenzione — lavoro di pochi, fidenti e concordi — ma molto ancora ci resta da compiere per raggiungere i nostri ideali. — All’animo gentile e buono delle signore, faccio uno speciale e caldo appello; il continuo progresso sociale, affermando le nostre forze, ci mostra nuovi doveri da compiere; le energie siano pari al bisogno. Il Sanatorio di Ornago, che, sotto la direzione del D.r Banfi, s’erge nella verde