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IL BUON CUORE 69


la Chiesa nel campo della scienza, della politica, nell’azione sociale? Non abbiamo prevenzioni contro l’azione del Sacerdote a favore del povero,.dell’umile, del diseredato? Nella beneficenza non sospettiamo mai il secondo fine, di propaganda, di rèclame nel fratello, che degli altri s’occupa e s’interessa? Noi — oziosi — non sappiamo con facilità lanciare insinuazioni su chi corre, s’agita, si occupa, lavora? Non sappiamo — in nome di.... Mosè! --impedire un’azione buona solo perchè da noi non è approvata, sfugge al nostro monopolio di... bene? Non abbiamo prevenzioni — senza motivo, nè causa, sol perchè non ci è simpatico, solo perchè non soddisfa il nostro morboso sentimento — contro l’uno più che contro l’altro ministro di Dio? Non sono queste preferenze, non sono terribili pregiudizi, prevenzioni che Dio maledice, ed abborre.? Quanta cara la lezione del cieco! Innanzi a Gesù che l’ha guarito — non importa in qual modo -chiede dove sia il Messia, dideroso di seguirlo, essergli fedele fino alla morte. Gesù dice: Io sono che ti parlo! L’altro, pronto, e felice di gridargli ai piedi: Credo, o Signore! e di adorarlo. B. R. i.

MESSA D’ARGENTO DI

Don PIETRO STOPPANI

Domenica, all’Istituto dei Ciechi, si svolse una commovente cerimonia: si celebrava il venticinquesimo della messa del prof. don Pietro Stoppani, nel quale, come si leggeva in bella epigrafe, un riverente stuolo di discepoli, di amici e di ammiratori, Salutava il sacerdote e il cittadino eminente per al tezza di ingegno, per dignità di carattere, per feconda operosità nel bene. L’oratorio e il salone risuonavano di dolci melodie, mentre don Pietro Stoppani, all’altare, assistito dal venerando comm. abate Luigi Vitali, quale padrino spirituale, e dai padrini laici cav. uff. Enrico Bertarelli e dott. Stefano Dozzio, inaugurava la seconda metà della sua vita sacerdotale. La funzione religiosa fu completata dal proposto di’ S. Babila,’ don. Pellegrini, il quale impartì la benedizione. Il festeggiato pronunziò anche un elevato discorso, ispirato a nobilissimi sentimenti, esprimendo la più affetuosa riconoscenza per quanti direttamente od indirettamente avevano voluto intervenire alla simpatica cerimonia, che si chiuse con declamazioni, con un concerto, con la presentazione di un calice artistico e dí un album e infine con una felice improvvisazione del comm. abate Luigi Vitali. Gli intervenuti, congedandosi, dicevano: — Ed

ora prepariamoci a festeggiare la messa di diamante del venerando Rettore.

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Una solenne, commovente funzione è quella cne si è compiuta domenica, 23 corr., nell’Oratorio e nel Salone dell’Istituto dei Ciechi. Don ’Pietro Stoppani, da oltre quindici anni Direttore Spirituale nell’istituto stesso, celebrava la sua Messa d’Argento. La Chiesa e il Salone erano decorosamente parati. Un ampio cartello, drappeggiato, portava la seguente iscrizione: DON PIETRO STOPPANI CELEBRA IL XXV ANNIVERSARIO DELLA• SUA PRIMA MESSA CIRCONDATO DA RIVERENTE STUOLO DI DISCEPOLI, • AMICI, AMMIRATORI CHE IN LUI SALUTANO IL SACERDOTE, IL• CITTADINO EMINENTE PER ALTEZZA D’INGEGNO PER DIGNITÀ’ DI CARATTERE PER FECONDA OPEROSITÀ) NEL BENE.

Nell’atrio, sopra appositi fogli, venivano raccolte le firme degli intervenuti, da presentarsi in un Album di festeggiato. Tutti poi, sul palco, prima di entrare in salone, potevano ammirare un artistico calice d’argento, che l’artista Lomazzo aveva cesellato, ricopiando un disegno di Cellini. Padrino spirituale fu Monsignor Vitali, e padrini civili il sig. Bertarelli Enrico e dottor Stefano Dozzio. ’Assisteva pure, in cappa magna, il Prevosto di S. Babila, don Gaetano Pellegrini, e un numeroso stuolo di allieve del Collegio Reale delle Fanciulle, dove lo Stoppani è pure Direttore spirituale. Dopo il Vangelo della Messa letta, il funzionante rivolse all’affollato pubblico, un breve discorso, altissimo nei concetti, elegante nella forma, in cui esaltava l’opera del Sacerdote nel completare l’opera di Dio nella redenzione ed elevazione delle anime, opera divisa dal popolo cristiano. I Ciechi accompagnarono la funzione con scelta musica vocale e istrumentale, chiusa colla benedizione del SS. Sacramento. Raccoltisi poi tutti nel salone, i Ciechi eseguirono a quattro voci, il solenne coro: Più presso a te, mio Dio. Alcuni bambini ciechi, destando la commozione generale, recitarono un breve dialogo. Due allieve cieche lessero poi due poesie, composte dalla Maestra Motta e dall’ex-allieva Ambrosi. Il lavoro della Motta lo pubblichiamo più sotto. Il Rettore, presentando, insieme al calice, l’album colla firma degli offerenti per le onoranze, n cordò i meriti di Don Pietro Stoppani come Sacerdote dotto, educatore della gioventù, pubblicista multiforme e conferenziere, forza viva di bene nel paese, Don Pietro Stoppani ringraziò tutti, attribuendo non a sè, ma alla benevolenza altrui le onoranze tributategli: ringraziò Dio, lasciando ai Ciechi di espri